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Graves, Michael

di Maurizio Bradaschia - Enciclopedia Italiana - VI Appendice (2000)
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Graves, Michael

Maurizio Bradaschia

Architetto statunitense, nato a Indianapolis il 9 luglio 1934. Conseguito il Master of architecture presso la Harvard University nel 1959, dopo un biennio presso l'American Academy di Roma, G. ha iniziato l'attività professionale nel 1964 a Princeton (N.J.). Professore presso la facoltà di Architettura della Princeton University dal 1962, è membro dell'American Institute of Architects e di altre istituzioni culturali americane. Ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti; ha partecipato quale rappresentante degli Stati Uniti alla xv Triennale di Milano e alla Biennale di Venezia (1980 e 1996). Ha raggiunto la notorietà, insieme a R. Meier, P. Eisenman, J. Hejduk e Ch. Gwathmey, con la mostra Five architects (v. App. V) organizzata nel 1971 al Museum of Modern Art di New York.

L'Oyster Bay Town Plan (Long Island, N.Y., 1966-68), le case Hanselmann (Fort Wayne, Ind., 1967), Benacerraf (Princeton, N.J., 1969) e Snyderman (Fort Wayne, 1972) sono le opere di G. che meglio caratterizzano il primo periodo modernista. Con l'ampliamento delle case Claghorn (Princeton) e Crooks (Fort Wayne), alla metà degli anni Settanta, G. ha cambiato il suo linguaggio. Nuovi frammenti di sapore citazionista si sono sostituiti ai motivi funzionalisti; è tuttavia rimasto immutato l'approccio metodologico. Alla fine degli anni Settanta G. ha operato una svolta radicale rivolgendo la propria attenzione alla storia. Il ponte del Centro culturale di Fargo-Moorhead (Minn.) e la Plocek House a Warren (Oh.), entrambi del 1977-78, sono le opere che hanno segnato la transizione di G. verso tali tematiche. Il nuovo corso ha portato alla realizzazione, nel 1980, del centro civico di Portland (Oreg.) e, nel 1982, della biblioteca di San Juan Capistrano (Calif.) e dell'Humana Building di Louisville (Ky.), edificio per uffici di 26 piani che ha riscosso un buon successo di critica. Sono seguiti i musei della Emory University, ad Atlanta (Ga.), e di Newark (N.J.), e la cantina Clos Pegase di Napa Valley in California (1984), il Centro sportivo Shiseido a Tokyo (1986), e ancora il Team Disney Building di Burbank (Calif.), dove, sulla facciata principale, un timpano classicheggiante è ironicamente sorretto da sette nani-cariatidi. Al 1987 risalgono oggetti di design quali la caffettiera per Alessi, l'orologio da polso e i gioielli per C. Munari, ma anche gli alberghi Swan e Dolphin per Disney World in Florida; al 1989, l'Hotel New York a Euro Disneyland (Parigi). Il G. della fine anni Ottanta ha mostrato un duplice volto: divertito, dove il luogo lo richiedeva o lo consentiva, austero e attento alle preesistenze, dove progettava e realizzava edifici pubblici, come nel caso del Momochi District Building di Fukuoka del 1989. Ha mantenuto tali caratteristiche anche negli anni Novanta con la Clark County Library di Las Vegas (1990) e il Detroit Institute of Arts (1990-94). Il progetto più originale e significativo degli anni Novanta è la biblioteca di Denver (Colo.), un composito gioco volumetrico, culminante in un cilindro ordinatore posto centralmente e sovrastato da un elemento volutamente fuoriscala che conclude l'opera.

Ha pubblicato: Michael Graves. Buildings and projects 1966-1981, ed. K.V. Wheeler, P. Arnell, T. Bickford, New York 1982; Michael Graves. Buildings and projects, 1982-1989, ed. K.V. Nichols, P.J. Burke, C. Hancock, New York 1990; Michael Graves. Buildings and projects 1990-1994, ed. K. Nichols, L. Burke, P. Burke, New York 1995. Vedi tav. f.t.

bibliografia

Five architects. Eisenman, Graves, Gwathmey, Hejduk, Meier, ed. A. Drexler, C. Rowe, New York 1972.

Michael Graves. Idee e progetti 1981-1991, a cura di Th.L. Brown, M. De Vita, Milano 1991.

M. Bradaschia, Classicismo americano. Michael Graves, in d'A, marzo 1992, 6, pp. 36-41.

Michael Graves, hrsg. A. Buck, M. Vogt, Berlin 1994; K. Powell, Graves residence. Michael Graves, London 1995.

Vedi anche
Richard Alan Meier Meier ‹mèië›, Richard Alan. - Architetto (n. Newark, N. J., 1934). Dopo gli studî alla Cornell Univ., ha realizzato opere nelle quali esplora le poetiche di Le Corbusier, del razionalismo italiano e olandese, approdando a soluzioni formali di raffinato equilibrio. La sperimentazione messa a punto nelle ... Five Architects Gruppo di architetti (P. Eisenman, M. Graves, C. Gwathmey, J. Hejduk, R. Meier) di New York venuti alla ribalta in seguito all’omonima mostra al Museum of modern art (1969). Gwathmey, Charles Gwathmey ‹ġu̯òtℎmi›, Charles. - Architetto statunitense (Charlotte 1938 - New York 2009). È il più giovane architetto che abbia ricevuto il Brunner Prize del National institute of arts and letters (1974). Il suo lavoro, caratterizzato da una rivisitazione del modernismo di Le Corbusier, giunse alla notorietà ... Venturi, Robert Architetto statunitense (n. Philadelphia 1925). Venturi, Robert è annoverato tra i teorici del postmoderno in architettura. La sua nuova concezione architettonica, che mette in primo piano il colore e la decorazione, ha portato Venturi, Robert a dare vita a un nuovo eclettismo che recuperava anche disinvoltamente ...
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    Architetto statunitense (Indianapolis 1934 - Princeton 2015); dal 1962 ha insegnato a Princeton. Nel 1969 con P. Eisenman, Ch. Gwathmey (1938-2009), J. Hejduk (1929-2000) e R. Meier (n. 1934) ha formato il gruppo dei Five architects (v. Eisenman, Peter). L'uso particolare del colore, la scomposizione ...
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