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svagare

di Domenico Consoli - Enciclopedia Dantesca (1970)
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svagare

Domenico Consoli

In un passo di dubbia interpretazione e in rima ricca con vaghi: Se vedi li occhi miei di pianger vaghi / per novella pietà che 'l cor mi strugge, / per lei ti priego che da te non fugge, / Signor, che tu di tal piacere i svaghi; / con la tua dritta man, cioè, che paghi / chi la giustizia uccide (Rime CV 4): vedendo gli occhi di D. desiderosi di piangere, Dio offrirà loro un piacevole spettacolo: punirà di sua mano chi uccide la giustizia.

Se s'intende in questo modo, s. equivale a " soddisfare ", " contentare " (Contini, Barbi-Pernicone), e di tal piacere, ripreso e precisato da cioè, che paghi..., ha funzione di complemento del verbo.

Meno convincente la spiegazione del Dionisi che, sulle orme del vocabolario della Crusca, considera di pianger complemento di s., e intende: " svagherannosi gli occhi miei del misero piacere di piangere, se tu o Signore... ", dove piacere si tinge di una coloritura ironica.

Altre proposte risalgono al Fraticelli: " che tu renda sazii gli occhi miei del piacere di piangere "; al Giuliani: " ti prego che tu castighi i commettitori di tanto male, affinché i miei occhi non abbiano più a sentir il piacere di piangere, e quindi restino dal lagrimare "; al Pézard: " Fais-moi pascer ce désir de larmes en supprimant la cause de mon affliction, et ce besoin maladif de pleurs ".

Vocabolario
svagare
svagare v. tr. [lat. *exvagare, comp. di ex- «via da» e vagari «vagare», cioè propr. «andare vagando»] (io svago, tu svaghi, ecc.). – Allontanare da pensieri, da preoccupazioni e ansie, sollevare e ricreare da un’occupazione impegnativa...
svago
svago s. m. [der. di svagare (deverbale con suffisso zero)] (pl. -ghi). – 1. Lo svagarsi, come riposo temporaneo, come distrazione dalle normali occupazioni (con questo sign., è usato quasi esclusivam. al sing.): smetti di lavorare e prenditi...
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