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spolparsi

di Andrea Mariani - Enciclopedia Dantesca (1970)
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spolparsi

Andrea Mariani

Intransitivo pronominale, che ricorre solo in Pg XXIV 80: D. afferma che Firenze di giorno in giorno più di ben si spolpa, " di dì in dì più si dimagra del buono e più si dispone a ruina e a cadimento " (Ottimo), " spoliatur, excarnificatur... bonis viris et bonis operibus " (Benvenuto); " spolpare è levar la polpa, e però si piglia spolpare qui per privare " (Buti).

Il traslato (" è translazione, quando ad un pollo si leva la polpa ", Landino), così efficace, ha forse una sfumatura sarcastica; secondo il Torraca (riecheggiato da quasi tutti i commentatori moderni, da Pietrobono a Steiner, a Mattalia) esso è suggerito alla fantasia dantesca dalla triste condizione delle anime; ma mentre alle anime manca la carne perché espiano e diventano degne del Paradiso, Firenze si spolpa come un corpo morto la cui carne va in disfacimento. Il Grabher infine ricorda l'analogo traslato di If XXIV 143 Pistoia in pria d'i Neri si dimagra.

Vocabolario
spolpaménto
spolpamento spolpaménto s. m. [der. di spolpare], non com. – Lo spolpare e lo spolparsi; l’essere spolpato.
spolpare
spolpare v. tr. [der. di polpa, col pref. s- (nel sign. 4)] (io spólpo, ecc.). – 1. a. Levare la polpa: s. un pollo; s. un osso, togliere e mangiare la carne che vi è attaccata: mangiavano fino a che restava un osso da s. (I. Calvino)....
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