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TEODORA di Roma

di Raffaello Morghen - Enciclopedia Italiana (1937)
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TEODORA di Roma

Raffaello Morghen

Moglie di Teofilatto il famoso "vestararius", la cui famiglia dominò in Roma per tutto il sec. X, si trova citata nei documenti col titolo di "serenissima vestaratrix", e, vissuta in un secolo di dissolutezze, di feroci lotte tra il partito di papa Formoso e il partito spoletano, di asservimento della tiara ai favori e agl'intrighi di donne dissolute, ebbe fama di donna bellissima, dominatrice e rotta a tutti i vizî. Di lei disse Liutprando: "scortum impudens... romanae civitatis non inviriliter monarchiam obtinebat". Ma d'altra parte Eugenio Vulgario la celebra come adorna delle più elette virtù femminili, e il suo nome appare, insieme a quello del marito e del pontefice Sergio III in un inno che soleva esser cantato anticamente nella chiesa di S. Maria in via Lata, per celebrare un miracolo che la Vergine avrebbe appunto operato su un figlioletto paralitico di Teofilatto e T. Indubbiamente forti legami, forse anche familiari, oltre che di partito, legavano il tristamente famoso Sergio III a Teofilatto e alla sua sposa, se essi davano perfino il nome di Sergia a una loro figlioletta. Sembra però che gran parte delle accuse che si portano sulla persona di T. siano leggendarie, e si siano originate da un contaminatio della figura di T. con quella della sua figlia Marozia. La stessa "monarchia" di T., ricordata da Liutprando, sembra essere senza fondamento. Il Baronio, impressionato dalle testimonianze di Liutprando, fu lo storico che diede, con la sua autorità, la maggiore diffusione alla leggenda di T.

Bibl.: P. Fedele, Ricerche per la storia di Roma e del papato al sec. X, in Archivio della R. Società romana di storia patria, XXXIII (1910); XXXIV (1911).

Vedi anche
Teofilatto (lat. Theophylactus). - Nobile romano (m. 924 circa); prima iudex (901), poi insignito del titolo di magister militum e di vestararius (cioè capo dell'amministrazione finanziaria della Santa Sede), si attribuì anche il titolo di senator Romanorum per indicare la sua autorità di reggente tutto il ducato ... Maròzia Maròzia ‹-zz-›. - Figlia (n. 892 circa - m. prima del 937) del senatore romano Teofilatto e di Teodora. Dopo una relazione con papa Sergio III, sposò, intorno al 915, Alberico I marchese di Spoleto e di Camerino, aumentando il potere della sua famiglia che già controllava la vita politica romana e la ... Alberico di Spoleto Signore di Camerino e di Spoleto, di origine franca (m. dopo il 917); ebbe da Guido III di Spoleto l'investitura della marca di Camerino (circa 889); dopo la morte di Guido IV (897) occupò le terre di Spoleto, formando così un forte stato unitario, di molto peso nelle lotte in Italia per la corona regia ... Alberico di Roma Figlio di Alberico di Spoleto e di Marozia (m. Roma 954), reagendo (questa la tradizione) a un'offesa fattagli da Ugo di Provenza, re d'Italia, terzo marito della madre (932), con l'aiuto dell'aristocrazia romana ostile a Ugo, in cui vedeva minaccia di predominio straniero, cacciò il patrigno, imprigionò ...
Altri risultati per TEODORA di Roma
  • Teodòra di Roma
    Enciclopedia on line
    Moglie (sec. 10º) del senatore Teofilatto, visse a Roma. Il cronista Liutprando da Cremona la disse amante dell'arcivescovo di Ravenna Giovanni, poi (914) divenuto papa Giovanni X, forse proprio per l'intervento di T.; altre fonti documentano invece le sue virtù di saggia madre di molti figli. Indubbî ...
Vocabolario
dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur
dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur 〈dum ròme konsùlitur saġùntum ekspun’n’àtur〉 (lat. «mentre a Roma si delibera, Sagunto viene espugnata»). – Frase che si suole citare (anche in forma abbreviata: dum Romae consulitur) a proposito...
òcchio di civétta
occhio di civetta òcchio di civétta locuz. usata come s. m. – Altro nome della pianta primavera (Primula vulgaris).
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