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FABRIS, Pietro

di Roberto Middione - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 43 (1993)
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FABRIS, Pietro

Roberto Middione

Attivo a Napoli fra il 1756 e il 1792, fu probabilmente di origine inglese.

Mancano dati biografici più articolati e specifici; anche la sua nazionalità è attestata unicamente dal fatto che egli stesso in molti quadri si definisce, accanto alla firma, "English painter". Un'ulteriore incertezza riguardante il nome di battesimo - interpretato da taluni come "Pio" in virtù di una erronea lettura di alcune firme - è invece da ritenersi definitivamente superata.

L'attività del F. si svolse, con la probabile interruzione di alcuni soggiorni londinesi, interamente a Napoli, nella cui corrente culturale egli risulta pienamente inserito. La sua vasta produzione artistica conosciuta va compresa dunque fra la data del 1756, apposta su una Scena napoletana (Londra, Trafalgar Galleries: cfr. Spinosa, 1987, p. 162), e quella del 1792, esecuzione del Pellegrinaggio al santuario della Madonna dell'Arco (mercato antiquario, già Matthiesen, Londra, pubbl. in Spinosa, 1987, fig. 410).

Tale produzione comprende numerosi oli su tela, gouaches e disegni, ispirati a vedute e paesaggi napoletani e a scene popolari, feste e costumi dell'Italia meridionale. Nella fase iniziale sono marcati i riferimenti a Carlo Bonavia e Gabriele Ricciardelli, arricchiti in seguito dalle collusioni col vedutismo scenografico di Antonio Joli (col quale il F. è stato spesso confuso), per poi stabilizzarsi infine con i modi rigorosi del tedesco Jakob Philipp Hackert, presente quest'ultimo a Napoli dal 1770. Rare deviazioni da questo percorso sono due tarde tele di soggetto sacro (un S. Francesco d'Assisi e un S. Antonio da Padova) nella chiesa di S. Chiara a Bari, ispirate alla maniera di Francesco Celebrano e Fedele Fischetti.

Numerosi quadri del F., oltre a quelli già citati, sono firmati e datati, il che consente di seguirne lo sviluppo artistico; tra questi: 1757, Venditori di cocomeri presso il porto (Londra, Trafalgar Galleries); 1766, Colazione in riva al mare e Colazione sulla spiaggia di Posillipo (Edimburgo. Holyroodhouse); 1773, Ferdinando IV di Borbone alla caccia del cinghiale, in cui è presente l'autoritratto dell'artista (Caserta, palazzo reale); 1778, Scene di vita popolare sulla spiaggia di Posillipo (già mercato antiquario londinese; pubbl. in Spinosa, 1987, fig. 408).

In questo percorso spiccano, per costanza tematica, le varie illustrazioni di feste, tarantelle, colazioni, scenette di genere, tutte in formati piuttosto contenuti, che incontravano in particolare il gusto di collezionisti e viaggiatori stranieri. Importanti serie di questi soggetti, databili tra l'ottavo e il nono decennio del Settecento, sono conservate presso la reggia di Caserta (Colazione a Posillipo, Gita a Baia, Ritorno dalla festa della Madonna dell'Arco, Colazione a Marechiaro, Popolani alla Gaiola, Pescatori alla Gaiola) ed il Museo di S. Martino a Napoli (Colazione alla Gaiola e Pescatori a Marechiaro).

Nell'ambito di un differente filone tematico, di tendenza marcatamente documentaria, spiccano i due dipinti raffiguranti interni dell'appartamento di lord Fortrose a Napoli (Edimburgo, National Gallery of Scotland, Portrait Gallery).

Riproducono una Lezione di scherma ed un Concerto (quest'ultimo con autoritratto dell'artista) e testimoniano fedelmente il gusto del committente, importante collezionista di oggetti d'arte, antichità e curiosità. In essi è raffigurato sir William Hamilton, ambasciatore britannico a Napoli, col quale il F. collaborò ad illustrare a gouache il volume Campi Phlegraei (Napoli 1776-79; cfr. ed. a cura di G. Briganti, Napoli 1985), opera di vulcanologia estesa all'osservazione delle zone vulcaniche della Campania e della Sicilia. Fu questo uno tra i libri più ammirati del Settecento tra le varie cerchie di viaggiatori, scienziati, conoscitori d'arte.

Nella assoluta scarsità di dati biografici acquistano notevole importanza i rapporti del F. con i collezionisti ed i mercanti inglesi: nel 1768 espose alcuni quadri alla Free Society e nel 1772 due vedute alla Society of artists, entrambe di Londra. Ugualmente a Londra, tra il 1777 e il 1782, furono edite le incisioni con le vedute di Napoli e dintorni della serie Twenty views of Naples and its environs engraved by Sandby and Robertson.

Un altro campo di attività del F. fu quello dell'illustrazione di costumi e scene popolari della Campania e delle restanti regioni del Regno.

L'opera più importante è senz'altro il raro volume di stampe Raccolta di vari vestimenti ed arti del Regno di Napoli, edita a Napoli nel 1773 e dedicata anch'essa a sir William Hamilton, nella quale il F. collezionò in trentacinque tavole altrettante fogge di costumi di popolani ed artigiani dei borghi di Napoli, Gaeta, Torre del Greco, Puglia, Calabria e delle isole di Ischia, Procida, Lipari.

Va ricordata infine la vasta produzione di gouaches sciolte e disegni, ovviamente ispirata a tutti i temi prevalenti della pittura e della illustrazione a stampa dell'artista. Gli esemplari più numerosi sono conservati presso il Museo di S. Martino a Napoli, alla Società napoletana di storia patria ed in raccolte private napoletane.

Dopo il 1792 non abbiamo più notizie del F. e ignoriamo anche il luogo della sua morte.

Bibl.: G. Doria-O. Ferrari, Vedute napoletane della raccolta Lemmermann (catal.), Napoli 1952, pp. 16 s., 54-62; M. Rotili, Achille Vianelli (catal.), Napoli 1954, p. 16; R. Causa, Pitloo, Napoli 1956, p. 37; R. Colas, Bibliographie generale du costume et de la mode, New York 1963, n. 1022; S. Ortolani, G. Gigante e la pittura di paesaggio a Napoli e in Italia dal '600 all'800, Napoli 1970, pp. 127 ss., 233 n. 49; M. Winquist, Hjalmar Mörner, artista svedese a Napoli, in Napoli nobilissima, s. 3, IX (1970), 4-5, pp. 169 s.; N. Spinosa, La pittura napoletana da Carlo a Ferdinando IV di Borbone, in Storia di Napoli, VIII, Napoli 1971, pp. 525, 547; M. Causa Picone, Disegni della Società napoletana di storia patria, Napoli 1974, pp. 62 s.; A. Negrospina, L'incisione napoletana dell'Ottocento, Napoli 1976, pp. 48 s., 57 n. 16; M. Paone, Ilcostume popolare salentino. Storia, arte, poesia, Galatina 1976, pp. 8, 33; J. Urrea Fernandez, La pintura italiana del siglo XVIII en España, Valladolid 1977, p. 327; N. Spinosa, in Civiltà del Settecento a Napoli (catal.), Firenze 1979, I, pp. 290 s.; II, p. 434; R. Causa, ibid., I, p. 330; Id., Sterminator Vesevo, in FMR, II (1983), 15, p. 76; H. Acton, Three extraordinary ambassadors, London 1983, p. 63; C. Knight, Ilcontributo di P. F. ai "Campi Phlegraei" di Hamilton, in Napoli nobilissima, XXIII (1983), pp. 100-110; Gouaches napoletane del Settecento e dell'Ottocento (catal.), Napoli 1985, pp. 56 s., 61, 101, 206 s.; M. Fabiani-L. Fino, Scene di vita popolare a Napoli nell'età romantica, Napoli 1985, pp. 61-67; R. Middione-F. Navarro, A Nàpolyifestészet aranykor (L'età d'oro della pittura napoletana; catal. mostra Budapest), Napoli 1985, p. 132; N. Spinosa, Pittura napoletana del Settecento dal rococò al classicismo, Napoli 1987, ad Indicem; M. Magnifico-M. Utili, Vedute italiane del '700 nelle collezioni private italiane (catal.), Venezia-Milano 1987, p. 92; R. Middione-B. Daprà, Realtà e fantasia nella pittura napoletana (catal.), Napoli 1987, pp. 78-84; Id-Id., Reality and imagination in Neapolitan painting of the 17th to 19th centuries (catal.), Edinburgh 1988, pp. 26-29; F. W. Haweroft, Travels in Italy. 1776-1783. Based on the "Memories" of Thomas Jones, Manchester 1988, pp. 81 s., 88; N. Spinosa, in La pittura in Italia. Il Settecento, II, Milano 1990, pp. 514 s., figg. 743, 745; A. Spinosa, ibid., p. 710; U. Thieme-F. Becker, künstlerlexikon, XI, p. 170; Diz. enc. Bolaffi dei pittori... ital., IV, pp. 259-261.

Vedi anche
Migliaro, Vincenzo Pittore, incisore e scultore italiano (Napoli 1858 - ivi 1938). Allievo di D. Morelli; noto per i suoi studî della vecchia Napoli, e per le sue pittoresche scene di genere; si dedicò anche all'acquaforte. Opere nel museo nazionale di Capodimonte e nel museo di S. Martino a Napoli. Dalbòno, Edoardo Dalbòno, Edoardo. - Pittore italiano (Napoli 1841 - ivi 1915). Studiò a Roma con l'incisore L. Marchetti e a Napoli con G. N. Palizzi. Esordì con quadri di soggetto storico, ma fu soprattutto noto per i paesaggi, per le marine e le scene di genere. Fu anche illustratore di libri e riviste. Gèmito, Vincenzo Gèmito, Vincenzo. - Scultore italiano (Napoli 1852 - ivi 1929). Di umili origini, fu allievo di E. Caggiano e di S. Lista. Insofferente di ogni convenzionalismo accademico, produsse un gran numero di figure in terracotta (bambini, pescatori, popolani) intensamente pittoriche pur nella forza plastica ... Napoli Comune della Campania (117,3 km2 con 973.132 ab. nel 2008, detti Napoletani; 3.100.000 ab. considerando l’intera agglomerazione urbana), capoluogo di provincia e di regione. ● Il centro più notevole del Mezzogiorno d’Italia per ampiezza demografica, tradizioni storiche e rilevanza dell’apparato economico, ...
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Vocabolario
piètra
pietra 'piètra s. f. [lat. pĕtra, prestito del gr. πέτρα, entrato in concorrenza con saxum (v. sasso)]. – 1. a. Nome che si dà comunem. ad alcune rocce compatte, spec. a quelle usate come materiale di costruzione: p. viva, roccia allo stato...
pietra d'inciampo
pietra d'inciampo (Pietra d’Inciampo) locuz. s.le f. Piccola targa d’ottone, grande quanto una pietra squadrata tipica della pavimentazione stradale di città come Roma, collocata a scopo memoriale davanti alla porta della casa nella quale...
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