tentare
v. tr. [lat. tĕmptare e tĕntare (prob. due verbi di diversa origine, confusisi già in latino)] (io tènto, ecc.). – 1. letter. a. Toccare leggermente: Io era in giuso ancora attento e chino, Quando [...] o minore forza per accertarsi di qualche cosa: prima di salire, tenta i rami se sono resistenti; sovra quella [scheggia] poi , o la fortuna. Con un compl. ogg. indicante la cosain cui si vorrebbe riuscire: i prigionieri tenteranno la fuga; domani ...
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primo
agg. [lat. prīmus, superl. dell’avv. e prep. ant. pri «davanti», da cui anche il compar. prior]. – 1. Numerale ordinale (indicato con 1° se si utilizzano cifre arabiche, oppure con il numero romano [...] 2 c). Sempre alludendo a priorità ideale, nelle locuz. avv. per p. cosa, in p. luogo, e sim., con cui si suole enunciare l’affermazione o il in p. luogo dobbiamo provvedere alla nostra sicurezza, poi, se possibile, penseremo al resto. 5. a. In ...
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levare
v. tr. [lat. lĕvare «alleviare, alleggerire, alzare», der. di lĕvis «leggero»] (io lèvo, ecc.). – 1. a. Lo stesso che alzare, nel suo primo e più generico sign., cioè sollevare in alto: l. le [...] ; l. di peso, alzare in un solo colpo persona o cosain modo che non tocchi terra. In qualche caso, indica la capacità di per mare a Roma (G. Villani); nessun m’è fatto oltraggio, Se quei che leva quando e cui li piace, Più volte m’ha negato ...
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buttare
v. tr. [dal fr. ant. bouter «colpire; gettare; germinare», provenz. botar, dal franco *bōtan «colpire»]. – 1. a. Lanciare con la mano un oggetto o lasciarlo andare dopo avergli impresso una certa [...] ; pop., buttar fuori, dire apertamente: se hai delle accuse da farmi, buttale fuori; b. là, dire con ostentata indifferenza: buttò là una proposta, senza parere. In partic.: b. via, disfarsi di una cosa perché inutile, superflua, o perché ritenuta ...
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ragione
ragióne s. f. [lat. ratio -onis (der. di ratus, part. pass. di reri «fissare, stabilire»), col sign. originario di «conto, conteggio»]. – 1. a. La facoltà di pensare, mettendo in rapporto i concetti [...] suo servidore (Boccaccio); quindi, cedere le proprie r. su una cosa, i proprî diritti. In senso estens., sono com. le locuzioni a chi di r., darmi r.; non sempre vien data r. a chi la merita; se non gli si dà sempre r., si arrabbia; i fatti mi hanno ...
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patire1
patire1 v. tr. e intr. [lat. pop. *patire per il lat. class. pati «sopportare, permettere, soffrire»] (io patisco, tu patisci, ant. io pato, tu pati, ecc.; aus. avere). – 1. letter. a. Ricevere [...] p. che egli ti tratti così; anche con soggetto di cosa: è una regola che non patisce alcuna eccezione; la uso com., provare, sentire, subire, sperimentare su sé stessi qualcosa che sia spiacevole insé o rechi dolore, danno, disagio, offesa e ...
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toccare
v. tr. e intr. [voce di origine onomatopeica] (io tócco, tu tócchi, ecc.). – 1. tr. a. Avvicinare la mano (o anche altra parte del corpo) a una persona o a una qualsiasi cosa e tenerla a contatto [...] toccò l’acqua con un dito per sentire se era già calda; toccò l’uscio col piede per accertarsi se cedeva, ecc. In partic., t. con mano, accertarsi di persona della consistenza, della realtà di qualche cosa, e fig., avere prove sicure, evidenti di una ...
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vero
véro agg. e s. m. [lat. vērus, e sostantivato vērum, neutro]. – 1. agg. a. Che è realmente ciò che dice il suo nome (contrapp. ora a falso, ora a presunto o immaginario): Cristo, v. Dio e v. uomo; [...] è incredibile ma vero; è v. ciò che ho sentito dire?; come, se è vero?, ma certo che è vero!; è v. o non è canaglia, un mascalzone v. e proprio. i. In espressioni fortemente asseverative, per affermare che una cosa è realmente come si dice: è v. com’ ...
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tutto
agg. e pron. [da una variante, non bene spiegata, del lat. tōtus «tutto, intero», forse *tuttus con geminazione intensiva, o *tuctus influenzato dal plur. cuncti «tutti»]. – L’intera quantità, [...] intendersi; tutto sta che lasci fare a me; tutto sta che non se ne accorga. e. Come sost., il tutto, l’intero, il complesso tutto). e. Prima di tutto, innanzi tutto, per prima cosa, in primo luogo. f. Di t. punto, perfettamente, compiutamente: era ...
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volgere
vòlgere v. tr. e intr. [lat. vŏlvĕre] (io vòlgo, tu vòlgi, ecc.; pass. rem. vòlsi, volgésti, ecc.; part. pass. vòlto). – 1. tr. a. Piegare, indirizzare verso un luogo o un punto determinato; [...] ogg. è di solito una parte del corpo del soggetto o una cosa che dipende strettamente dalla sua volontà: v. gli occhi, lo sguardo ’animo, insé, e sim., letter. o non com., pensare, esaminare fra sé, proporsi di fare qualcosa: Volge tra sé Goffredo a ...
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NOUMENO
Guido Calogero
. Termine filosofico, originario della filosofia platonica ma messo in uso specialmente da quella kantiana. Per Platone, νοεῖν ("intelligibili") o "intellette": participio presente passivo del verbo νοεῖν "intelligere")...
Potere di fatto sulla cosa che si esprime attraverso il compimento di atti corrispondenti all’esercizio di un diritto reale (art. 1140 c.c.), per cui un soggetto, indipendentemente dal fatto che sia o no titolare del diritto di proprietà o di...