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BONACCI, Teodorico

di Bruno Di Porto - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 11 (1969)
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BONACCI, Teodorico

Bruno Di Porto

Nacque a Iesi il 30 giugno 1838. Laureatosi in giurisprudenza, esercitò la professione di avvocato in campo civile e commerciale. Dedicatosi alla vita politica, venne eletto deputato di Iesi per la XIII legislatura, entrando alla Camera tra le file della sinistra costituzionale (1876).

I suoi interessi di parlamentare, riguardanti soprattutto la politica interna e i problemi della giustizia, si manifestarono con interventi, nei quali, prendendo lo spunto da avvenimenti locali del collegio rappresentato, risaliva alle questioni di importanza nazionale nel quadro di un liberalismo progressista, lealmente fedele alla monarchia.

Nel settembre 1879 fu chiamato a far parte del secondo ministero Cairoli, come segretario al dicastero dell'Interno, retto da T. Villa. Nel successivo novembre, quando si formò il terzo ministero Cairoli, caratterizzato dal connubio con Depretis, conservò il medesimo posto sotto quest'ultimo, subentrato al Villa come ministro dell'Interno. Nel 1880 fu eletto, sempre a Iesi, deputato per la XIV e nel 1882, nel collegio unico della provincia di Ancona, per la XV legislatura, durante la quale prese posizione contro il Depretis, a favore'della "pentarchia". Con Crispi e Nicotera, esponenti di tale gruppo, presentò nel 1884 una proposta per l'allargamento del suffragio amministrativo e l'elettività dei sindaci; così pure, alla fine del 1885, seguì l'orientamento crispino contro la perequazione fondiaria, voluta dal Depretis. Nel gennaio 1886 fu eletto membro della commissione di sorveglianza sull'asse ecclesiastico, ma l'anno successivo restò fuori della Camera, non essendo stato rieletto per la XVI legislatura; poté tornarvi nel 1888, subentrando all'on. Bosdari, dimessosi da deputato di Ancona, e intervenne quindi, con idee chiare e competenza, nella discussione sul nuovo codice penale. Durante la XVII legislatura, per la quale fu eletto ad Ancona, nel 1890, entrò a far parte del primo governo Giolitti, costituito il 15 maggio 1892, in qualità di ministro di Grazia e giustizia e dei Culti. I fatti salienti della sua presenza in tale dicastero furono la presentazione del disegno di legge per la precedenza obbligatoria del matrimonio civile al religioso e i rapporti con la magistratura nelle delicate circostanze dello scandalo della Banca Romana.

Presentato da lui stesso alla Camera dei deputati la prima volta il 17 dicembre 1892, la seconda il 28 febbr. 1893 e ancora, dal suo sottosegretario E. Gianturco, il 13 giugno 1893, il disegno di legge sulla precedenza del matrimonio civile destò l'opposizione dei cattolici e un intervento dello stesso Leone XIII in data 8 febbr. 1893, senza peraltro conseguire miglior esito dei precedenti tentativi in materia, fatti nel 1873 e nel 1878. Quanto alla seconda questione, gli oppositori del governo Giolitti sospettarono ingerenze dell'esecutivo nell'attività dell'autorità giudiziaria, in seguito a movimenti e sostituzioni di magistrati, avvenuti nei primi giorni dell'istruttoria sulla Banca Romana; le preoccupazioni al riguardo crebbero quando si seppe di una riunione tenuta a palazzo Braschi, il 18 genn. 1893, tra il capo del governo, il B. ed alti esponenti della magistratura, e contribuirono a determinare una serie di attacchi al suo operato in sede di discussione sul bilancio di Grazia e giustizia, che venne respinto il 19 maggio con 138 voti contro 133 favorevoli. In conseguenza della mancata approvazione del bilancio, fatto nuovo nella storia del parlamento italiano, il B. si dimise, seguito dall'intero gabinetto. Ma il re accettava soltanto le dimissioni del ministro di Grazia e giustizia, che fu sostituito da L. Eula, quantunque l'opposizione avesse insistito sulla natura politica del voto contrario, che aveva inteso colpire, al di là del B., lo stesso Giolitti.

Nel novembre 1892 era stato frattanto eletto nel collegio di Iesi per la XVIII legislatura, ed il 12 giugno 1895, rientrato alla Camera per la XIX, ancora rappresentante di Iesi, ne fu eletto vicepresidente. Per la XIX legislatura, fu eletto a Sora nel 1897. Il 4 marzo 1904, fu nominato senatore per la III categoria.

Il B. morì in Roma il 13 genn. 1905.

Fonti e Bibl.: Dalle carte di G. Giolitti. Quarant'anni di politica ital., I, a cura di P. D'Angiolini, Milano 1962, passim; S. Sapuppo Zanghi, La XV legislatura italiana. Ricordi storici e biografici, Roma 1883, p. 106; Leone XIII ed il disegno Bonacci, in Civiltà cattolica, XLIV (1893), n. 5, pp. 513-522; G. Arangio Ruiz, Storia costituzionale del Regno d'Italia, Firenze 1898, p. 494; P. Vigo, Storia degli ultimi trent'anni del secolo XIX, VI, Milano 1913, pp. 158, 231, 269 s.; G. Giolitti, Memorie della mia vita, I, Milano 1922, pp. 61, 76 s.; N. Quilici, Fine di secolo. Banca Romana, Milano 1935, pp. 101, 139, 140, 181, 195, 202, 266, 269, 337, 338, 567, 568, 637; S. Cilibrizzi, Storia parlamentare..., Napoli 1939, pp. 452, 467, 471; A. C. Jemolo, Chiesa e Stato in Italia negli ultimi cento anni, Torino 1955, pp. 451 s.; G. Carocci, A. De Pretis e la politica interna italiana..., Torino 1956, pp. 238, 331, 435, 473; T. Sarti, Il parlamento subalpino e italiano, Terni 1890, 1). 142; A. De Gubernatis, Piccolo dizionario dei contemporanei italiani, Roma 1895, p. 120; Encicl. biogr. e bibliogr. ital. Ministri, deputati, senatori..., s. 43, 1, Milano 1940, p. 127.

Vedi anche
Cesare Fani Uomo politico italiano (Perugia 1844 - Palermo 1914); nel 1866 combatté nel Trentino con Garibaldi. Deputato di centro-destra (1886-1914), membro, nel 1893, della Commissione dei sette sullo scandalo della Banca romana, presidente del Comitato dei cinque che inviò all'Alta corte di giustizia il ministro ... Ferràris, Luigi Ferràris, Luigi. - Uomo politico italiano (Sostegno 1813 - Valsalice, Torino, 1900). Avvocato, favorevole alle riforme nel 1847, fu deputato nella prima legislatura subalpina (1848). Nuovamente deputato dal 1861, si oppose nel 1864 alla Convenzione di settembre insistendo sulla necessità di Roma capitale; ... Finocchiaro Aprile, Camillo Uomo politico e giurista italiano (Palermo 1851 - Roma 1916); mazziniano, combatté con Garibaldi a Monterotondo (1867) e fu amico devoto di Crispi. Deputato dal 1882 alla morte, fu ministro delle Poste (1892-93) e della Giustizia (1898-99; 1905-06; 1911-14), e quattro volte vicepresidente della Camera ... Giolitti, Giovanni Uomo politico e statista italiano (Mondovì 1842 - Cavour 1928). Segretario generale della Corte dei Conti e poi Consigliere di stato, fu deputato (1882, 1924), ministro del Tesoro (1889-90) e degli Interni (1901-03), presidente del Consiglio (1892-93, a più riprese fino al 1914, 1920-21). Considerato ...
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    Enciclopedia on line
    Avvocato italiano (Iesi 1838 - Roma 1905). Deputato per 8 legislature (dalla 13a), ministro di Grazia e Giustizia nel gabinetto Giolitti (1892-93), si dimise il 19 maggio 1893 quando la Camera, dopo aver discusso e approvato i capitoli del bilancio del suo ministero, con procedimento inconsueto, nella ...
Vocabolario
bonàccia
bonaccia bonàccia s. f. [lat. *bonacia, prob. rifacimento su bonus «buono» del lat. malacia, gr. μαλακία «calma di mare»] (pl. -ce). – 1. Stato del mare calmo e senza vento: tempo di b.; fa b.; il mare è in b.; un’improvvisa b. tenne fermo...
bonacciare
bonacciare v. intr. [der. di bonaccia] (io bonàccio, ecc.), ant. – Mettersi in bonaccia, calmarsi, detto del mare o del vento: quando bonacciano i venti, tornano le acque al loro livello (Algarotti).
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