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SFECOIDEI

di Athos Goidanich - Enciclopedia Italiana (1936)
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SFECOIDEI (lat. scient. Sphecoidea)

Athos Goidanich

Grande superfamiglia di Insetti Imenotteri Aculeati, di statura piccola, media o grande, di forme varie ma generalmente slanciate. Le femmine vanno a caccia di altri Insetti o di Ragni che vengono paralizzati da uno o più colpi di pungiglione e quindi trasportati nel covo dell'Imenottero, dove servono di pasto ai figli.

I nidi sono costituiti in ambienti diversi. Numerosi Sfecoidei li preparano nel terreno, scavandosi una galleria di varia lunghezza e di varia inclinazione, che talvolta ha l'ingresso prolungato in un camino sopraelevato di terra impastata, e terminante in una sola cella di allevamento ovvero risolventesi in ramificazioni che portano in altrettante celle. Terminata l'escavazione e prima di mettersi in caccia, la femmina può lasciare aperto l'ingresso, ovvero chiuderlo con materiali eterogenei o con granelli di terra o sassolini, e anche mascherarlo completamente in modo vario. Diverse specie utilizzano per la nidificazione gallerie abbandonate di altri insetti, magari ampliandole e adattandole, oppure steli cavi di piante; altre scavano direttamente gallerie nel legno o nei teneri tessuti midollari; qualcuna infine (Sceliphron, Trypoxylon americani, ecc.) si fabbrica veri nidi di muratura. L'interno delle gallerie suddette è generalmente suddiviso in celle mediante setti di rosura legnosa impastata con resina, argilla o anche, come è stato scoperto recentemente (G. Grandi, H. Maneval), tappezzato di seta secreta dall'Imenottero stesso. Alcuni Ampulicidi non si costruiscono un vero e proprio nido, ma nascondono la preda in un ricovero qualsiasi.

Quali prede vengono utilizzati, oltre ai ragni, i rappresentanti di quasi tutti gli ordini di Insetti nei loro stati preimmaginali e adulti. Nella scelta della vittima hanno comportamenti eclettici: dalle Microbembex, esotiche che catturano pressoché qualsiasi insetto (anche morto, e persino spoglie di vecchie pupe), a quelli (varî Crabro) che immagazzinano insieme rappresentanti di ordini diversi, ad altri che, come le Bembix coi Ditteri, predano insetti di un solo ordine, sino a quelle specie che si avvicinano alla monofagia. Qualche Sfecoideo, sia pure specializzato, non disdegna altre vittime di statura eguale a quella delle prede consuete e che si rinvengano nei medesimi territori di caccia; qualche altro, pur di fornirsi di individui di una sola specie, ne porta a casa di statura molto differente. Una forma poi che abbia speciali esigenze in una data località, può qualche volta cambiarle altrove.

La caccia viene condotta in maniera di solito uniforme. La femmina si getta sulla preda e la colpisce con una o più punture dell'aculeo velenoso. Il veleno diffondendosi agisce allora sui centri nervosi e provoca la quasi immediata paralisi (o paresi) delle appendici, di solito in modo persistente ma talvolta temporaneo. Vittime potenti, armate o difese, come Locuste, Mantidi, Ragni, Api, Coleotteri, subiscono tutti, con o senza resistenza, la medesima sorte. Immobilizzato il soggetto, il cacciatore lo trasporta verso il covo, sia trascinandolo sul terreno, sia sollevandolo in volo, afferrato con le mandibole o con le zampe ovvero impalato sul pungiglione. Ritrovato il nido facilmente e senza esitazione oppure dopo accurate ricerche (con l'aiuto della memoria della situazione topografica, e degli organi di senso), la madre vi introduce la preda, vi depone un uovo, chiude definitivamente la porta di casa e si reca altrove a continuare il lavoro. Ciò nel caso che alla larva basti una vittima sola; ma spesso in ciascuna cella vengono immagazzinati, insieme con l'uovo, parecchi ed anche alcune decine di sacrificati, che verranno poi divorati, cibo vivo ma immobile o quasi, dalla larva del predatore. Finalmente alcuni generi, come le Bembix, anziché approvvigionare sul principio completamente e definitivamente le celle, forniscono quotidianamente e ripetutamiente il cibo alle larve durante lo sviluppo, e qualcuno (qualche Bembix, qualche Stizus, ecc.) depone perfino l'ovo in terra entro la cella e aspetta lo sgusciamento della larva per iniziare l'approvvigionamento.

Fra le famiglie appartenenti agli Sfecoidei ricorderemo le seguenti: Ampulicidi, Sfecidi, Stizidi, Nissonidi, Mellinidi, Tripoxilonidi, Filantidi, Larridi, Bembicidi, Penfredonidi e Psenini, Crabronidi, Oxibelidi. Gli studî su questi celebri Imenotteri, che presentano parecchie delle manifestazioni più elevate dell'istinto fra gli Insetti, sono principalmente opera di J.-H. Fabre, Ch. Ferton, G. Adlerz e G. Grandi in Europa, dei coniugi Peckham, di Ph. Rau e di F. X. Williams in America.

Vocabolario
sfecoidèi
sfecoidei sfecoidèi s. m. pl. [lat. scient. Sphecoidea, dal nome del genere Sphex, che è dal gr. σϕήξ σϕηκός «vespa»]. – Grande superfamiglia di insetti imenotteri aculeati solitarî, di dimensioni varie e di forma slanciata, le cui femmine...
oxìbelo
oxibelo oxìbelo s. m. [lat. scient. Oxybelus, dal gr. ὀξυβελής «che ha dardo aguzzo», comp. di ὀξύς «aguzzo» e βέλος «dardo»]. – Genere di insetti imenotteri sfecoidei, comprendente varie specie che nidificano nella sabbia e cacciano ditteri...
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