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PUBLILIO Siro

di Francesco Arnaldi - Enciclopedia Italiana (1935)
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PUBLILIO Siro

Francesco Arnaldi

Schiavo, forse di origine antiochena, fu portato in Italia, dove con la sua bellezza e il suo spirito riuscì a conquistarsi la cultura e la libertà. Divenne così autore e soprattutto attore di mimi, portando in essi l'arguzia della sua razza. Già celebre in tutta Italia, Cesare lo volle nel 46 alla capitale, per dimostrare in gara con Decimo Laberio la sua abilità, e S. Girolamo pone nel 43 il periodo della sua maggior fortuna.

Improvvisatore, più che vero e proprio scrittore di mimi, la sua fama era naturalmente destinata a scomparire con lui; ma, se dei mimi che egli scrisse non ci sono rimasti che due frammenti, del Murmurco (Il brontolone) e dei Putatores (I potatori) - i versi de luxuria, che si trovano nel romanzo di Petronio (55) non sono probabilmente che una imitazione di cose sue -, il buon senso ch'egli sparse a profusione nei suoi mimi ci è stato conservato in una raccolta intitolata Senecae sententiae o proverbia, circa 700 senarî giambici o settenarî trocaici, resti di una raccolta alquanto più ampia in ordine alfabetico, che i due Seneca conobbero e citarono, giuntici attraverso varie redazioni contenenti ora l'uno ora l'altro gruppo di versi.

Bibl.: M. Schanz, Gesch. d. röm. Lit., I, 4ª ed., Lipsia 1927, pp. 259 segg. Per la bibl. v. anche F. Bernini, Studi sul Mimo, Pisa 1915 (Annali Scuola Normale, XXVII).

Vedi anche
Decimo Labèrio Labèrio, Decimo (lat. Decĭmus Laberius). - Scrittore romano di mimi (probabilmente 106 a. C. - 43 a. C.). Di famiglia equestre, fu costretto da Cesare, offeso per la sua mordacità, a calcare già anziano le scene come attore in un suo mimo, in competizione con il liberto Publilio Siro (e perdette così, ... mimo letteratura Particolare forma di commedia basata sulla rappresentazione realistica e buffonesca della vita, sviluppatasi come genere teatrale e letterario, in versi e in prosa, presso gli antichi Greci e Romani. Al genere mimico appartengono le farse popolari spartane dei deikelìktai, quelle dei fallofori ... Aulo Gèllio Gèllio, Aulo (lat. Aulus Gellius). - Scrittore ed erudito latino (sec. 2º d. C.). Fu da giovane ad Atene, dove tornò in età matura, e dove compose l'opera detta Noctes Atticae, perché ebbe origine da appunti presi nelle lunghe sere d'inverno in una rustica dimora dell'Attica; è un'opera miscellanea (in ... Lucio Anneo Sèneca Sèneca, Lucio Anneo (lat. Lucius Annaeus Seneca). - Filosofo e scrittore latino (n. Cordova 4 a. C. - m. 65 d. C.). Figlio di Seneca il Retore, compì i suoi studî a Roma, con Papirio Fabiano, retore e filosofo stoico, lo stoico Attalo, il cinico Demetrio e il neopitagorico Sozione. Giovane, si recò in ...
Altri risultati per PUBLILIO Siro
  • Publìlio Siro
    Enciclopedia on line
    Mimo romano di origine antiochena (seconda metà sec. 1º a. C.). Si affrancò dalla schiavitù grazie alla fama ottenuta per la sua abilità di mimo e di compositore di mimi (improvvisati e scritti). Chiamato a Roma da Giulio Cesare, gareggiò col mimografo Decimo Laberio su cui riportò una celebre vittoria. ...
Vocabolario
siro
siro (o sìrio) agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. Syrus (e Syrius), gr. Σύρος (e Σύριος)]. – Dell’antica Siria; abitante della Siria antica: L’Arabo, il Parto, il Siro (Manzoni); al plur., i S., nome con cui si designano abitualmente gli abitanti...
bis dat qui cito dat
bis dat qui cito dat (lat. «dà due volte chi dà presto»). – Noto aforisma latino che deriva forse da un verso di Publilio Siro, mimografo latino del 1° sec. a.C.
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