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stabile

di Domenico Consoli - Enciclopedia Dantesca (1970)
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stabile

Domenico Consoli

Come " fermo nello spazio ", " immobile ", in Cv III V 7 per lui [Aristotele] quivi è provato, questo mondo, cioè la terra, stare in sé stabile e fissa in sempiterno (si noti la relazione etimologica ‛ stare-s. ').

Come " fermo nel tempo ", " perpetuo ", in Cv I V 7, a proposito del volgare, che è non stabile e corruttibile mentre il latino è perpetuo e non corruttibile, dove la stabilità è assunta come segno di perfezione.

È opposto di " mutevole ", " variabile nei sentimenti ", nel passo del Convivio in cui D., accennando al suo amore per la Donna gentile, si difende dall'accusa di levezza d'animo, di scarsa fedeltà a Beatrice: per la sua eccellenza manifesta, avere si può considerazione de la sua virtude; e per lo 'ntendimento de la sua grandissima virtù si può pensare ogni stabilitade d'animo essere a quella mutabile e però me non giudicare lieve e non stabile (Cv III I 12).

Vocabolario
stàbile
stabile stàbile agg. e s. m. [dal lat. stabĭlis, der. di stare «stare fermo»]. – 1. a. agg. Ben basato o equilibrato, ben fermo e capace di resistere a forze e sollecitazioni esterne: fondamenta s., poco s.; un edificio s., un ponte non...
stabilire
stabilire v. tr. [dal lat. stabilire (der. di stabĭlis «stabile») «rendere stabile, tenere saldo»] (io stabilisco, tu stabilisci, ecc.). – 1. Rendere stabile, fissare un oggetto in modo che resti saldo. Con questo sign. è raro e ant., salvo...
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