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CAMPANA, Roberto

di Mario Crespi - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 17 (1974)
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CAMPANA, Roberto

Mario Crespi

Nacque a Teramo da Carlo e da Margherita Spampanato il 5 agosto del 1844. Dopo aver compiuto i suoi primi studi nella città natale, il C. si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell'università di Napoli, ove poté formarsi sotto la guida di grandi maestri: S. Tommasi e A. Cantani per la clinica medica, V. Tanturri per la clinica dermosifilopatica, O. von Schrön e L. Armanni per l'anatomia e l'istologia patologica. Conseguita la laurea, si recò presso importanti istituti stranieri, e poté avvicinare e conoscere illustri scienziati, tra i quali R. Koch. Nel 1878 vinse il concorso per la cattedra di patologia e clinica dermosifilopatica dell'università di Genova, e nel 1893 venne chiamato a dirigere la stessa cattedra a Roma, succedendo a C. Manassei: qui il C. svolse il suo insegnamento dapprima nei locali del vecchio ospedale di S. Gallicano, poi presso il policlinico Umberto I, ove organizzò l'istituto di clinica dermosifilopatica fornendolo anche di una biblioteca.

Appassionato cultore della specialità, grazie alla sua formazione scientifica il C. poté affrontare lo studio di particolari problemi della dermatologia con i metodi e le tecniche dell'istologia patologica, precorrendo in tal modo un tipo di ricerca successivamente affermatosi in larga misura in tale settore: fu così autore di interessanti osservazioni sulla dermatite di Duhring, sul lupus eritematoso, sulle dermatosi neuropatiche, sulla pitiriasi versicolore delle unghie. Ma fu soprattutto allo studio della lebbra che si dedicò con costanza e tenacia ammirevoli dopo aver osservato gli eleganti preparati batteriologici mostratigli a Londra da Thin nel 1882, tentando per anni di coltivarne il bacillo su terreni liquidi e solidi; giunse infine a qualche risultato, quando coltivò nelle uova da 15 a 60giorni frammenti di tessuti prelevati da malati e poté individuare alcuni bacilli al punto di contatto tra tessuto e uovo; o quando, dopo incubazione in terreno speciale a temperatura tra 37 e 40 ºC, poté osservare forme batteriche dal settimo al nono giorno. Ma tutti i suoi sforzi non ottennero che modesti risultati, e il problema della coltura del bacillo della lebbra, che scoperto da A. Hansen nel 1871rappresentava allora un avvincente campo di indagini, rimase insoluto. Oggi si sa con certezza che il bacillo di Hansen non è coltivabile in alcun mezzo conosciuto, e che l'unica possibilità offerta al batteriologo è quella di ottenere una modesta moltiplicazione del germe, che tuttavia perde rapidamente i suoi normali caratteri morfologici e il suo potere patogeno.

Il C. fu autore di numerose pubblicazioni, delle quali si ricordano: Dei morbi sifilitici e venerei. Trattato per studenti e medici pratici, Torino 1906; Frammenti di dermatologia, ibid. 1906; Lepra, ibid. 1907; Tubercolosi, I, Lupus, Roma 1912.Fu socio fondatore, e presidente per un biennio, della società dermatologica italiana, e membro della Accademia medica di Roma. Diresse il periodico La clinica dermosifilopatica della R. Università di Roma.

Morì a Roma il 13 genn. 1919.

Bibl.: Necr. di G. Mazza, in Giorn. ital. delle malattie veneree e della pelle, LX (1919), pp. 142-144; V. Montesano, R. C., in Il Policlinico, sez. pratica, XXVI (1919), pp. 127 s.; A. Pazzini, Storia della medicina, II, Milano 1947, pp. 467, 470; T. Mola, L'opera di R. C. (1844-1919) clinico abruzzese in Roma, in Pagine di storia della medicina, IX (1965), 2, pp. 65-70; A. Hirsch, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte..., I, München-Berlin 1962, pp. 810 s.

Vedi anche
patologia Lo studio dei problemi relativi alle malattie dell’uomo (patologia umana) e degli animali (patologia veterinaria; ➔ veterinaria); comprende diverse specializzazioni, e denominazioni, con riferimento alla natura dei problemi, agli elementi anatomici che sono oggetto di studio, all’eziologia delle alterazioni, ... tubercolosi (TBC) Malattia infettiva, contagiosa e ubiquitaria, che deve il nome alla caratteristica formazione anatomopatologica (tubercolo elementare) prodotta, nei tessuti dell’organismo umano e animale, dall’agente patogeno. medicina Nota probabilmente già alle grandi civiltà orientali, la tubercolosi fu ... anatomia Scienza biologica che studia la forma e la struttura degli esseri viventi: deve il suo nome al metodo di indagine, la dissezione, che ancora oggi, pur integrato da moderni e perfezionati metodi di ricerca, ha fondamentale importanza nello specifico campo di studio. Secondo che abbia per oggetto l’uomo, ... malattia Lo stato di sofferenza di un organismo in toto o di sue parti, prodotto da una causa che lo danneggia, e il complesso dei fenomeni reattivi che ne derivano. Elemento essenziale del concetto di malattia è la sua transitorietà, il suo andamento evolutivo verso un esito, che può essere la guarigione, la ...
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campana¹
campana1 campana1 s. f. [lat. tardo campana, propr. agg. neutro pl., sottint. vasa, cioè «vasi (di bronzo) della Campania»]. – 1. a. Strumento di metallo, generalmente di bronzo, a forma di tazza rovesciata, che vibra e dà suono quando...
campana²
campana2 campana2 s. f. [dall’agg. campano]. – Nome di alcune varietà di pere (propr. agg., pere c., cioè «della Campania»), dette anche buone cristiane (v. buoncristiano).
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