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presunzione

di Francesco Vagni - Enciclopedia Dantesca (1970)
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presunzione

Francesco Vagni

Vale in genere " temerarietà ", " eccessiva pretesa ", " orgoglio ", " arroganza " nel dire, nel pensare e nel fare, derivate tutte da una sopravvalutazione di sé o delle capacità umane.

La p. è considerata da s. Tommaso come un indebito eccesso di speranza o fiducia (" praesumptio videtur importare immoderantiam spei ", Sum. theol. II II 21 1c) in una cosa inattuabile (" vitium praesumptionis consistit in hoc, quod aliquis tendit in aliquod bonum, quod non est possibile, quasi in possibile ", 4 ob. 3). Più specificamente, all'interno dell'etica aristotelica, la p. si configura come l'eccesso della magnanimità (v.) opposto al suo difetto che è la pusillanimità: " Videtur autem magnanimus esse, qui magnis seipsum dignificat, dignus existens... Qui autem magnis seipsum dignum facit, indignus existens, chaymus... Pusillanimus autem deficit, et ad seipsum, et ad magnanimi dignitatem. Chaymus vero, et ad seipsum quidem superabundat, non tamen ad magnanimum " (Arist. Eth. Nic. IV 3, 1123b 1-2, 8-9, 24-26). Tommaso così chiosa (Comm. Eth. IV lect. VIII): " ille qui aestimat seipsum dignum magnis cum sit indignus, vocatur chaymus, idest fumosus: quem possumus dicere ventosum, vel praesumptuosum ", e (lect. XI) " Et dicit quod chaymi, id est praesuntuosi, et sunt insipientes, et ignorant suam conditionem: non quidem propter pigritiam, sicut pusillanimes, sed propter insipientiam. Et hoc apparet manifeste, quia conantur ad agendum vel consequendum aliqua honorabilia, ad quae eorum dignitas non se extendit; ut quando in eorum operatione vel consecutione deficiunt, manifeste redarguendi apparent " (v. anche Sum. theol. II II 130 1-2).

Il termine indica l'" eccessivo ardimento " nell'operare, nel passo di Cv II IX 8 manifesta l'anima nel suo parlare la presunzione loro [degli occhi del poeta, nel guardare negli occhi la Donna gentile] pericolosa essere stata; si riferisce invece alla " superbia ", all' " arroganza " di ordine intellettuale, nell'invettiva contro gl'ignoranti che pretendono di giudicare e interpretare i fatti ordinati dalla sapienza e dalla Provvidenza divina, in IV V 9 Maladetti siate voi, e la vostra presunzione, e chi a voi crede!; per il D. latino, cfr. Quaestio 75.

A parte va considerato il valore di p. in Pg III 140 quale in contumacia more / di Santa Chiesa, ancor ch'al fin si penta, / star li convien da questa ripa in fore, / per ognun tempo ch'elli è stato, trenta, / in sua presunzïon, " scilicet, excomunicatus ", Benvenuto: cioè, si è ostinato in un atteggiamento di superba e tracotante rivolta all'autorità ecclesiastica, per cui è stato scomunicato.

Il senso generale del passo risulta chiaro dalla chiosa del Serravalle: " Vult dicere A. quod quilibet qui stetit in sua praesumptione contumax contra Ecclesiam, licet convertatur in fine suae vitae, pro omni mense, vel anno, oportet eum stare extra ripam in exilium, antequam possit ire ad verum Purgatorium, triginta menses, vel annos etc. ".

Vocabolario
preṡunzióne
presunzione preṡunzióne (ant. o pop. proṡunzióne) s. f. [dal lat. praesumptio -onis, der. di praesumĕre «presumere», part. pass. praesumptus]. – 1. a. Argomentazione o congettura per cui da fatti noti o anche in parte immaginati si ricavano...
presupponènza
presupponenza presupponènza s. f. [comp. di pre- e supponenza]. – Presunzione, arroganza.
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