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piagare

di Luigi Blasucci - Enciclopedia Dantesca (1970)
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piagare

Luigi Blasucci

Delle quattro occorrenze del verbo, una sola è riconducibile al senso proprio di " ferire ", al passivo: Fiore CXLVII 4 molte zuffe ne fur cominciate, / e molta gente alcun'ora piagata.

Negli altri casi il verbo è in senso traslato: come transitivo, in Fiore I 8 Allor gli [al dio d'amore] piacque / che di cinque saette mi piagasse; con costrutto assoluto, in Rime CVI 123 Volete udir se piaga?, dove il soggetto è l'avaro, che col suo contegno (chi con tardare, e chi con vana vista, / chi con sembianza trista / volge il donare in vender tanto caro / quanto sa sol chi tal compera paga, vv. 119-122) " ferisce ", " offende moralmente " colui al quale vuol donare. Come participio sostantivato ricorre in Cv I III 4 la piaga de la fortuna, che suole ingiustamente al piagato molte volte essere imputata, per cui v. PIAGA.

Vocabolario
piagare
piagare v. tr. [lat. tardo plagare «battere, ferire», der. di plaga: v. piaga] (io piago, tu piaghi, ecc.). – 1. Provocare la formazione di una o più piaghe: lo scarpone stretto gli aveva piagato la caviglia; spesso con la particella pron.:...
piaga
piaga s. f. [lat. plaga, propr. «percossa» e fig. «piaga, ferita», dal gr. πλαγά, forma dorica di πληγή «colpo, percossa»]. – 1. a. Ferita, lesione, lacerazione che, prodotta da un trauma di varia natura o, più spesso, determinata da un...
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