Termine gergale, di origine onomatopeica, indicante lo stile jazzistico sorto a New York nei primi anni 1940 a opera di C. Parker, D. Gillespie, K. Clarke, T. Monk e B. Powell. Rinnovò radicalmente gli elementi formali dell’improvvisazione jazzistica, contrapponendosi alla banalizzazione commerciale degli anni dello swing, e diede l’avvio al jazz moderno, di cui ha influenzato ogni ulteriore sviluppo ...
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Genere musicale sorto negli USA intorno all’inizio del 20° sec., frutto di un lungo processo di sincretismo tra forme musicali occidentali e poetiche africane, che risalivano alla memoria culturale degli [...] Reinhardt) per la chitarra.
In realtà lo stile di Christian, pur essendo un prodotto dello swing, già preludeva allo stile be-bop, i cui precursori (in particolare D. Gillespie e poi C. Parker) si trovarono a improvvisare liberamente assieme a lui in ...
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Pianista e compositore statunitense (Rocky Mount, Carolina del Nord, 1917 - Weehawken, New Jersey, 1982). Distintosi all'inizio degli anni Quaranta tra i primi sperimentatori del be-bop, poi dal 1947 al [...] Venti) in una musica dai contorni melodici inusitati e spigolosi e dai densi agglomerati armonici, con una ricchezza di linguaggio e di espressione destinata a rivelarsi più duratura del be-bop stesso e a stimolare continue riletture della sua opera. ...
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Cantante jazz afroamericana (Newark, New Jersey, 1924 - Hidden Hills, California, 1990). Dopo aver esordito nella orchestra di E. Hines (1943) e di B. Eckstine (1944), entrò in contatto con gli innovatori [...] del be-bop e con loro realizzò le prime incisioni, conquistando in pochi anni un successo internazionale di critica e di pubblico che la impose come la cantante più significativa del jazz moderno, insieme a B. Holiday ed E. Fitzgerald, per l' ...
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Contrabbassista e compositore statunitense (Nogales, Arizona, 1922 - Cuernavaca, Messico, 1979). Dopo significative esperienze nel jazz tradizionale, nello swing orchestrale e nel be-bop, negli anni Cinquanta [...] si dedicò a una sperimentazione attenta alle forme europee, per poi volgersi a un linguaggio sempre più espressionisticamente consapevole della tradizione afroamericana: M. seppe calare il parossismo estatico ...
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Sassofonista statunitense (Springfield, Massachusetts, 1931 - Stroudsburg, Pennsylvania, 2015). Ispiratosi a C. Parker, W. è considerato uno dei migliori specialisti del sax contralto. Anche ottimo clarinettista, [...] nell'ambito del jazz elettrico fondando il quartetto European Rhythm Machine (1968-72). Nel corso degli anni Settanta e Ottanta, si è distaccato dalla originaria matrice be-bop per indirizzarsi a una maggiore e più complessa libertà espressiva. ...
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Vincent, Gene. - Nome d'arte del cantante rock statunitense Eugene Craddock (Norfolk, Virginia, 1935 - Los Angeles, California, 1971). Noto soprattutto per la canzone Bebop a Lula (1956), è il maggior [...] esponente del rock'n'roll statunitense degli anni Cinquanta del Novecento ...
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Sassofonista afroamericano (Kansas City 1920 - New York 1955). Dopo aver suonato con Jay McShann e in altre orchestre minori, dal 1942 si stabilì a New York, partecipando in varî locali alle sperimentazioni [...] collettive da cui nacque il movimento be-bop e con esso il jazz moderno, di cui P. fu pioniere e fondatore. Al primo gruppo importante, con D. Gillespie (1944-45), seguì una carriera da leader durante la quale P. stabilì i nuovi parametri stilistici ...
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Sassofonista statunitense (Woodville, Mississippi, 1909 - New York 1959). Dedicatosi dapprima alla batteria e al sassofono contralto, fece parte di numerose orchestre (tra cui quella di C. Basie, 1936-40), [...] sonorità e dallo stile originalissimi, anticipatore di una scuola moderna del sassofono, esercitò profonda influenza sugli sviluppi del jazz (be-bop, cool jazz), fornendo un modello a C. Parker. La sua figura è stata rievocata nel film Round midnight ...
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Sassofonista statunitense (St. Joseph, Missouri, 1904 - New York 1969). Protagonista del jazz degli anni Venti e Trenta, si affermò in varie orchestre, fra cui quella di F. Henderson, come principale inventore [...] la poetica delle improvvisazioni solitarie al sassofono. Fu inoltre uno dei pochi grandi jazzisti classici ad aver fatta propria la lezione del bebop; delle sue piccole formazioni fecero infatti parte D. Gillespie, Th. Monk, F. Navarro e M. Roach. ...
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be-bop
‹bi bòp› (o re-bop; anche bop) s. ingl., usato in ital. al masch. – Particolare stile jazzistico caratterizzato da impiego sistematico di accordi dissonanti, tendenza al linguaggio politonale, libertà degli strumenti ritmici maggiore...
hard bop
〈hàad bòp〉 locuz. ingl. [tratto da be-bop, con sostituzione di hard «duro» a be], usata in ital. come s. m. – Stile jazzistico, nato intorno agli anni ’50 del Novecento come reazione al manierismo estetizzante del cool jazz e che...