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velle

Enciclopedia Dantesca (1970)
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velle


Infinito sostantivato del verbo latino, usato nel linguaggio scolastico, che ricorre due volte nel Paradiso, nel senso appunto di " volontà " .

Nel cielo della Luna Beatrice chiarisce a D. le due question che nel tuo velle / pontano egualmente (IV 25), cioè quella relativa al rapporto buon voler-violenta, e quella legata alla teoria platonica sul ritorno delle anime alle stelle.

Alla conclusione del poema, 'l velle, accostato a il mio disio, indica la perfetta fusione di tutte le aspirazioni del poeta (" idest, desiderium voluntatis ", dice infatti ottimamente Benvenuto): già volgeva il mio disio e 'l velle, / sì come rota ch'igualmente è mossa, / l'amor che move il sole e l'altre stelle (XXXIII 143). In entrambi i luoghi è in rima con stelle, e, nel primo, anche con felle. Vedi VOLONTÀ.

Vocabolario
vèlle
velle vèlle s. m., letter. – È l’infinito del verbo lat. volo, usato da antichi poeti come equivalente dell’ital. «(il) volere, volontà»: Po’ che Deo à lo meo velle (Iacopone), poiché Dio possiede la mia volontà; Ma già volgeva il mio disio...
velleità
velleita velleità s. f. [dal lat. mediev. della scolastica velleĭtas -atis, der. del verbo lat. velle «volere»]. – Nel linguaggio filos. o più elevato, volontà imperfetta, e perciò inefficace e vana, o desiderio che non riesce a definirsi...
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