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Alfredo, Re del Wessex

di M. Gibson - Enciclopedia dell' Arte Medievale (1991)
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Alfredo, Re del Wessex

M. Gibson

Figlio minore di Etelvulfo, re del Wessex, A., nell'853 ancora bambino, "fu consacrato re" a Roma da papa Leone IV (Anglo-Saxon Chronicle, sub anno; Asser, Vita Alfredi Regis, cap. 8). Nell'871 successe al trono di un regno da tempo soggetto alle scorrerie e a quel tempo minacciato dalla presenza dei Vichinghi (Anglo-Saxon Chronicle, anno 876). La resistenza militare e navale di A. stabilizzò il Wessex, creando così le premesse per una più ampia ripresa inglese sotto Edoardo il Vecchio (899-925) ed Etelstano (924-939).

Sia l'Anglo-Saxon Chronicle, sia la Vita di Asser lo descrivono come amministratore capace e abile nelle finanze, grande costruttore, mecenate e ideatore di "venerabiliora et pretiosiora nova sua machinatione" (Vita Alfredi Regis, cap. 76). A. accolse volentieri eruditi stranieri e avviò un programma di traduzioni dal latino all'anglosassone, attività peraltro da lui stesso amata. La stima di cui godeva - come "immobilis occidentalium postis" (Chronicon Aethelweardi, anno 899) e come il più grande dei re inglesi (Orderico Vitale, Historia Aecclesiastica, IV) - non mutò anche dopo la sua morte (899); tuttavia le sue gesta, pur con una fiorente tradizione orale, non vennero composte in alcun ciclo.

Delle opere promosse da A. si conservano poche testimonianze. Degli edifici legati al suo nome restano le fondamenta di un palazzo reale portate alla luce a Cheddar (Colvin, 1963, I, p. 12) e un frammento di affresco su pietra, forse proveniente dal monastero alfrediano presso Athelney (The Golden Age of Anglo-Saxon Art, 1984, nr. 25), ricordato da Guglielmo di Malmesbury (De Gestis Pontificum Anglorum). La traduzione anglosassone della Cura pastoralis di Gregorio Magno (Oxford, Bodl. Lib., Hatton 20) è l'unico codice miniato sotto la direzione di A. a essersi conservato; presenta iniziali minori in stile antico (Temple, 1976, nr. 1; The Golden Age of Anglo-Saxon Art, 1984, nr. 1). Di alcuni manoscritti carolingi, compreso il Salterio di Utrecht (Utrecht, Bibl. der Rijksuniv., 32), si può sostenere con quasi assoluta certezza che siano giunti in Inghilterra entro il 900 ca. (Gneuss, 1981).

Le testimonianze più significative dell'attività artistica durante il periodo di A. sono costituite da tre lavori di oreficeria: la fibula Fuller (Londra, British Mus.), niello su argento raffigurante i cinque sensi; il reliquiario a borsa di Winchester (City Mus.), interessante in quanto si tratta della riutilizzazione di un'opera carolingia in metallo sbalzato, e il c.d. gioiello di A. (Oxford, Ashmolean Mus. of Art and Archaeology), un monile in oro, cristallo di rocca e smalto, con un'iscrizione in inglese antico sulla cornice: "Aelfred mec heht gewyrcan" ('A. ordinò che io fossi fatta'). L'uso di questo oggetto rimane incerto; potrebbe trattarsi di uno dei preziosi aestel - sorta di punte indicatrici usate come ausilio per la lettura e per la trascrizione dei manoscritti - che il re A. inviò in dono a ognuno dei suoi vescovi. Il gioiello fu trovato nel 1693 a km. 6,5 ca. da Athelney, nel Somerset, dove il re aveva fondato un monastero. L'unico oggetto simile si trova nello stesso museo di Oxford ed è il gioiello di Minster Lovell; le analogie nella tecnica di lavorazione dell'oro e nella decorazione a smalto sembrano indicare per i due oggetti la provenienza da un medesimo laboratorio.

Bibliografia

Fonti:

Anglo-Saxon Chronicle, a cura di D. Whiteel Lock, D.C. Douglas, S.I. Tucker, London 1961.

Asser, Vita Alfredi Regis, a cura di W.H. Stevenson, Oxford 1904.

Chronicon Aethelweardi, a cura di A. Campbell (Oxford Medieval Texts), London 1962.

Orderico Vitale, Historia Aecclesiastica, a cura di M. Chibnall, 6 voll. (Oxford Medieval Texts), Oxford 1968-1980.

Guglielmo di Malmesbury, De Gestis Pontificum Anglorum libri quinque, a cura di N.E.S.A. Hamilton, in Rer. Brit. MAe. SS, LII, 1870, p. 199.

Letteratura critica:

H.M. Colvin, The History of the King's Works: the Middle Ages, 2 voll., London 1963.

D.A. Hinton, A Catalogue of the Anglo-Saxon Ornamental Metalwork, 700-1100, in the Department of Antiquities, Ashmolean Museum, Oxford 1974, pp. 29-48.

E. Temple, Anglo-Saxon Manuscripts 900-1066 (Survey of Manuscripts Illuminated in the British Isles, 2), London 1976.

H. Gneuss, A preliminary list of manuscripts written or owned in England up to 1100, Anglo-Saxon England 9, 1981, pp. 1-60.

S. Keynes, M. Lapidge, Alfred the Great: Asser's Life of King Alfred and other contemporary sources (Penguin Books), London 1983; The Golden Age of Anglo-Saxon Art, cat., London 1984.

Vedi anche
Alfrédo il Grande re di Wessex Alfrédo (anglosass. Aelfred) il Grande re di Wessex. - Quarto figlio (n. Wantage, Berkshire, 848 circa - m. 901) di Etelvulfo, si distinse nella lotta contro gl'invasori danesi, battendoli nell'871 a Aescesdún (Ashdown?); alla morte del fratello Etelredo ascese al trono e sconfisse ancora i Danesi a ... Caedwalla ‹kädu̯òlë› (o Cadwallon). - 1. Re britannico cristiano del Gwynedd (m. Heavenfelth 634); battuto da Eadwine re di Northumbria nel 629, si alleò con Penda, re pagano di Mercia. Uniti sconfissero Eadwine a Heathfield nel 633. Ne seguirono feroci rappresaglie anticristiane. Vinto e ucciso da Osvaldo, successore ... Etelvulfo re di Wessex Figlio (m. 858) di Egberto, gli successe nell'839. Sostenne continue lotte contro i Danesi e nell'851 riportò una vittoria a Oakley; nell'853 sottomise i Gallesi settentrionali. Nell'855 donò le terre alla Chiesa e andò pellegrino a Roma, dove rimase un anno. Al ritorno trovò che il figlio Etelbaldo ... Wihtred ‹u̯ìkℎtred›. - Re del Kent (m. 725), asceso al trono verso il 690, riuscì (694), mediante un forte tributo, a rappacificarsi con il re dello Wessex, Ine, invasore del Kent, assicurandosi così un lungo e pacifico regno. A lui si deve uno dei primi codici di leggi inglesi, steso a Bersted alla fine del ...
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Altri risultati per Alfredo, Re del Wessex
  • INE re del Wessex
    Enciclopedia Italiana (1933)
    Successe a Ceadwalla nel 688. Combatté con il re di Kent, fino al 694; nel 710 contro Gerent del Galles Occidentale e nel 715 contro il re di Mercia. Nel 726, deposta la dignità regia, si recò a Roma e si fece monaco. Morì circa il 730. A I. è dovuto il primo codice di leggi dei Sassoni occidentali ...
  • ETELSTANO re del Wessex e di Mercia
    Enciclopedia Italiana (1932)
    Nipote di Alfredo il Grande e figlio di Edoardo il Vecchio, ascese al trono nel 924, quando il regno di Wessex aveva affermato la sua egemonia fra il Tamigi e il Humber, in modo da non avere nemici da questa parte. Ed E. meditò di estendere i suoi dominî verso il nord, tanto che contro di lui si formò ...
Vocabolario
re²
re2 re2 〈ré〉 (ant. rège) s. m. [lat. rex, dal tema di regĕre «governare»]. – 1. a. Il capo riconosciuto e legittimo di uno stato monarchico (v. monarchia): re assoluto, costituzionale, ereditario, elettivo; ant. re di corona, re di grande...
re¹
re1 re1 〈rè〉 s. m. [prima sillaba di resonare con cui ha inizio il 2° emistichio dell’inno di s. Giovanni Battista; v. nota, n. 2 a, e ut]. – Nome dato nei paesi latini, dalla riforma di Guido d’Arezzo (sec. 11°) in poi, alla seconda nota...
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