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piatitore

di Luigi Vanossi - Enciclopedia Dantesca (1970)
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piatitore

Luigi Vanossi

Figura in Fiore CXVIII 2 Vedete che danari hanno usorieri; / siniscalchi e provosti e piatitori! / che tutti quanti son gran rubatori, / e sì son argogliosi molto e fieri. È un derivato di ‛ piato ' (" contesa giuridica ") indicante " chi arricchisce attraverso liti e processi " (Petronio). .

Nel manoscritto del Fiore si legge piatitori anche al v. 3 dello stesso sonetto, dove il Castets, seguito dal Parodi, ha introdotto la correzione rubatori, suggeritagli dal Roman de la Rose (" Mais esgardez que de deniers / Ont usurier en leur greniers, / Faussonier e termeieeur; / Baillif, bedel, prevost, maieur, / Tuit vivent près que de rapine ", ediz. Langlois, vv. 11537 ss.).

Non sussistono tuttavia ragioni sufficienti per correggere la lezione originaria, che si conviene alla critica svolta da D., anche nella Commedia, contro gli abusi giuridici. Il valore predicativo che il termine assume al v. 3 basta per evitare identità tra le due parole in rima. Se al v. 2 esso designa un ceto di persone che arricchiscono attraverso i processi, al v. 3 indica più generalmente " chi ama cimentarsi in liti giuridiche ", " contenditore ", e può applicarsi a tutte le categorie citate prima. Il senso del sonetto ne risulta arricchito: l'espressione son gran piatitori trova corrispondenza in quella son... venditori / di lor derrate e atterminatori (vv. 7-8) della quartina successiva, individuandosi così il duplice tramite, giuridico ed economico, attraverso cui si effettua la spoliazione dei ceti aristocratici.

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