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oramai

di Mario Medici - Enciclopedia Dantesca (1970)
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oramai (ormai)

Mario Medici

L'avverbio è scarsamente rappresentato, e solo nelle Rime (2 casi) e nella Commedia (8 casi): gli editori danno per Rime LXII 8 la forma ‛ ormai '.

Ha impieghi e valori analoghi a ‛ omai ' (che è più usato da D.), per cui rinviamo a tale voce per il loro riscontro e confronto, limitandoci qui a fornire la documentazione: Rime LXII 8 Dunque ormai lastri / vostro cor lo cammin; LXXV 8 sarebbe oramai tardi; If XI 112 Ma seguimi oramai che 'l gir mi piace; XXXIV 68 oramai / è da partir (in rima); Pg XXIII 5 vienne oramai; XXXIII 100 oramai saranno nude / le mie parole; Pd VII 49 Non ti dee oramai parer più forte; XI 75 Francesco e Povertà per questi amanti / prendi oramai nel mio parlar diffuso, e 118 Pensa oramai qual fu colui; XXIX 128 ritorci / li occhi oramai verso la dritta strada. Vedi anche OGGIMAI.

Vocabolario
oramài
oramai oramài (o ormài) avv. [comp. di ora1 e mai]. – Delle due varianti, la forma oramai è più pop. e più usuale nella lingua parlata, mentre ormai è più frequente nella lingua scritta; spesso, tuttavia, la preferenza per l’una o per l’altra...
spregiudicare
spregiudicare v. tr. [retroformazione da spregiudicato] (io spregiùdico, tu spregiùdichi, ecc.), raro. – Liberare e, come intr. pron., liberarsi da pregiudizî, da giudizî preconcetti: oramai anche le persone più semplici si stanno spregiudicando....
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