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MANIACO-DEPRESSIVA, PSICOSI

di Lucio BINI - Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
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MANIACO-DEPRESSIVA, PSICOSI (XXII, p. 118)

Lucio BINI

I progressi recenti più importanti in questo campo riguardano lo studio delle forme depressive. È stata confermata la rarità delle pure forme maniacali e la notevole prevalenza delle forme di melanconia semplice e di melanconia periodica, sulla forma circolare o psicosi maniaco-depressiva propriamente detta (P. Kielholz).

Non tutti i clinici hanno accettato le distinzioni sindromiche classiche: depressione endogena, depressione reattiva, depressione costituzionale (o personalità disforica), depressione schizofrenica, depressione organica. Si sono sollevati dubbî e incertezze in parecchi aspetti del problema (Simposî dell'Univ. McGill e dell'Univ. di Cambridge): soprattutto si discute, con opinioni contrastanti, sulla distinzione fra gli elementi organici, endogeni e reattivi; sui rapporti fra depressione e ansia e fra depressione distimica e depressione schizofrenica. Non sono mancati tentativi di modificare la nosografia classica con la creazione di nuove entità: quali la timopatia ansiosa (J. J. Lopez Ibor), la depressione di fondo (K. Schneider), la distimia endo-reattiva (H. J. Weitbrecht); e di abolire la distinzione per unità di malattie, con una tassonomia sintomatica (H. Ey, F. A. Freyhan, W. Janzarik). Tutti questi tentativi non risultano maturi per un vero progresso della nosologia clinica classica (H. Volkel, L. Bini).

La melanconia involutiva è da molti ancora considerata una varietà della psicosi maniaco-depressiva (J. Wyrsch); da altri è nettamente distinta (P. Kielholz). Secondo F. S. Kallmann, gli studî di genetica confermano la distinzione: mentre la psicosi maniaco-depressiva ha eredità specifica dominante (con correlazione del 95,7% di gemelli uniovulari), la melanconia involutiva ha rapporti con il genotipo schizofrenico, con correlazione del 60% fra gemelli uniovulari.

Alle descrizioni di psicopatologia esistenzialista di L. Binswanger, sulla mania, sono seguite quelle sulle forme depressive (V. E. Gebsattel, H. Ey), d'interesse puramente letterario e filosofico, e di nessuna utilità clinica.

Fra le ricerche biochimiche recenti (W. M. Sperry), le più interessanti riguardano la secrezione ormonica: si sono dimostrate, in molti casi, modificazioni delle funzioni ipofisaria e surrenalica (M. Reiss). Questo dato è stato messo in rapporto con la comparsa di stati depressivi di tipo endogeno (sensibili all'elettroshock) e di stati maniacali, dopo la somministrazione di ACTH e di cortisonici (R. A. Cleghorn). Ma ancora non è dimostrato un rapporto patogenetico costante fra psicosi maniaco-depressiva e alterazione ipofiso-surrenalica. Si ritiene perciò più verosimile un'azione scatenante sul nucleo endogeno distimico, per variazioni ormoniche.

La terapia della psicosi maniaco-depressiva è sempre imperniata sulla shockterapia convulsivante (v. anche psichiatria, in questa App.). La leucotomia non impedisce il ritorno periodico delle crisi distimiche, ed ha indicazioni eccezionali nelle forme senza ansia (A. Elithorn e collab.). I farmaci neurolettici, molto utili per sedare le agitazioni maniacali e l'ansia, hanno effetto peggiorativo nella melanconia pura. Le forme depressive negli ultimi anni sono trattate con nuovi farmaci "antidepressanti": i derivati dell'isoniazide ad azione stimolante ed euforizzante (cosiddetti psicoenergetici), e i derivanti dell'iminodibenzile, considerati, da alcuni, curativi specifici del nucleo endogeno disforico (cosiddetti timolettici): l'efficacia di questi ultimi deve però essere ancora confermata sulla base di una più profonda esperienza.

Bibl.: P. Kielholz, in Schweiz. Med. Wschr., LXXXVII (1957); McGill University, Conference on depression and allied states, in Canadian Psych. Ass. Journal, suppl. vol. IV (1959); Cambridge University, Symposium on depression, sett. 1959; J. J. Lopez Ibor, Los problemas de las enfermedades mentales, Madrid 1949; K. Schneider, in Fortschr. d. Neurol., XVII (1949), p. 429; H. J. Weitbrecht, in Fortschr. d. Neurol., XX (1952), p. 247; H. Ey, Études psychiatriques, III, Parigi 1954; F.A. Freyhan, in Nervenarzt, XXVIII (1957), p. 504; W. Janzarik, in Nervenarzt, XXX (1959), p. 153; H. Volkel, in Arch. Psych. Neur., CXXXVII (1959), p. 325; L. Bini, Treatment of depression, in Symposium on depression, Cambridge Univ., settembre 1959; J. Wyrsch, États dépressifs, in Acta Psychosomatica, 1959; F. S. Kallmann, in Am. Handb. of Psych., I (1959), p. 175; V. E. Gebsattel, Prolegomena einer medizinischen Anthropologie, Berlino 1954; W. M. Sperry, The biochemistry of depression, in P. H. Hoch e J. Zubin, Depression, New York 1954; M. Reiss, in Arch. Psych. Nervenkr., CLXXXVII (1952), p. 488; R. A. Cleghorn, in H. Hoagland, Hormones, Brain function and behavior, New York 1957; A. Elithorn, W. McKissock, G. Knight e M. Partridge, in Brit. Med. J., XIII (1958), p. 1470.

Vedi anche
mania In psicopatologia, stato psichico caratterizzato da euforia, allegria e ottimismo immotivati, da un’alterazione del corso dello psichismo nel senso di una accelerazione il cui grado estremo è rappresentato dalla disordinata ‘fuga delle idee’. L’attenzione è labilissima, le associazioni facili e superficiali; ... psicosi Termine che designa la malattia mentale propriamente detta; spesso è usato con un aggettivo che ne specifica la natura, l’eziologia o l’elemento dominante: per es., psicosi sintomatica, psicosi luetica, psicosi maniaco-depressiva ecc. ● Dal punto di vista psichiatrico la psicosi è una condizione patologica ... schizofrenia Termine, coniato da E. Bleuler, che fa riferimento alla caratteristica essenziale di un vasto gruppo di psicosi il cui fenomeno psicopatologico fondamentale è costituito da un processo di disgregazione (dissociazione) della personalità psichica; questo processo si traduce in gravi disturbi della strutturazione ... psicofàrmaci psicofàrmaci Gruppo di farmaci capaci d'influenzare l'attività psichica, normale e patologica. Sono sostanze difficilmente classificabili, perché a somiglianza di struttura molecolare e di effetti d'ordine neurologico possono corrispondere proprietà terapeutiche differenti. In base alle esigenze clinico-terapeutiche ...
Tag
  • ESISTENZIALISTA
  • PSICOPATOLOGIA
  • SCHIZOFRENICO
  • NEUROLETTICI
  • CORTISONICI
Altri risultati per MANIACO-DEPRESSIVA, PSICOSI
  • ciclotimico, disturbo
    Dizionario di Medicina (2010)
    Instabilità dell’umore caratterizzata da sintomi maniacali e depressivi (➔ maniaco- depressiva, sindrome).
  • bipolare, disturbo
    Dizionario di Medicina (2010)
    Giuseppe Ducci Disturbo psichico, precedentemente chiamato psicosi maniaco-depressiva, caratterizzato da alterazioni cicliche dell’umore, talora intervallate da periodi asintomatici. Clinica Nelle forme più tipiche del disturbo b., fasi depressive si alternano a periodi connotati da esaltazione dell’umore ...
  • MANIACO-DEPRESSIVA, PSICOSI
    Enciclopedia Italiana (1934)
    Ernesto LUGARO Eugenio TANZI . Denominazione data da E. Kraepelin all'insieme delle psicosi affettive (mania, melancolia; psicosi periodiche, circolari, irregolari) considerate come espressione d'un unico processo morboso, d'una sola malattia. Che le sindromi della melancolia e della mania s'avvicendino ...
Vocabolario
manìaco-depressivo
maniaco-depressivo manìaco-depressivo agg. – In psichiatria, psicosi maniaco-depressiva, grave malattia mentale caratterizzata da una patologica alterazione del tono dell’umore, che presenta fasi di esaltazione e di depressione, le quali...
manìaco
maniaco manìaco agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. mediev. maniacus, der. del lat. tardo manĭa «mania»] (pl. m. -ci). – 1. Di cosa, condizione o comportamento che ha il carattere o gli aspetti della mania, nel sign. più esteso ch’ebbe un tempo...
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