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Night of the Living Dead

di Daniele Dottorini - Enciclopedia del Cinema (2004)
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Night of the Living Dead

Daniele Dottorini

(USA 1968, La notte dei morti viventi, bianco e nero, 96m); regia: George A. Romero; produzione: Karl Hardman, Russell Streiner per Image Ten; soggetto: George A. Romero; sceneggiatura: George A. Romero, John A. Russo; fotografia: George A. Romero; effetti speciali: Tony Pantanello, Regis Survinski; montaggio: George A. Romero.

Barbra e suo fratello Johnny sono in un cimitero di campagna per rendere omaggio alla tomba del padre. Un uomo lentamente si avvicina e aggredisce la ragazza senza motivo. Johnny interviene, ma ha la peggio e muore. Barbra scappa e si ripara terrorizzata in una casa. Intanto altre strane figure sopraggiungono e circondano l'abitazione: sembrano in stato di trance e non emettono che soffusi lamenti. In casa si è rifugiato anche un giovane di colore, Ben, che sbarra tutte le porte e respinge un primo attacco degli aggressori. Poco dopo si scopre che nascosti in cantina sono sfuggiti al pericolo anche una giovane coppia di fidanzati, Tom e Judy, e un uomo di nome Harry Cooper con la moglie Helen e la figlia Karen. All'interno del gruppo si accende subito la tensione: Ben accusa gli altri di non aver dato aiuto quando necessario, mentre Cooper non vuole unirsi ai compagni e sceglie di rimanere in cantina. Tom e Ben respingono un altro attacco degli strani esseri e rimangono sconvolti scoprendo che questi restano in piedi dopo essere stati colpiti da un fucile che Ben ha trovato in casa. Grazie alle notizie diffuse dalla radio e dalla televisione, il gruppo scopre che gli aggressori non sono altro che morti tornati in vita, forse a causa delle radiazioni di una sonda proveniente da Venere. La televisione annuncia che per annientare i morti viventi occorre colpirli alla testa e poi bruciarli. Viene elaborato un piano di fuga, ma per una disattenzione di Tom il gruppo non riesce a fuggire e Tom e Judy perdono la vita. La tensione tra Ben e Cooper aumenta e, durante l'ennesimo assalto dei morti viventi, Cooper tenta di sottrarre il fucile a Ben. Questi si ribella e gli spara. Barbra viene uccisa dal fratello, diventato anch'egli un morto vivente, mentre la signora Cooper viene massacrata dalla figlia che era stata morsa prima di rifugiarsi nella casa. Ben, unico sopravvissuto, si barrica in cantina e si addormenta. Al mattino, le squadre guidate dallo sceriffo McClelland arrivano fino alla casa sterminando tutti i morti viventi che incontrano. Ben sente i rumori e si affaccia alla finestra, ma viene scambiato per un morto vivente e ucciso da un colpo di fucile alla testa. Le ultime immagini mostrano il cadavere di Ben bruciato insieme agli altri in un gigantesco falò.

Night of the Living Dead, film d'esordio di George A. Romero, è anche la sua opera più famosa, vero e proprio oggetto di culto e capostipite di una trilogia dei morti viventi che comprende anche Dawn of the Dead (Zombi, 1978) e Day of the Dead (Il giorno degli zombi, 1985). Girato in 16 mm con una produzione indipendente e attori quasi tutti non professionisti, il film, costato appena 114.000 dollari, ebbe iniziali difficoltà di distribuzione (venne prima rifiutato dalla Columbia e dalla AIP e poi comprato dalla Walter Reade Organization), ma si rivelò un successo, incassando più di tre milioni di dollari. La struttura di Night of the Living Dead rivela una parentela strettissima con le atmosfere hitchcockiane, in particolare quelle di The Birds (Gli uccelli, 1963), sia per il tema della minaccia esterna, terrorizzante e priva di ogni spiegazione logica, sia per l'idea di una casa sotto assedio in cui un gruppo di persone cerca di salvarsi la vita. Ma il film di Romero va oltre le affinità con il cinema di Hitchcock, per proporsi come prodotto cinematografico originale e radicale, al di là della sua appartenenza al genere horror. La dialettica tra l'interno (il gruppo degli assediati) e l'esterno (i morti viventi mossi semplicemente dall'impulso vitale più elementare, quello di mangiare) si rivela più apparente che reale. Tra i vivi che stanno per morire e i morti viventi non c'è opposizione, ma specularità. Il gruppo di uomini non si allea per respingere il pericolo, ma ripropone al suo interno una serie di conflitti sociali che si rivelano letali. La lotta tra Ben e Cooper finisce per provocare la morte di quest'ultimo; Tom e Judy non esitano a scappare lasciando in pericolo Ben durante il tentativo di impadronirsi del furgone; Karen, la figlia dei Cooper, ormai trasformata in morto vivente, uccide la madre e divora il padre. Lo stesso Ben, che sembra incarnare il personaggio positivo, in fondo lotta per ottenere la leadership all'interno della casa e fallisce nel tentativo di salvarsi la vita; gli uomini dallo sceriffo McClelland, più che a dei liberatori, somigliano a un gruppo di assassini a sangue freddo.

L'atmosfera di tensione che permea il film si sviluppa proprio a partire da questa presenza di conflitto senza risoluzione. Romero predilige le inquadrature fisse e non fa che accentuare la disperazione che pervade il film, sia per mezzo di una fotografia che non enfatizza le distinzioni (le zone d'ombra appartengono all'interno della casa come all'esterno), sia sottolineando la sospensione del tempo del racconto: gli eventi narrati non rispondono a una logica di sviluppo, ma sono lo svelamento di un unico evento già predisposto, vale a dire la sconfitta degli esseri viventi. Il tempo è come sospeso in una indefinibile attesa in cui i morti viventi ripetono ossessivamente i loro gesti e gli uomini vanno incontro inesorabilmente alla loro fine. Sfruttando al massimo i pochi mezzi a disposizione, Romero innesca un dispositivo metaforico angosciante, in cui il cinema di genere si rivela uno strumento di interpretazione della realtà.

Interpreti e personaggi: Duane Jones (Ben), Judith O' Dea (Barbra), Karl Hardman (Harry Cooper), Russell Streiner (Johnny), Marilyn Eastman (Helen Cooper), Keith Wayne (Tom), Judith Ridley (Judy), Kyra Schon (Karen Cooper), Charles Craig (speaker del telegiornale), S. William Hinzman (morto vivente al cimitero), George Kosana (sceriffo McClelland), Frank Doak (scienziato), Bill 'Chilly Billy' Cardille (reporter), Vince Survinski (cecchino), Richard Ricci (morto vivente).

Bibliografia

E. Stein, Night of the Living Dead, in "Sight & Sound", n. 2, spring 1970.

R. Weaver, Night of the Living Dead, in "Films and filming", n. 3, December 1970.

R.H.W. Dillard, Drawing the Circle: a devolution of values in three horror films, in "Film journal", n. 2, 1973.

S.M. Kaminsky, Night of the Living Dead, in "Cinefantastique", n. 1, Spring 1975.

R. Dyer, White, in "Screen", n. 4, Autumn 1988.

J. Caputi, Films of the Nuclear Age, in "Journal of popular film and television", n. 3, Fall 1988.

B.K. Grant, Taking Back 'The Night of the Living Dead': George A. Romero, Feminism & Horror Film, in "Wide Angle", n. 1, January 1992.

M. Gervasini, Morte in diretta, Alessandria 1998.

D. Buzzolan, George A. Romero. 'La notte dei morti viventi', Torino 1998.

H. Aubron, Seuls, tous ensemble, in "Vertigo", n. 21, 2001.

Vedi anche
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dead zone loc. s.le f. Zona priva di ogni forma di vita. ◆ Gli scienziati americani la chiamano «Dead zone», zona morta, perché niente vi può crescere. Ma non si tratta di un deserto né di un lago salato. Piuttosto, è una porzione di oceano...
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