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VERNIA, Nicoletto

di Delio Cantimori - Enciclopedia Italiana (1937)
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VERNIA, Nicoletto (Nicolò; Paolo Nicola)

Delio Cantimori

Filosofo, nato a Chieti, forse intorno al 1420; morto a Padova nell'ottobre del 1499. Insegnò a Padova dal 1465 al 1499. Le notizie sulla sua vita sono scarse e incerte.

Non si hanno di lui grandi opere generali, ma trattazioni di questioni particolari, inserite nelle edizioni e traduzioni di Aristotele e dei suoi commentatori, allora frequenti (ad es., la Quaestio an medicina nobilior atque praestantior sit iure civili, inserita nell'edizione del commento di Averroè In Libros octo de physico auditu, del 1482; la Quaestio an ens mobile sit totius naturalis philosophie subiectum, inserita nella traduzione di Egidio Romano del De Generatione et corruptione, del 1480). Anche in questa forma scolastica di trattazione, e pur conservando anche la terminologia e l'impostazione tradizionale dei problemi, il V. mostra il suo distacco dalla filosofia aristotelica com'era interpretata dal tomismo, e quindi uno scetticismo più neo-accademico che peripatetico riguardo a questioni metafisiche, com'erano tradizionalmente intese e un prevalente interesse per il problema dell'anima umana. Con la sua sottolineazione della differenza fra la "filosofia naturale" e la "metafisica", con la sua teoria dell'anima che si rifà direttamente ad Aristotele, con la sua affermazione che le attività dell'anima sono legate con il corpo (interesse per l'uomo "intiero"), con la sua riduzione del problema della natura del corpo animato al problema del moto, egli può ben essere considerato maestro del Pomponazzi anche al di là del rapporto esteriore che viene ricordato dagli storici della filosofia. In vecchiaia in seguito ad un incidente con il vescovo della città, P. Barozzi, che minacciò la scomunica agli averroisti, abbandonò la dottrina dell'intelletto immortale unico per tutta la specie umana, e insegnò quella ortodossa dell'immortalità di ogni anima particolare, individuale.

Bibl.: P. Ragnisco, N. V., Studi storici sulla filosofia padovana della seconda metà del secolo XIV, Venezia 1891; Documenti inediti e rari intorno alla vita ed agli scritti di N. V. e di Elia del Medigo, in Memorie della R. Accademia di Scienze Lettere ed Arti in Padova, VII, disp. III, Padova 1891; B. Kieszkowski, Averroismo e platonismo in Italia negli ultimi decenni del sec. XV, in Giornale critico della filosofia italiana, 1933, pp. 286-301.

Vedi anche
Pietro Pomponazzi Pomponazzi ‹-zzi›, Pietro (latinizz. Petrus Pomponatius). - Filosofo (Mantova 1462 - Bologna 1525). Dalla vasta opera di Pomponazzi, Pietro emerge una delle figure più notevoli della cultura rinascimentale e soprattutto dell'aristotelismo cinquecentesco: in lui da un lato i problemi posti dall'aristotelismo ... Agostino Nifo (lat. Augustinus Niphus). - Filosofo (n. forse Sessa 1469-70 - m. forse Salerno fra il 1539 e il 1546). Studiò filosofia all'univ. di Padova, insegnò a Padova, Napoli, Salerno, Pisa. Sotto l'influenza di Nicoletto Vernia, suo maestro, sostenne (De intellectu et daemonibus, 1492) l'averroismo moderato ... Averroè Averroè (adattamento occidentale dell'arabo Ibn Rushd). - Nome con il quale è noto in Occidente il filosofo, giurista, medico e astronomo arabo di Spagna Abū l- Walīd Muḥammad ibn Rushd (Cordova 1126 - Marrākesh 1198). Tra le sue numerosissime opere sono celebri in particolare i Commentari ad Aristotele ... Aristòtele Aristòtele (o Aristòtile; gr. ᾿Αριστοτέλης, lat. Aristotĕles, nel Medioevo latino Aristotĭles). - Filosofo greco (Stagira 384-83 a. C. - Calcide 322 a. C.). Fu, con Socrate e Platone, uno dei più grandi pensatori dell'antichità e di tutti i tempi. Nato da una famiglia di medici, si formò nell'Accademia ...
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    Dizionario di filosofia (2009)
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    Filosofo (n. Chieti 1420 circa - m. Vicenza 1499). Allievo di Paolo della Pergola e di Gaetano da Thiene, si addottorò in artibus a Padova nel 1452 (da vecchio conseguì la laurea in medicina, 1496); succedette nell'insegnamento di filosofia naturale a Gaetano da Thiene (1465), ed ebbe come allievi A. ...
Vocabolario
vernare¹
vernare1 vernare1 v. intr. [dal lat. vernare, der. di ver veris «primavera»] (io vèrno, ecc.; aus. avere), ant. – 1. Far primavera: redole Odor di lode al sol che sempre verna (Dante), al sole che vi mantiene un’eterna primavera; in primavera...
vernare²
vernare2 vernare2 v. intr. [der. di verno2 «inverno»; per il sign. 1, cfr. il lat. hibernare (v. ibernare)] (io vèrno, ecc.; aus. avere), letter. – 1. Svernare, passare l’inverno: li augei che vernan lungo ’l Nilo (Dante), le gru; anche...
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