Conoscenza
Carlo Sini
Il termine indica l'atto del conoscere e, in particolare, il possesso o la presenza nella mente di un sapere già acquisito; è dal latino tardo cognoscentia, derivato di cognoscere, [...] contro l'idealismo platonico, diede ampio spazio a una fisiologia della conoscenza radicata nel 'idea di perfezione in R. Descartes (idea che l'uomo, in quanto essere finito e imperfetto, non potrebbe formulare né a partire da sé, né a partire dalle ...
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equazione
equazióne [Der. del lat. aequatio -onis "uguaglianza, uguagliamento", da aequare "uguagliare"] [LSF] Uguaglianza tra due espressioni (il primo e il secondo membro dell'e.) contenenti una o [...] 3, 4 esistono formule risolutive espresse in termini finiti. La condizione necessaria e sufficiente perché un'e. per la funzione di distribuzione classica di una particella nello spazio delle fasi: v. liquido quantistico di particelle cariche: III ...
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Cartesio
Anna Lisa Schino
Il filosofo del "Penso, dunque sono"
Cartesio è uno dei fondatori del pensiero filosofico moderno. Temi del suo insegnamento sono stati: il rifiuto del sapere tradizionale [...] estesa, propria dei corpi che si estendono nello spazio; la sostanza pensante, propria della mente.
Il idea non può essere stata prodotta dall'uomo, che è invece limitato e finito. Dunque l'idea d'infinito (idea che ci appare chiara e distinta) è ...
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algebra di Boole
Silvio Bozzi
Introdotte nel 1848 da George Boole come controparte algebrica della logica dei termini e di quella ipotetica, le algebre di Boole trovano una prima formulazione assiomatica [...] gt; in cui ogni coppia di elementi (e quindi ogni insieme finito) ha un infimo e un supremo. Nel caso questo avvenga per di famiglie numerabili) è l’algebra dei boreliani di uno spazio. Il risultato che ha dato l’inizio allo studio sistematico ...
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Movimento letterario, artistico e culturale, sorto in Germania e in Inghilterra negli ultimi anni del Settecento e quindi diffusosi in tutta l’Europa nel corso del 19° secolo.
Letteratura
Definizione
Il [...] di non poter realizzare adeguatamente in nessuna costruzione o realtà finita.
Indubbiamente c’è, in tutti questi pensieri e nel Carlyle).
All’interno di tale contesto culturale uno spazio significativo fu riservato all’analisi del mito: scorgendo ...
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L’attività e l’operazione di rappresentare con figure, segni e simboli sensibili, o con processi vari, anche non materiali, oggetti o aspetti della realtà, fatti e valori astratti, e quanto viene così [...] tra G e il gruppo degli operatori lineari in uno spazio vettoriale V (le due definizioni sono equivalenti perché gli solo omomorfo) a un assegnato sistema algebrico: a) ogni gruppo finito è isomorfo a un gruppo di permutazioni (teorema di Cayley); b ...
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sublime In estetica, concetto elaborato in ambiente neoplatonico tra il 1° e il 2° sec. a.C., allo scopo di definire la proprietà dell’arte di indurre, per le sue connotazioni di mistero e di ineffabilità, [...] un s. matematico (lo spettacolo della natura come infinità spazio-temporale) e un s. dinamico (irresistibilità e potenza G.W.F. Hegel l’espressione del contrasto tra ‘infinito’ e ‘finito’, e, in quanto tale, una forma particolare dell’arte, l’arte ...
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Filosofo (Grantham 1614 - Cambridge 1687). Studiò al Christ's College di Cambridge, dove poi rimase tutta la vita come fellow. Cospicuo rappresentante, con R. Cudworth, del platonismo di Cambridge, e legato [...] e materiali, sono estesi; di qui la teoria metafisica dello spazio come estensione eterna, infinita, indivisibile (dal punto di vista fisico lo spazio è invece finito e divisibile), tanto da poter essere considerato come un'oscura rappresentazione ...
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Verità
Massimo Dell'Utri
(XXXV, p. 164)
In sintonia o in contrasto con la tradizione, buona parte della riflessione novecentesca sul concetto di v. può essere vista come un tentativo di esplicitare [...] lo spazio in cui un qualsiasi enunciato presenta una situazione come uno spazio logico, uno spazio che è falso, autori come G. Frege, K.R. Popper e Th. Nagel finiscono per ritenere che enunciati dei quali non siamo in grado di accertare il valore di ...
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Ideologia
Remo Bodei
(XVIII, p. 706)
Fine dell'ideologia o crisi dell'utopia?
Negli ultimi decenni del Novecento si è molto parlato di 'morte', 'fine' o 'tramonto' dell'i. (cfr., per es., Bell 1960; [...] 'il regno della libertà').
A ben guardare, tuttavia, ciò che è finito non è la storia, ma una particolare ibridazione di storia e di di avvicinamento al fine utopico. Si configura cioè come lo spazio di tempo tra l'imperfetto oggi e il perfetto domani ...
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spazio
spàzio s. m. [dal lat. spatium, forse der. di patēre «essere aperto»]. – 1. Con valore assol., il luogo indefinito e illimitato in cui si pensano contenute tutte le cose materiali, le quali, in quanto hanno un’estensione, ne occupano...
tempo
tèmpo s. m. [lat. tĕmpus -pŏris, voce d’incerta origine, che aveva solo il sign. cronologico, mentre quello atmosferico (cfr. al n. 8) era significato da tempestas -atis]. – 1. L’intuizione e la rappresentazione della modalità secondo...