Malgrado il suo nome antico (che fu recuperato solo in età rinascimentale, riferito a una subarea della regione attuale, così chiamata dopo l’Unità), il Lazio è una regione dalla fisionomia piuttosto recente. [...] «bravo»), ma se le vocali toniche sono [-ɛ-, -e-, -ɔ-, -o-] (vocali ‘medie’), in fine di parola si ha [-o] anche per -u latina ([ˈtembo] e non [ˈtembu], qualitativo, tanto letterario quanto linguistico, al punto che le opere di Cesare Pascarella ( ...
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Pronuncia è il termine correntemente usato, anche dai non specialisti, per designare il modo di articolare i suoni di una lingua (si parla infatti di pronuncia della erre, di difetto di pronuncia, ecc.) [...] più o meno accurata, più o meno trascurata. Dal punto di vista dell’analisi fonetica (➔ fonetica), questi concetti le diverse anime della lingua reale: da un italiano uniforme e medio, per certi versi astratto, lontano sia dall’uso letterario sia dall ...
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In pochi casi, come in quello dell’italiano moderno, nel fare la storia di una lingua ci si imbatte in un termine cronologico preciso che abbia segnato un cambiamento netto di situazione ambientale generale [...] scritto, il 90% circa della popolazione, in precedenza, almeno dal punto di vista produttivo, solo dialettofona; un 90% in cui si da simili fenomeni si avvertirono più rapidamente nelle classi medio-alte, desiderose e capaci di integrarsi nel mutato ...
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CESARI, Antonio
Sebastiano Timpanaro
Nacque a Verona il 16 (secondo i biografi; ma il 17 secondo una sua testimonianza in Lettere, a c. di G. Manuzzi, II, p. 236) genn. 1760 da Pietro, "primo scritturale" [...] ) e di alcuni puristi veronesi del primo e medio Settecento, come Giulio Cesare Becelli e Giuseppe Torelli. veronese diede subito luogo a vivaci polemiche. In tre dialoghi pubblicati a puntate sul Poligrafo del 13 e 20 giugno e 4 luglio, del 12 ...
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La norma linguistica può essere definita «come un insieme di regole, che riguardano tutti i livelli della lingua (fonologia, morfologia, sintassi, lessico, testualità), accettato da una comunità di parlanti [...] Se è per vari aspetti opportuno che la scuola punti a una certa prescrittività linguistica (si ricordi il monito -208.
Sabatini, Francesco (1985), L’“italiano dell’uso medio”: una realtà tra le varietà linguistiche italiane, in Gesprochenes ...
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Per contrastare l’interpretazione riduttiva della questione della lingua, considerata come un dibattito sulle varie denominazioni fiorentino, toscano, lingua comune o italiano, cioè equiparata a un’oziosa [...] ai veneziani.
La conciliazione tra le idee di Bembo e il punto di vista fiorentino si ebbe solo con l’Ercolano di ➔ Benedetto ’ (seppure mai troppo bassa, ma piuttosto di tono medio) la quale doveva affiancare con vantaggio i grandi scrittori. ...
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DEVOTO, Giacomo
Aldo L. Prosdocimi
Nacque il 19 luglio 1897 a Genova da Luigi, clinico e patologo prima a Genova poi trasferitosi a Pavia e quindi a Milano, e da Luigia Cortese. Conseguita la maturità [...] Vetter, G. Bottiglioni) ma pure per rivederle, anche in punti essenziali, ove il punto di vista altrui o proprio, nel frattempo maturato, portasse a Oglio all'Adige o sulle teste di ponte del Medio Adriatico o della Puglia si sono assestate, di là ...
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La sociolinguistica è il settore delle scienze del linguaggio che si occupa dei rapporti fra lingua e società. Pare che il termine sociolinguistics sia stato usato per la prima volta all’inizio degli anni [...] distribuzione nella società.
In entrambi i livelli, dal punto di vista metodologico la sociolinguistica è fortemente orientata verso la all’uso scritto del dialetto è stata portata dalla comunicazione mediata dal computer, in rete e per sms, dove è ...
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Per secoli l’italiano, fuori di Toscana, è stato imparato sui libri: per questo si è sottratto ai processi di trasformazione caratteristici delle lingue che si sono sviluppate dall’alto medioevo a oggi [...] precedente schema si riduce a cinque elementi, perché fuori d’accento è stata neutralizzata l’opposizione tra medie chiuse e aperte:
(2) ī > /i/, ĭ, ē ed ĕ > ’entrai,
tant’era pien di sonno a quel punto
(Dante, Inf. I, 10-11)
Il raddoppiamento ...
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Il Novecento è il secolo dell’immagine e del suono, e la radio ne è una delle espressioni più caratterizzanti. La voce esce per la prima volta dal privato, dallo spazio comunque limitato nel quale da sempre [...] ricercato e strettamente collegato a precise scelte editoriali che puntano a creare una grande prossimità fra chi la da dire, però, che alla radio si riscontra anche un parlato medio-alto che, rispetto a testi scritti analoghi, ha maggiori tratti di ...
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media
mèdia s. f. [femm. sostantivato dell’agg. medio, sottint. misura, quantità, ecc.]. – 1. In matematica e nelle sue applicazioni, m. di un insieme di valori, o m. aritmetica, o assol. media, il valore dato dalla somma algebrica degli elementi...
punto2
punto2 s. m. [lat. pŭnctum, lat. tardo pŭnctus, der. di pŭngĕre «pungere»: propr. «puntura, forellino»]. – 1. a. Nel cucito e nel ricamo, l’atto del passare il filo attraverso la stoffa e ripassarlo a breve distanza, e il risultato...