Tutte le storie della lingua latina portano una sezione, un capitolo, se non altro un cenno, all’influenza esercitata dal cristianesimo (assai sinteticamente Meillet 19333: 276; più estesamente Devoto [...] sul significato di una parola comune fino a mutarlo radicalmente. In altri casi, la parola latina, che si era persa nel passaggio al volgare comune, si conservò nell’uso religioso: così domus fu il «duomo», una chiesa, o meglio, all’origine, la ...
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L’etimologia (gr. etymología, lat. etymologĭa) è lo studio dell’origine delle parole. La sua tradizione risale a più di 2500 anni fa: riflessioni etimologiche si conoscono già dai tempi degli antichi Indiani [...] Lupis (2001) e Schweickard (2003).
Presso gli antichi era diffusa l’opinione che le cose avessero ricevuto il nome e con essa in parte anche il latino parlato/latino volgare, è ben documentata, e persino presente nella ricerca filologica ...
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Sotto l’etichetta di indefiniti si raggruppano una serie di determinanti o sostituti del nome che danno informazioni quantitative sul referente del nome a cui si collegano. È una classe che comprende elementi [...] consonantico. Nell’italiano antico, prima che si affermasse la forma ogni, era usato ogne (per es. «per ogne calle»: Dante, Inf. I che non ha continuatori nelle lingue romanze. Dal latino volgare *ălt(e)ri (in luogo del nominativo alter, modificato ...
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Ogni lingua si articola in sillabe, per effetto dell’alternarsi di foni consonantici e vocalici (➔ fonetica; ➔ consonanti; ➔ vocali). I secondi sono caratterizzati da maggior sonorità intrinseca e maggior [...] da consonante nasale in coda (che è poi caduta), non quando la nasale era nell’attacco della sillaba seguente (cfr. bon /bõ/ ~ bonne /bɔn tendenza, quest’ultima è stata ristabilita in volgare. Le sequenze geminata+liquida/legamento non sono rare ...
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Per coniugazione si intende l’insieme delle variazioni morfologiche del verbo in relazione al modo, al tempo, all’aspetto, alla diatesi, alla persona, al numero e al genere. Il termine (dal lat. coniugatiōnem [...] all’italiano, viene mantenuto l’accento su quella che nelle forme latine era la vocale lunga -ē-: tenére < tenēre, vedére < eccezioni; nel passaggio dal latino classico al latino volgare e poi all’italiano si registrano alcuni spostamenti di ...
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L’opera in volgare di Francesco Petrarca (Arezzo 1304 - Arquà 1374) si esaurisce nelle 366 liriche d’amore che compongono i Rerum vulgarium fragmenta (indicato più comunemente, a partire dal Quattrocento, [...] finalmente ortodosso, è segnato dalle bembiane Prose della volgar lingua (1525), che nel terzo libro forniscono all -ei. Non sopravvive al contrario tutto ciò che era stato indiscriminatamente accolto nella precedente rimeria toscana: il ➔ ...
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Giambattista Vico nacque a Napoli il 23 giugno 1668, in una famiglia di modeste condizioni (il padre era libraio). Intrapresi gli studi di filosofia come esterno presso il collegio dei gesuiti di Napoli [...] , che aveva licenziato le bozze di due terzi dell’opera, era morto a Napoli il 23 gennaio dello stesso anno.
Le idee formazione della sua prosa italiana. Nei meno numerosi testi in volgare (le due risposte al «Giornale de’ letterati», i documenti ...
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La coerenza è la proprietà che definisce il testo come unità fondamentale della comunicazione linguistica (➔ testo, struttura del). Si tratta di una caratteristica che riguarda l’organizzazione del significato [...] li rendevano a priori i più adatti ad assicurare all’Italia un’unità linguistica. [In particolare] il volgare parlato in Toscana era rimasto più vicino al latino parlato anticamente.
A un livello inferiore, la seconda proposizione è accompagnata da ...
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Per variazione diatopica (dal gr. diá «attraverso» e tópos «luogo») si intende la ➔ variazione linguistica su base geografica. L’espressione è stata, se non creata, certo diffusa negli studi linguistici [...] rapporto allo spazio, che costituisce un’acquisizione secolare, era stata già approfondita negli studi di dialettologia (➔ sia perché tutti i dialetti italoromanzi derivano dal latino volgare, che si è quindi differenziato da zona a zona ...
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Niccolò Machiavelli nacque a Firenze il 3 maggio 1469. Sulla sua formazione dà notizie il Libro dei Ricordi del padre Bernardo, dottore in legge. Il 19 giugno 1498 divenne segretario della seconda cancelleria [...] sgrammaticamenti» (Foscolo 1958: 228).
Machiavelli scelse il volgare per tutta la sua produzione, in particolare per io non ero per iustificarlo meglio mi havessi facto per il passato, che era: l’un con la impossibilità, l’altro con la mala natura di ...
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volgare1
volgare1 (ant. vulgare) agg. [dal lat. vulgaris, der. di vulgus «volgo»]. – 1. non com. Del volgo, degli strati socialmente, culturalmente ed economicamente inferiori della popolazione: usi, tradizioni, pregiudizî v.; nell’uso ant.,...
era
èra s. f. [dal lat. tardo aera «numero, cifra», propr. plur. di aes aeris «bronzo, rame»]. – 1. La più ampia divisione del tempo nella storia dei diversi popoli. Più particolarm., in cronologia, sistema di computo del tempo che prende...