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extraordinary rendition

Neologismi (2008)
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extraordinary rendition


s. f. Procedura extra-giudiziale che consiste nella consegna di presunti terroristi a Paesi amici del governo statunitense, che provvedono al loro interrogatorio e alla detenzione. ◆ Le «consegne speciali» vanno avanti da anni. E forse proseguono anche in questi giorni: alcuni agenti segreti attendono il bersaglio, lo catturano, lo infilano su un jet privato e poi via verso una destinazione sconosciuta. Uno Stato dove poliziotti locali possono torturare il prigioniero, un terrorista vero o soltanto presunto. Da quel momento il bersaglio diventa un fantasma, inghiottito dalla rete di carceri segrete sparse per il mondo. La Cia ha ammesso di avere fatto non meno di 70 «consegne speciali» («extraordinary rendition») negli anni precedenti all’11 settembre. (Paolo Biondani e Guido Olimpio, Corriere della sera, 2 dicembre 2004, p.15, Esteri) • Senza ombra di dubbio l’espressione più brutta introdotta nella lingua inglese nel 2005 è stata «extraordinary rendition» («consegna straordinaria», così la Cia definiva gli arresti illegali in Europa, ndt). (Salman Rushdie, trad. di Emilia Benghi, Repubblica, 9 gennaio 2006, p. 1, Prima pagina) • «Quei bravi ragazzi» è il libro in cui l’eurodeputato e giornalista Claudio Fava ha raccolto ciò che il suo rapporto sulle attività della Cia in Europa non poteva raccogliere, per ovvie ragioni di stile, di spazio e di formato politico. […] Il risultato è una lettura a tratti avvincente, incalzante. E non è facile visto che il finale lo conosciamo già tutti, ossia che le extraordinary renditions e le torture in subappalto o gli interrogatori rafforzati non sono per nulla scomparsi ma continuano a costituire una delle spine dorsali della lotta al terrorismo firmata George [W. ] Bush e Cia. (Alberto D’Argenzio, Mattino, 2 dicembre 2007, p. 11).

Espressione ingl. composta dall’agg. extraordinary (‘fuori dell’ordinario, eccezionale’) e dal s. rendition (‘rapimento, traduzione, consegna’).

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