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polarizzatore

Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
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polarizzatore


polarizzatóre [agg. (f. -trice) e s.m. Der. di polarizzare (→ polarizzabile)] [LSF] Di dispositivo che provoca fenomeni di polarizzazione di vibrazioni meccaniche, in partic. acustiche (p. meccanico, in partic. acustico), di radiazioni elettromagnetiche, in partic. luminose (p. radio, X, ecc., in partic. p. della luce, o p. ottico); in molti casi tali dispositivi si riconducono, come principio di funzionamento, a quelli ottici; questi ultimi si distinguono in genere in base al fenomeno utilizzato per polarizzare: p. ottico a birifrangenza, a riflessione, a rifrazione (v. oltre) e talora anche in base a particolarità costruttive (p. a pila di lastre, a prisma, ecc.). ◆ [OTT] P. ottico a riflessione e a rifrazione: è basato sul fatto che inviando un fascio di luce non polarizzata sulla superficie di separazione tra due mezzi trasparenti diversi, i componenti del vettore elettrico di ognuna delle onde riflesse e rifratte parallelo alla superficie e ortogonale a esso hanno un'intensità dipendente dall'angolo d'incidenza (giocano in ciò le equazioni di Fresnel: v. riflessione e rifrazione della luce: V 9 b); se l'incidenza è pari all'angolo di Brewster αB= arctann₁, con n₁ indice di rifrazione della superficie (2) relativ. al mezzo sovrastante (1, di solito l'aria), l'intensità del componente ortogonale s'annulla e il raggio riflesso è polarizzato linearmente con vettori paralleli alla superficie; un p. a riflessione può quindi ottenersi per riflessione sotto la detta incidenza brewsteriana; anzi, per migliorare la purezza della polarizzazione, si fanno avvenire più riflessioni brewsteriane, come nel p. a tripla riflessione, di Schultz (fig. 1). Per reciprocità, sotto incidenza brewsteriana il raggio rifratto è prevalentemente, anche se non completamente, polarizzato in direzione ortogonale a quella del raggio riflesso, per cui con rifrazioni successive attraverso un certo numero di lamine parallele tra loro (fig. 2) si ottiene luce quasi completamente polarizzata linearmente; questo tipo di p., detto p. a pila di lastre, è usato spec. per polarizzare luci di grande intensità, quali, tipic., quelle emesse da laser a impulsi. ◆ [OTT] P. ottico ellittico e circolare: trasforma un fascio di luce non polarizzata in un fascio di luce polarizzata ellitticamente oppure circolarmente (l'estremo del vettore elettrico di ogni onda sinusoidale componente descrive in un periodo un'ellisse o una circonferenza in un piano ortogonale alla direzione di propagazione). Il più diffuso è il p. a combinazione, costituito da un p. lineare a birifragenza (v. oltre) seguito da una lamina ritardatrice, anch'essa birifrangente, che raccoglie la luce polarizzata linearmente dei due raggi ordinario e straordinario, introducendo uno sfasamento tra essi; i due raggi si ricompongono dando luogo a una luce polarizzata ellitticamente e se lo sfasamento introdotto è di 90° (la lamina ritardatrice si chiama allora lamina in quarto d'onda) si ottiene una luce polarizzata circolarmente. Un tipo diverso di p. circolare, non basato sulla birifrangenza, ma sul fatto che in una riflessione totale lo sfasamento tra i componenti del campo elettrico delle onde luminose parallelo e ortogonale alla superficie riflettente è di 45°, è il parallelepipedo di Fresnel (v. riflessione e rifrazione della luce: V 10 d). ◆ [OTT] P. ottico lineare a birifrangenza: è il genere di p. di gran lunga più usato per ottenere luce polarizzata linearmente, cioè con il vettore elettrico delle onde luminose sempre giacente in un piano fisso contenente la direzione di propagazione; è basato sul fatto che un fascio di luce non polarizzata fatto incidere opportunamente su una sostanza birifrangente viene da questa trasformato in due fasci di luce polarizzati linearmente in piani ortogonali tra loro; se si elimina in qualche modo uno di questi due fasci, si ha un fascio di luce con polarizzazione lineare ben definita. I tipi più in uso sono i p. a prisma, spec. i nicol, nei quali uno dei due raggi viene eliminato semplic. per opportuna riflessione (→ nicol) e i p.a pleocroismo, nei quali uno dei due raggi viene eliminato perché molto più assorbito dell'altro (→ pleocroismo); tra questi ultimi rientrano anche i polaroidi.

Vedi anche
prisma Poliedro avente per facce due poligoni uguali (basi) posti su piani paralleli e un numero di parallelogrammi (facce laterali) pari al numero dei lati delle basi. fisica In cristallografia, una delle forme semplici che possono presentare i cristalli nei gruppi trimetrico e dimetrico: per es., prisma ... specchio semiriflettente Lastra di vetro usata, per es., in esperimenti ottici, che riflette all’incirca la metà dell’intensità della luce incidente, lasciando passare l’altra metà. polaròide polaròide (polaròid) Polarizzatore artificiale costituito generalmente da un foglio di materia plastica trasparente in cui sono regolarmente disseminati cristalli microscopici di herapathite, un derivato della chinina, orientati nella stessa direzione. Trasmette luce visibile di qualunque lunghezza d'onda. ... occhiali Strumento ottico consistente in un mezzo trasparente fissato a un sostegno, detto montatura, che lo mantiene in posizione opportuna dinanzi agli occhi. Può servire a compensare i difetti di rifrazione dell’occhio (occhiali correttivi, o da vista; fig. A e C), e in tal caso utilizza come mezzo trasparente ...
Categorie
  • OTTICA in Fisica
  • TEMI GENERALI in Fisica
Vocabolario
polariżżatóre
polarizzatore polariżżatóre agg. (f. -trice) e s. m. [der. di polarizzare]. – Come agg., di apparecchio che provoca fenomeni di polarizzazione in generale e, specificamente, fenomeni di polarizzazione della luce: prisma, microscopio, filtro...
polariżżare
polarizzare polariżżare v. tr. [dal fr. polariser, der. di pole «polo1», inteso come «ciascuno dei due punti estremi e simmetrici»]. – 1. In fisica, provocare (e, nell’intr. pron., polarizzarsi, subire) la nascita di una polarità, l’insorgere...
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