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cassa. Finestra di approfondimento

di Fabio Rossi - Sinonimi e Contrari (2003)
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Fabio Rossi

cassa. Finestra di approfondimento

Grandi contenitori - C. è il termine più generico per indicare un contenitore a forma quasi sempre di parallelepipedo, di consistenti dimensioni. Un particolare tipo di cassa di legno, con la funzione di mobile, era la madia, che si apriva nella parte superiore o anteriore e che era adibita di norma alla conservazione di pane o farina. Il ripiano superiore era anche utilizzato per impastare. Usati ora come la madia, ora con funzione di più generico contenitore (ma in uso più nell’antichità che oggi), sono l’arca e il cassettone, anch’essi a forma di grande cassa, per lo più lignea, e con apertura superiore. Un mobile tuttora in uso, di forma simile all’arca ma più basso; usato anche da sedile, è la cassapanca. Una cassa utilizzata per contenere soldi o oggetti preziosi è uno scrigno (se piccolo può essere detto anche cofanetto) o un forziere (più grande), entrambi termini oggi poco com. e designanti contenitori in genere pesanti e riccamente lavorati: che cosa vi è in quello scrigno incassato nel muro […]? (C. Goldoni). Gli stessi termini hanno anche accezione metaforica di «custodia di cose preziose»: talor dal mio forziere / ruban tutti i gioielli / due ladri: gli occhi belli, recita un’aria dalla Bohème di Puccini.

Moderna, metallica e di solito con apertura regolata da una combinazione è invece la cassaforte, anch’essa adibita alla custodia di valori. Di dimensioni notevoli e impiegato in genere per contenervi biancheria da corredo è il baule. Casse impiegate per contenere le salme sono il sarcofago (termine per lo più limitato ad antichi e preziosi contenitori sepolcrali) e la bara (pop. detta anche c. da morto). Il contenitore delle ceneri, di varia forma e di dimensioni ridotte, è invece detto urna (cineraria).

Piccoli contenitori - Una cassetta non è tanto una piccola cassa, quanto una cassa, per lo di legno o di plastica, adibita di solito al trasporto di generi ortofrutticoli: una cassetta di pomodori, di patate, di mele. Un contenitore di dimensioni limitate, dotato di coperchio, è detto scatola e può essere di varie forme e materiali e adibito a vari usi. Il tipo più comune di scatola è di cartone, ha forma per lo più di parallelepipedo e serve per contenere oggetti vari, come scarpe, camicie, e altro. Ma vi sono anche scatole di legno, di vetro, metalliche, e di forme svariate. Una scatola di cartone di notevoli dimensioni è uno scatolone, impiegato spesso per l’imballaggio di materiale: prima del trasloco dobbiamo sistemare tutti i libri negli scatoloni. Lo scatolone da imballaggio è spesso detto cartone. Quello che distingue la c. (o cassetta) dalla scatola (o scatolone) è il tipo di coperchio: una cassa di vino o di birra è un contenitore (di vario materiale) aperto oppure chiuso da una tavola inchiodata, mentre una scatola è sempre fornita di un coperchio che può essere asportato (o, anche, sollevato rimanendo attaccato alla scatola da un lato): una scatola di cioccolatini; ho riposto tutti i suoi giocattoli in una grande scatola.

Contenitori di forma cilindrica - Una scatoletta può essere sia, genericam., una piccola scatola, sia un particolare tipo di scatola metallica, usata per contenere alimenti in conserva quali carne, tonno e sim. (detti per l’appunto in scatola). In questo ultimo caso la scatoletta è di forma quasi sempre cilindrica, con l’altezza inferiore al diametro, di latta. Se l’altezza supera il diametro si parla di barattolo o lattina. La differenza d’uso tra questi ultimi due termini riguarda soprattutto il materiale e il tipo di apertura. Se il contenitore si apre svitando un coperchio, si userà barattolo: barattolo di maionese, di marmellata; se invece si apre asportando a strappo una linguetta posta superiormente (o asportando una delle due basi con un apriscatole) si preferirà lattina. Non mancano eccezioni, dettate forse da semplici abitudini lessicali: si suole, per es., parlare di barattolo di pomodoro, ma di lattina di birra. Se di legno, un barattolo può essere detto mastello (oggi d’uso meno com.). Un grande contenitore a base circolare, più alto che largo (impiegato per lo più per il trasporto di alcolici o di carburante), è detto barile o fusto: e il barile di vino ve lo siete scordato? (C. Goldoni); avevano comprato un fusto di vino (A. Oriani).

Vocabolario
finèstra
finestra finèstra (ant. fenèstra) s. f. [lat. fenĕstra]. – 1. a. Apertura nei muri esterni di un edificio, destinata a dare luce e aria agli ambienti interni e a consentire la vista da questi ultimi verso l’esterno; è delimitata inferiormente...
pòrta-finèstra
porta-finestra pòrta-finèstra (anche 'pòrta finèstra' e portafinèstra) s. f. (pl. pòrte-finèstre). – Porta che, a differenza delle comuni porte verso l’esterno, è munita di infissi a vetri per permettere l’entrata della luce naturale e,...
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