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nodo di Hensen

di Giuseppina Barsacchi - Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)
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nodo di Hensen

Giuseppina Barsacchi

Struttura omologa, nei Sauropsidi, al labbro dorsale del blastoporo (od organizzatore di Spemann) degli Anfibi. Il nodo di Hensen si forma come un aggregato di cellule verso il lato posteriore del blastodisco, all’estremità anteriore della stria primitiva che va formandosi. Questa è una struttura dinamica, costituita da un cordoncino di cellule posto medialmente lungo l’asse antero-posteriore del blastodisco dove, durante la gastrulazione, le cellule dello strato esterno (epiblasto) si invaginano per formare i foglietti germinativi più interni, mesoderma ed endoderma. Con il procedere dello sviluppo, la stria primitiva si estende in senso postero-anteriore per ca. due terzi della lunghezza dell’embrione; congiuntamente con la stria, anche il nodo di Hensen si sposta verso l’estremo anteriore del blastodisco. Con la gastrulazione, le prime cellule che entrano in profondità dal nodo di Hensen migrano anteriormente a formare endoderma e mesoderma della regione della testa (endoderma faringeo, mesenchima della testa e mesoderma precordale). Man mano che la gastrulazione procede, la stria primitiva e il nodo di Hensen invertono la direzione di migrazione e iniziano a spostarsi posteriormente: in questa fase le cellule che entrano dal nodo di Hensen formeranno, anteriormente a esso, la notocorda. A gastrulazione ultimata, il nodo di Hensen verrà assorbito dall’abbozzo della coda. Esperimenti di trapianto hanno mostrato che il nodo di Hensen è l’equivalente funzionale del labbro dorsale del blastoporo degli Anfibi. Esso è infatti: (a) il sito di inizio della gastrulazione; (b) la regione le cui cellule diverranno cordomesoderma (mesoderma precordale e notocorda); (c) la regione le cui cellule possono organizzare un asse embrionale aggiuntivo se trapiantate in regione ectopica. Le cellule del nodo di Hensen secernono molti fattori cellulari essenziali per la gastrulazione e il patterning, quali FGF (Fibroblast growth factor), SHH (Sonic hedgehog) e acido retinoico.

→ Biologia dello sviluppo

Vedi anche
gastrula Stadio dello sviluppo embrionale che attraversano gran parte dei Metazoi, successivamente a quello di blastula, e che consiste tipicamente in una piccola coppa, a parete bistratificata (ectoderma ed endoderma) che delimita una cavità, l’intestino primitivo (archenteron), che si apre all’esterno con la ... endoderma botanica Lo strato cellulare uniseriato (chiamato anche endodermide) che confina col cilindro centrale. Le cellule endodermiche sono strettamente ravvicinate, senza spazi intercellulari: nel caso tipico (nelle radici, rizomi) le loro membrane radiali sono suberificate nella parte mediana, cosicché la ... mesoderma In embriologia, uno dei tre foglietti embrionali (detto anche mesoblasto o foglietto embrionale intermedio) che durante lo sviluppo dei Metazoi triblasteri si differenzia interponendosi fra ectoderma ed endoderma e da cui derivano tutti gli organi e le strutture (derivati mesodermici) costituenti la ... biologia dello sviluppo Disciplina biologica di sintesi che integra campi diversi della biologia come biochimica, biologia molecolare, fisiologia, biologia cellulare, genetica, anatomia, ricerca sul cancro, neurobiologia, immunologia, ecologia e biologia evolutiva. La sua data di nascita si colloca intorno ai primi anni Settanta ...
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Tag
  • BIOLOGIA DELLO SVILUPPO
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  • SAUROPSIDI
  • ENDODERMA
  • MESODERMA
Vocabolario
nòdo
nodo nòdo s. m. [dal lat. nōdus]. – 1. a. Intreccio di uno o più tratti di corda (o filo o nastro o altro elemento flessibile e relativamente sottile), consistente in un avvolgimento del tratto su sé stesso o in un suo collegamento con...
òcchio di civétta
occhio di civetta òcchio di civétta locuz. usata come s. m. – Altro nome della pianta primavera (Primula vulgaris).
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