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PARRY, Sir Charles Hubert Hastings

di Edward Dent - Enciclopedia Italiana (1935)
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PARRY, Sir Charles Hubert Hastings

Edward Dent

Musicista inglese, nato a Bournemouth il 27 febbraio 1848, morto a Knight's Croft (Rustington) il 7 ottobre 1918. Fu educato a Eton e ad Oxford (Exeter College); a Eton mostrò notevole attitudine per la musica alla quale dapprima pensò di dedicarsi come dilettante. Prese alcune lezioni da Sterndale Bennett e G. A. Macfarren, e trascorse pochi mesi a Stoccarda studiando sotto il compositore inglese Henry Hugo Pierson, musicista della "nuova scuola" tedesca di Liszt e Wagner. Nel 1870 entrò negli uffici del Lloyd a Londra e vi rimase per tre anni, ma dopo questo periodo si dedicò interamente alla musica. In quegli anni egli subì principalmente l'influsso di Edward Dannreuther, pianista e amico di Wagner.

La sua prima opera di ampio respiro fu il Prometheus unbound composto sull'omonimo dramma di P. B. Shelley ed eseguito al Gloucester Festival del 1880. Il P. aveva sentito fortemente il poema di Shelley, al quale sotto molti aspetti somigliava, come figlio d'un gentiluomo di campagna, allevato in ambiente convenzionale e conservatore ed educato a Eton e Oxford; somiglianza accentuata dal fatto che anche il P. si dichiarò, ancor giovane, socialista e libero pensatore. L'esecuzione del Prometeo levò qualche rumore tra il pubblico e i critici del Festival, per i quali l'opera aveva accenti di ribellione, sebbene per un pubblico moderno il suo aspetto più caratteristico sia la ricchezza melodica e l'intima interpretazione della poesia shelleyana. Al Prometeo seguì The Glories of our Blood and State, ode di James Shirley, che ha una consimile base ideologica; nel 1887 il P. compose Blest Pair of Sirens che rimane oggi la più popolare delle sue opere. Queste composizioni sono tutte per coro e orchestra. Il P. non ebbe mai piena padronanza dell'arte della composizione orchestrale, ma come compositore di cori fu invece maestro fin dall'inizio ed eccelleva nell'interpretazione delle parole. Ebbe egli stesso qualche attitudine alla poesia, ma in genere preferì comporre su parole o della Bibbia inglese o di grandi poeti dell'Inghilterra, quali Milton, Shelley, Tennyson, Swinburne, Robert Bridges.

Nel 1894 il P. divenne direttore del Royal College of Music di Londra, ufficio che tenne fino alla morte; dal 1900 al 1908 fu anche professore di musica a Oxford.

Nei rimanenti anni della sua vita egli produsse numerose opere corali, improntate a grande nobiltà e dignità di stile: le più notevoli sono la Ode on St Cecilia's Day (1889, su parole di A. Pope); l'oratorio Giobbe (1892); la Ode to Music (1901). Nella musica che scrisse per le opere greche rappresentate a Oxford e Cambridge dimostrò la sua conoscenza dei classici, e il suo senso di humour nelle partiture per Aristofane. Un'altra sua attraente opera corale tuttora popolare è The Pied Piper of Hamelin (su parole di R. Browning), eseguita per la prima volta nel 1905, ma composta parecchi anni prima. Tra le opere del P. sono anche da menzionare le canzoni e le canzoni a più voci; queste ultime sono ancora molto eseguite, ma le canzoni meriterebbero di essere più note, perché dimostrano una sensibilissima comprensione della migliore poesia inglese e hanno una loro sobria bellezza.

La musica del P. non fu mai apprezzata fuori del suo paese; invece le sue opere letterarie gli conquistarono larghi riconoscimenti all'estero; fra queste ricordiamo: Studies of Great Composers (1886), libro per i giovani; The Art of Music (1893), poi ampliato col nuovo titolo The Evolution of the Art of Music (1896); The Music of the Seventeenth Century, in Oxford History of Music, III, opera solida e chiarificatrice di ricerca musicale; Johann Sebastian Bach, a study of a great personality (1909); Style in Musical Art (1911). Attualmente, la musica del P. attraversa un periodo di eclissi; ma dal 1880 in poi il suo influsso sulla musica e la vita musicale inglese fu importantissimo e l'artista è ricordato come uomo di carattere e di personalità singolarmente nobili.

L'esempio e la personalità del P. resero possibile in Inghilterra a uomini di buona famiglia e di educazione umanistica di fare della musica la loro professione. Negli ultimi quarant'anni, infatti, la maggior parte dei veri ingegni direttivi della musica inglese è uscita dalle università di Oxford e Cambridge. L'educazione letteraria del P. si rivela in tutte le sue opere. Egli non compone se non su testi letterariamente pregevoli. La devozione del P. per la poesia fu così profonda, che spesso egli sacrificò, sembra, la propria musica alla venerazione per il poeta. Quando dirigeva le prove delle sue opere, sembrava che dell'interpretazione della musica si occupasse poco, al confronto della cura che dava all'interpretazione delle parole; la sua musica corale raggiunge i suoi massimi effetti nel modo con cui accentua e rivela il più riposto senso della poesia. Negli ultimi suoi anni egli sacrificò sempre in modo evidente il proprio vantaggio e la propria carriera di compositore agl'interessi della scuola da lui diretta e a quelli dei suoi allievi. Nessun altro musicista inglese è considerato dai suoi posteri con maggior venerazione e gratitudine.

Bibl.: C. L. Graves, H. P., voll. 2, Londra 1926; E. Walker, History of Music in England, Oxford-New York 1907.

Vedi anche
Holst, Gustav Holst ‹hòlst› (orig. von Holst, Gustav), Gustav. - Musicista (Cheltenham 1874 - Londra 1934). Studiò al Royal college of music di Londra con Ch. Stanford. Insegnò quindi al collegio St. Paul e poi al Royal college of music. Nelle sue numerosissime composizioni (teatrali, vocali-strumentali, sinfoniche ... Elgar, Sir Edward William Elgar ‹èlġë›, Sir Edward William. - Musicista inglese (Broadheat 1857 - Worcester 1934). Allievo del padre, l'organista W. H. Elgar, e poi del violinista A. Pollitzer, dal 1889 in poi si dedicò esclusivamente alla composizione, riuscendo fecondo in ogni genere musicale. La sua arte, eclettica e spesso ... Blake, William Poeta, incisore, pittore (Londra 1757 - ivi 1827). Si dedicò giovanissimo all'arte e alla letteratura, studiò incisione e frequentò per breve tempo la Royal Academy (1779). Spirito ribelle e visionario, considerò il mezzo verbale e quello visivo espressione unica del suo genio profetico. Istanze neoclassiche ... Èschilo Èschilo (gr. Αῒσχύλος, lat. Aeschãlus). - Tragico ateniese (Eleusi 525 circa - Gela 456-455 a. C.), della cui vita poco sappiamo di sicuro. Combatté a Maratona (490), dove cadde suo fratello Cinegiro. Partecipò per la prima volta a un concorso tragico tra il 499 e il 496, ma ebbe il primo premio solo ...
Vocabolario
sir
sir 〈së′ë〉 s. ingl. [dal fr. ant. sire: v. sire]. – Titolo di cortesia inglese, che si antepone, di norma maiuscolo, al nome di battesimo, seguito o no dal cognome (ma non al cognome solo), di cavalieri e baronetti (per es., l’attore Laurence...
siriano
siriano agg. e s. m. (f. -a). – Della Siria, come stato moderno del Vicino Oriente; abitante, nativo, cittadino della Repubblica Araba di Siria.
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