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orizzonte

Dizionario di filosofia (2009)
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orizzonte


Il termine astronomico, che indica la linea, mobile e dinamica, che divide la Terra dal cielo, viene utilizzato metaforicamente in filosofia per indicare in generale il limite in cui si separano, ma anche si collegano, l’indeterminato e il determinato, il finito e l’infinito, con riferimento, innanzitutto, allo spazio. È soprattutto con l’età moderna, e in partic. con le scoperte geografiche e la rivoluzione astronomica, che misero in discussione l’idea di un mondo finito, che il termine ha avuto larga fortuna, con un accentuato aspetto di dinamismo e di apertura rispetto all’infinito: nel proclamare l’infinità dell’Universo e dei mondi, Bruno parlerà così degli «innumerabili o. mondani» che si schiudono a partire dagli «innumerabili astri» che popolano l’Universo (De l’infinito, universo e mondi, 1584). In Kant, il termine, largamente usato, viene applicato al campo della conoscenza, nell’ambito della nuova prospettiva critica, e acquista un importante connotato soggettivo, pur non mutando sostanzialmente di significato: esso designa il limite, la finitezza della nostra conoscenza nei suoi vari ambiti (logico, estetico, ecc.). Con l’idealismo e la cultura romantica, l’accentuarsi ulteriore del dinamismo e dell’attenzione all’infinito, protagonista della rinata metafisica, non modifica in modo sostanziale il significato del termine: per es., nel più romantico dei suoi componimenti poetici, Leopardi parlerà della siepe «che da tanta parte de l’ultimo o. il guardo esclude» (L’infinito), facendo dell’esperienza dello sguardo verso l’o. la metafora più congrua dell’irreprimibile tensione del finito verso l’infinito. E anche quando in altri autori di questa corrente e periodo storico-culturale si può cogliere una sfumatura negativa del termine, rimane acquisita la sua sostanziale ambiguità: l’o. si pone insieme come limite e tramite rispetto all’infinito. Nel 20° sec. Husserl connota il termine in un senso accentuatamente temporale: nelle Idee per una fenomenologia pura e una filosofia fenomenologica (1913), egli caratterizza ogni istante presente («ora») come dotato di un «suo o. del prima» e di un suo «o. del dopo»: l’o. è insomma il concetto a cui viene fatto appello per spiegare come in ogni momento della nostra esperienza vissuta noi siamo aperti contemporaneamente verso il passato (ritenzione) e verso il futuro (protenzione). La tensione fra finito e infinito viene dunque colta come una caratteristica di ogni momento della nostra esperienza vissuta. Anche se la soggettivizzazione del termine era stata già largamente compiuta da Kant, Husserl, collocandolo nel cuore della coscienza e della sua esperienza della temporalità, lo allontana più decisamente dalla sua origine astronomica e dal suo legame con lo spazio, ed è in questa accezione che il termine ha avuto soprattutto corso nella successiva filosofia novecentesca.

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cielo La volta emisferica che sembra limitare verso l’alto la nostra visione e la cui base circolare sembra posare sull’orizzonte. astronomia e geofisica La volta celeste appare emisferica, ma alquanto appiattita in conseguenza del fatto che le distanze si apprezzano in modo differente, secondo che la visuale ... astronomia Scienza che studia i corpi celesti, le loro proprietà, natura ed evoluzione. Nel passato si soleva distinguere nettamente una branca dell’astronomia, l’astrofisica, che si occupa specificamente dei processi fisici nei corpi celesti; ma oggi gli aspetti razionali e teorici della ricerca sono così avanzati ... astrologia Utilizzo degli astri per determinarne i presunti influssi sul mondo terreno e in base a essi prevedere avvenimenti futuri o dare spiegazione di fatti passati rimasti sconosciuti. 1. Le origini Le origini dell’astrologia si perdono nei tempi e si confondono con quelle dell’astronomia. Già presso le ... prospettiva Rappresentazione degli oggetti nello spazio (nel disegno, nella pittura ma anche nella scultura in bassorilievo o altorilievo), in modo da raggiungere l’effetto della terza dimensione su una superficie bidimensionale. arte Nella storia delle arti figurative il termine prospettiva viene usato in modo ...
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    Enciclopedia on line
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  • orizzonte
    Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
    orizzónte [Der. del lat. horizon -ontis, dal gr. horízon -ontos, part. pres. di horízo "limitare", sottinteso ky´klos "circolo" e quindi "circolo delimitante (il panorama")] [ASF][GFS] Concret., la linea apparente lungo la quale cielo e terra sembrano toccarsi; accanto a questo, che si chiama o. visibile ...
  • ORIZZONTE
    Enciclopedia Italiana (1935)
    Si dice orizzonte (fisico) di un luogo, da cui l'occhio possa spaziare in tutte le direzioni - o quanto meno in un largo settore -, la linea di confine della regione terrestre visibile; e talvolta si designa col medesimo nome anche questa stessa regione. Per definire l'orizzonte astronomico conviene ...
Vocabolario
oriżżónte
orizzonte oriżżónte s. m. [dal lat. horīzon -ontis, gr. ὁρίζων -οντος, propr. part. pres. di ὁρίζω «limitare» (sottint. κύκλος «circolo»)]. – 1. a. La linea apparente, a forma di cerchio o di arco di cerchio, lungo la quale, in un luogo...
oriżżontare
orizzontare oriżżontare v. tr. [der. di orizzonte] (io oriżżónto, ecc.). – Collocare, disporre in una posizione determinata rispetto all’orizzonte e ai punti cardinali (sinon., meno com. e meno esatto, di orientare). Più frequente il rifl....
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