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Bolívar, Simón

Dizionario di Storia (2010)
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Bolivar, Simon


Bolívar, Simón

Condottiero militare e politico venezuelano (Caracas 1783-San Pedro Alessandrino, Santa Marta, 1830). Fu, insieme a José de San Martín, il principale artefice dell’indipendenza latino-americana. Discendente da una famiglia creola di ricchi proprietari terrieri, si recò in gioventù in Europa, dove elaborò i primi progetti di liberazione delle colonie sudamericane da Madrid. Alla notizia dell’invasione napoleonica della Spagna nel 1808 fu tra i promotori di una giunta locale a guida creola per l’autogoverno del Venezuela. Da questa fu inviato in Gran Bretagna nel vano tentativo di offrire al governo di Londra concessioni commerciali in cambio della protezione della marina militare inglese. In seguito alla proclamazione formale dell’indipendenza venezuelana nel 1811 divenne ufficiale dell’esercito e combatté per salvaguardare l’autonomia della neocostituita Repubblica. Costretto all’esilio nella ex colonia spagnola della Nuova Granada dal ritorno al potere delle forze lealiste fedeli ai Borboni, il 15 dicembre 1812 diffuse da Cartagena un manifesto nel quale identificò i motivi del fallimento dell’esperienza indipendentista: l’eccessivo idealismo che era andato a scapito di un adeguato addestramento militare, le smisurate spese di una cattiva amministrazione pubblica che avevano minato il sostegno della popolazione per l’indipendenza a causa della conseguente inflazione valutaria e la forma federale di governo, la cui tutela delle autonomie provinciali aveva indebolito la resistenza contro gli spagnoli. Propose, pertanto, che una futura Repubblica venezuelana fosse fondata su una rigida centralizzazione del potere e su forze armate ben addestrate. Entrato nell’esercito della Nuova Granada, ritenne che l’unico modo per garantirne l’indipendenza fosse eliminare la presenza spagnola nel Venezuela, dove riuscì a restaurare temporaneamente la Repubblica, assumendone la dittatura nel corso del 1814. Cacciato dal Paese l’anno successivo da una nuova offensiva spagnola, mosse alla sua riconquista nel 1816. Sbarcò in maggio sull’isola di Margarita, dove fu confermato comandante in capo degli indipendentisti, e abolì la schiavitù per guadagnarsi l’appoggio della popolazione di colore. Invece di procedere direttamente alla volta della roccaforte dei lealisti a Caracas, preferì attestarsi nella regione dell’estuario dell’Orinoco, che costituì in repubblica indipendente con capitale Angostura. Da qui, nel 1819, alla testa di un contingente di soldati che comprendeva numerosi avventurieri inglesi e irlandesi reduci delle guerre napoleoniche, attraversò le Ande nel pieno dell’inverno per prendere gli spagnoli alle spalle, li sconfisse a Boyacá e occupò Bogotá. Mosse, poi, verso Nord, completando l’affrancamento della Nuova Granada e strappando agli spagnoli ulteriori aree in Venezuela. Alla fine dell’anno convocò il congresso di Angostura, che sancì l’unione di Venezuela, Nuova Granada ed Ecuador (anche se quest’ultimo non era ancora sotto il suo completo controllo) per dare vita alla Repubblica della Grande Colombia, di cui divenne presidente. Nel 1821 riportò un’ulteriore vittoria sui lealisti a Carabobo, che eliminò per sempre la presenza spagnola dal Venezuela e gli aprì la strada per Caracas. Si volse, quindi, verso il Perù, dove già stava combattendo San Martín dopo la liberazione del Cile. La rivalità tra i due esponenti indipendentisti ebbe breve durata. San Martín si ritirò a vita privata nel 1822 e la susseguente situazione di anarchia indusse i peruviani a nominare B. dittatore. In tale veste, sbaragliò gli spagnoli a Junín nell’agosto del 1824, ponendo le premesse per la loro definitiva capitolazione ad Ayacucho in dicembre a opera del suo luogotenente Antonio José de Sucre. Alle vittorie in Perù fecero però riscontro agitazioni, dissensi e ostilità contro B. nella Grande Colombia, alimentati in parte da ambizioni personali, e in parte dal malcontento diffuso in Venezuela di fronte al prevalere della Nuova Granada. Nel 1825 B. volle deporre l’autorità dittatoriale concessagli dal Perù, ma il congresso peruviano gli confermò la dittatura a tempo discrezionale. B. si occupò allora dell’organizzazione del governo del Perù e di promuovere lo sviluppo materiale e culturale del Paese; poi, organizzatasi la nuova Repubblica Bolívar (l’Alto Perù, che trasse il suo nuovo nome dal liberatore, e poi divenne la Bolivia), ne fu proclamato primo presidente. Raggiunto il culmine del potere, cercò di attuare il progetto di una lega delle Repubbliche latino-americane, ispirata all’esempio degli Stati Uniti, sulla base di un patto collettivo di difesa, un esercito e una marina comuni, il coordinamento della politica estera soprattutto verso la Spagna e un’assemblea legislativa sopranazionale. A tal fine, indisse un congresso a Panamá nel 1826, ma il suo esito fu deludente: appena quattro nazioni inviarono delegati e soltanto la Grande Colombia ratificò il trattato conclusivo. In breve tempo le contrapposizioni regionali – accentuate dall’isolamento provocato dalla carenza di vie di comunicazione – iniziarono a compromettere anche le precedenti realizzazioni. Per arginare le tensioni tra le diverse entità geografiche che componevano la Grande Colombia, causate dalla disparità delle loro caratteristiche socio-economiche, B. poté fare affidamento quasi esclusivamente sul proprio prestigio personale. Ma quest’ultimo risultò progressivamente ridimensionato dall’affiorare del carattere dispotico che B. volle infondere alla sua azione di governo, ben evidenziato dal tentativo di imporre al Perù un regime autoritario con un presidente a vita e un suffragio ristretto. Il fallimento di questo disegno lo indusse già nel 1826 ad abbandonare il Perù per cercare di mantenere unita la Grande Colombia, di cui era stato rieletto presidente proprio quell’anno, a fronte del manifestarsi di crescenti contrasti tra la Nuova Granada e il Venezuela. I suoi sforzi non riuscirono a impedire la secessione del Venezuela nel 1829 e dell’Ecuador nel 1830, con la conseguente dissoluzione della Grande Colombia. La politica di B. non si propose neppure di limitare i benefici di cui godevano i ceti egemoni creoli a scapito delle popolazioni indigene, mentre l’introduzione del liberismo economico andò soprattutto a vantaggio degli interessi britannici che poterono accedere a un mercato dal quale il mercantilismo spagnolo li aveva esclusi. Bersagliato dalle rivolte innescate dai suoi stessi subalterni e sopravvissuto a un attentato, B. maturò un profondo senso di delusione per le tendenze separatiste e l’ingratitudine dei popoli latino-americani. Si dimise dalla presidenza colombiana il 27 aprile 1830 e morì di tubercolosi alla fine dell’anno mentre era in procinto di andare in esilio in Francia.

1783

Nasce a Caracas

1811

Prende parte alla rivoluzione antispagnola

1813

Invade il Venezuela

1814

Prende il potere

1816

Tornato dall’esilio, organizza la repubblica venezuelana

1819

Presidente della Repubblica della Grande Colombia

1825

Presidente della Bolivia indipendente

1830

Muore a San Pedro Alessandrino mentre era in procinto di andare in esilio

Vedi anche
Antonio José de Sucre Sucre, Antonio José de. - Generale e uomo politico sudamericano (Cumaná, Venezuela, 1795 - Berruecos, Colombia, 1830). Partecipò alle insurrezioni antispagnole in Venezuela del 1811 e del 1813; costretto all'esilio (1814), nel 1818 raccolse fondi e armi per S. Bolívar nelle Antille e nel 1821 ebbe da ... José de San Martín San Martín, José de. - Generale e uomo politico argentino (Yapeyú, od. San Martín, Corrientes, 1778 - Boulogne-sur-Mer 1850). Studiò a Madrid, e in Spagna intraprese la carriera militare, percorsa sino al grado di tenente colonnello; sposata la causa dell'indipendenza latino-americana, nel 1811 si congedò ... Ciudad Bolívar Ciudad Bolívar Città del Venezuela (fino al 1846 Angostura; 287.000 ab. nel 2001), capitale dello Stato di Bolívar, situata a 54 m s.l.m. sulla destra dell’Orinoco, dalla cui foce dista 370 km, in un punto in cui il fiume si restringe. Antico mercato di bestiame e di oro, il suo porto fluviale, accessibile ... Caracas Città capitale del Venezuela (1.836.000 ab. nel 2001, 4.800.000 ab. nel 2007, considerando l’intera agglomerazione urbana); maggiore centro economico, politico e culturale del paese. È situata a quasi 1000 m s.l.m., in una valle a pochi km dal mare. La dominano montagne alte più di 2500 m e ha un clima ...
Indice
  • 1 Bolívar, Simón
  • 2 1783
  • 3 1811
  • 4 1813
  • 5 1814
  • 6 1816
  • 7 1819
  • 8 1825
  • 9 1830
Categorie
  • BIOGRAFIE in Storia
Tag
  • AMMINISTRAZIONE PUBBLICA
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Altri risultati per Bolívar, Simón
  • Bolívar, Simón
    Enciclopedia on line
    Patriota, liberatore dell'America spagnola (Caracas 1783 - San Pedro Alessandrino, Santa Marta, 1830). Terminò i suoi studî in Europa. Tornato in America, scoppiata nell'aprile 1810 la rivoluzione antispagnola, B. fu inviato dalla Giunta rivoluzionaria delegato a Londra, per ottenere la mediazione inglese. ...
  • Bolívar, Simón
    Enciclopedia dei ragazzi (2005)
    Bolívar, Simón Silvia Moretti Un eroe dell'indipendenza dell'America Latina Nei primi decenni dell'Ottocento in America Latina scoppiò la lotta delle colonie spagnole e portoghesi per l'indipendenza dalla madrepatria. Simón Bolívar, un giovane patriota venezuelano, guidò il movimento di liberazione. ...
  • BOLÍVAR, Simón
    Enciclopedia Italiana (1930)
    Il 30 luglio 1783 fu battezzato nella cattedrale di Caracas (Venezuela) il quarto figlio (nato 6 giorni prima) di don Giovanni Vincenzo Bolívar e di Maria Concetta Palacios, al quale furono dati i nomi di Simone, Giuseppe, Antonio della Santa Trinità. Morto il padre nel 1786, Simone ebbe primo educatore ...
Vocabolario
bolívar
bolivar bolívar ‹bolìbℏar› s. m., spagn. [dal nome del patriota Simón Bolívar (1783-1830), liberatore dell’America spagnola] (pl. bolívares). – Unità monetaria dello Stato del Venezuela, divisa in 100 centimos.
boliviano
boliviano agg. e s. m. – 1. agg. e s. m. (f. -a) Della Bolivia, repubblica dell’America Merid., appartenente o relativo alla Bolivia. Come sost., abitante o originario della Bolivia. 2. s. m. Unità monetaria della Bolivia, divisa in 100...
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