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BORSA MAZZETTI, Vincenzo

di Carlo Francovich - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 13 (1971)
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BORSA MAZZETTI, Vincenzo

Carlo Francovich

Scarse sono le notizie biografiche sul B.: nacque a Melano (Canton Ticino) da Giuseppe, barcaiolo, ed entrò ben presto in affari con spiccate doti di intuito e operosità. Si legò d'amicizia con G. B. Quadri, l'esponente più in vista del partito conservatore del Canton Ticino e fino al 1830 landamano.

Il Quadri era un personaggio complesso ed equivoco che, pur essendo confidente della polizia austriaca, favoriva i patrioti italiani ogni volta che ciò tornasse utile ai propri interessi. I legami d'amicizia e d'affari con un uomo siffatto gettarono anche sul B. diffidenza e discredito, forse non sempre e non del tutto giustificati.

Già prima del 1830 il B. aveva acquistato la tipografia Patria di Bellinzona, fondata nel 1798, che gli serviva per stampare le bollette del dazio e i biglietti della lotteria di cui era concessionario. Nell'ottobre 1830 fu tra i fondatori della Tipografia Elvetica di Capolago, della quale ebbe affidata la firma sociale e l'amministrazione, e nella quale fece affluire anche la gestione della tipografia Patria.

Le regioni del Lombardo-Veneto e del Piemonte dovevano esercitare una notevole attrattiva come mercato di smercio per la produzione della nuova casa editrice e il B., nonostante l'amicizia con il Quadri, non esitò a impostare in questo senso l'attività dell'azienda, valendosi della collaborazione di patrioti italiani esuli per i moti del '21.

Così, per esempio, l'avv. A. Romagnoli di Alessandria, condannato in contumacia a 20 anni di galera, fu dal B. scelto come vice-amministratore, mentre la direzione letteraria fu affidata a M. Massa, condannato a morte nella stessa circostanza. A lui in seguito si affiancherà il lombardo A. Bianchi Giovini; nel 1833 iniziò la sua collaborazione anche F. Bonardi. La tipografia in quegli anni ristampò le Mie prigioni del Pellico, pubblicò un Avviso agli Italiani, riboccante di odio per gli Austriaci, una Antologia napoleonica, il Nabucco e il Giovanni da Procida del Niccolini, la Storia delle Repubbliche italiane nel Medio Evo del Sismondi.

La collaborazione dei patrioti italiani all'impresa editoriale le diede fin dal suo sorgere un carattere decisamente liberale, anche se il B. era ispirato più dall'utilità economica, che dall'ideale liberale: che il B. tenesse il piede in due staffe per condurre in porto i suoi affari è certo, ma non sembra abbastanza dimostrato dai documenti a disposizione che, come qualche suo avversario ha sostenuto, egli fosse agente dello spionaggio austriaco.

Nel 1833 il B. fu nominato membro del Gran Consiglio ticinese e allargò vieppiù la sfera dei suoi interessi economici verso la Lombardia e il Piemonte: diede perciò le dimissioni dalla carica di gerente amministrativo della casa editrice che fu assunta dal Massa. Da questo momento il carattere politico dell'azienda si accentuò sempre più a favore della causa italiana. Il B. continuò a far parte del consiglio d'amministrazione della tipografia con 6/24 delle azioni: si limitava però a visionare i bilanci, a partecipare a qualche assemblea di azionisti e continuò a versare la quota d'aumento di capitale o le sovvenzioni che il consiglio deliberava: questo sino al 1846, anno in cui la tipografia fu venduta ad A. Repetti.

Nel 1847 il B. si trasferì a Milano. Legatosi al conte Filiberto Avogadro di Collobiano, conservatore e sovrintendente generale della casa di Maria Cristina di Savoia, diventò un esponente del mondo finanziario interessato allo sviluppo delle ferrovie. Già da tempo inoltre era diventato affittuario di grandi proprietà terriere e proprietario egli stesso di vaste tenute nel Vercellese. Si ignora la data della sua morte.

Bibl.: R. Caddeo, La tipografia elvetica di Capolago, Milano 1931, ad Indicem;Id., Le ediz. di Capolago, Milano 1934, ad Indicem. L'autore, che ha ricostruito con rigore filologico l'attività della tipografia, è assai critico nei confronti del B.; più equanime e cauto nei giudizi A. Bersano, L'abate F. Bonardi e i suoi tempi, Torino 1957, ad Indicem. Nelle opere citate si trovano ulteriori ma assai marginali rimandi bibliografici sul Borsa.

Vedi anche
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borsa2 bórsa2 s. f. [prob. da una piazza della città belga di Bruges, ritrovo di commercianti, nella quale sorgeva un palazzo abitato fin dal sec. 14° dalla famiglia di mercanti veneti Della Borsa (in oland. Van der Burse); il nome passò...
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