La figura di Sonja Marmeladova, uno tra i personaggi principali del capolavoro Delitto e castigo, è di certo un perfetto esempio della complessità e delle profondità tipicamente attribuite da Fëdor Dostoevskij [...] ininterrottamente attraverso le proprie azioni generose e benevole nei confronti del prossimo e la propria assoluta fede in Dio.Fin dall’inizio, infatti, il comportamento della giovane Marmeladova si dimostra molto lontano dall’essere peccaminoso o ...
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Un errore “fatale” – per citare il titolo Il fascino fatale di Semele tra letteratura e musica del saggio scritto da Rosalba Dimundo – è quello commesso dalla figlia del re Cadmo, Semele, quando chiede [...] initis,da mihi te talem [...]».Con queste parole sobilla l'ignara figlia di Cadmo; lei chiede a Giove un dono senza specificare, e il dio le dice: «Scegli, non c'è niente che io ti rifiuti; e perché tu mi creda, mi sia testimone il potere dello Stige ...
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La questione mediorientale del conflitto tra Israele e Palestina costituisce uno dei fenomeni storico-giuridici più complessi, in cui, come succede quando si discute di geopolitica, etica e machiavellismo [...] ) derivava dalla concezione religiosa che il popolo ebraico avrebbe potuto ritrovare la via della Terra Promessa solo se e quando Dio avesse deciso in questo modo. Però è ovvio che la presenza di una cospicua comunità haredi in Israele dimostra come ...
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«[…] e pensando di lei mi sopragiunse un soave sonnonel quale m’apparve una maravigliosa visione […]»Dante AlighieriGli uomini antichi si sono spesso interrogati sulla natura delle visioni e dei sogni, [...] della prima visione lascia spazio, ora, a una rappresentazione limpida della morte della gentilissima. La visione non viene da Dio ma è generata dallo stato psicofisico del personaggio:E però mi giunse un sì forte smarrimento che chiusi gli occhi e ...
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“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”Se l'esperienza del quotidiano è quella di una realtà profondamente intrisa dal male e dominata dalla sofferenza, come conciliare la constatazione del dolore [...] tutto fondato su preconcetti di matrice quasi fideistica che vedono un Dio dispensatore di beni ai giusti e di dolori a coloro che Il personaggio viene portato a mettere in discussione la volontà di Dio, il suo rapporto con esso e a prendere in mano ...
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Se l'esperienza del quotidiano è quella di una realtà profondamente intrisa dal male e dominata dalla sofferenza, come conciliare la constatazione del dolore con un vivo rapporto di fede? È possibile un [...] dialogo con un Dio imperturbabile davanti alla sofferenza del frutto stesso del suo amore?
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Le parole spesso prendono vita e percorrono strade che le portano ad assumere significati assai diversi da quelli di partenza. Così accade anche per il termine utilizzato per indicare il racconto della [...] è invece propria di coloro che sono deboli e indifesi e dunque oggetto di cura e amore da parte di Dio: «Chi non accoglie il Regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso» (Marco, 10:15). Nei Vangeli apocrifi, invece, di infanzia ce n ...
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La Bibbia si pone al centro della tradizione ebraica in quanto testo sacro latore della legge perfetta e divina in forma scritta. Prende il nome ebraico di Tanàkh, acronimo che lega in sé inscindibilmente [...] patrimonio da rispettare e da custodire in quanto legge dettata da Dio. L’intensità dell’ispirazione divina che definisce la legge si divina, il testo scritto è irradiato della perfezione di Dio e, al contempo, spezzato e corrotto dal linguaggio ...
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Compagna di questa poesia è dunque Who has no found the Heaven – below –, dove, nel confronto below/above, l’io lirico costruisce una simmetria tra paradiso celeste e terrestre («Who has no found the Heaven [...] nella presenza che aleggia in I never felt at Home – Below, e che si rivela essere, nei versi finali della poesia, il Dio-«Telescope» che non perde mai di vista i suoi figli: il punto, allora, non è tanto lo spaesamento ontologico dell’io lirico ...
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La leggenda di Lilith, demone-femmina, possiede un’ampia letteratura diffusa sia in epoca antica, medievale e moderna. Questo mito affonda le sue origini nella religione mesopotamica e nei primi culti di quella ebraica che, insieme ad altri miti come ad esempio quello del diluvio universale, potrebbe averlo appreso dai babilonesi durante la prigionia degli ebrei a Babilonia. ...
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dio1
dio1 agg. [dal lat. dius = divus], poet. – Divino, luminoso: ne la luce più dia Del minor cerchio (Dante); la dia bellezza nel sereno viso (Carducci).
dio2
dio2 (e Dio, soprattutto nel sign. 1) s. m. [lat. dĕus, pl. dĕi e dī] (pl. dèi, ant. e dial. dii; al sing. l’art. è il, al plur. gli; la d- iniziale ha sempre, dopo vocale, il raddoppiamento sintattico; v. anche iddio). – 1. a. L’Essere...
Nelle religioni monoteistiche, essere supremo, concepito e spesso adorato universalmente come eterno, creatore e ordinatore dell’Universo. Nelle religioni politeistiche, ciascuno degli esseri venerati come superiori all’uomo, dotati di personalità...
divinità Essenza, natura divina. Nel cristianesimo è riconosciuta alle persone della Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo. In senso più ampio, essere divino, dio, con riferimento alle figure delle mitologie antiche e delle religioni politeiste.