tecnico
tècnico agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. technĭcus, gr. τεχνικός, der. di τέχνη «arte»] (pl. m. -ci). – 1. agg. a. Relativo alle applicazioni e realizzazioni pratiche di un’arte, di una scienza [...] delle trasmissioni). b. Con riferimento ai mezzi espressivi: linguaggio t., la speciale terminologia e fraseologia di cui si , oppure ai professionisti, e in qualche caso ai politici: oggi c’è più bisogno di buoni t. che di laureati; affidare a ...
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chiaro
agg. e s. m. [lat. clarus]. – 1. agg. È in generale l’opposto di oscuro, ma ha accezioni particolari secondo l’oggetto a cui si attribuisce: a. Luminoso, lucente: una luce ch.; c’è un bel sole [...] . di ciò che avviene; avevo idee poco ch. in proposito. c. Nitido, facilmente intelligibile: esporre in modo ch.; ha fatto un rimanere ch. di una cosa, rimanere persuaso. f. Nel linguaggio di marina, cavo ch., catena ch., liberi da intoppo che ...
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spina
s. f. [lat. spīna, che ha la stessa radice di spica: v. spiga]. – 1. a. In botanica, elemento indurito e acuminato per lignificazione dei tessuti, quindi pungente, che si origina per trasformazione [...] una spina. Com. le espressioni prov.: non c’è rosa senza spine, non c’è cosa gradita che non sia accompagnata da come struttura scheletrica nel suo complesso, sia, nel linguaggio com., come singolo elemento costitutivo di tale struttura: togliere ...
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liberare
v. tr. [dal lat. liberare, der. di liber «libero»] (io lìbero, ecc.). – 1. a. Rendere libero, restituire alla libertà: l. gli schiavi, l. un prigioniero; determinando: l. il paese dai nemici; [...] e assol., liberarsi), riuscire a evacuare o a vomitare. Nel linguaggio marin., l. l’ancora, eseguire la manovra per scioglierla da . la casa da un’ipoteca, un fondo dalla servitù. c. Nella costruzione edilizia, l. una stanza, un appartamento, ...
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politico1
polìtico1 agg. [dal lat. politĭcus, gr. πολιτικός, der. di πολίτης «cittadino»] (pl. m. -ci). – 1. a. Che riguarda la politica, cioè l’arte del governo, l’esercizio dei pubblici poteri, l’amministrazione [...] p., la disponibilità ad attuare programmi, progetti e sim. di significato e importanza politica. c. Nel linguaggio della critica cinematografica, cinema p., genere cinematografico, di grande impegno democratico, sviluppatosi soprattutto in Europa ...
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estremo
estrèmo (ant. strèmo, letter. ant. extrèmo) agg. e s. m. [dal lat. extremus, superl. di exter o extĕrus «che sta fuori»]. – 1. agg. a. Che è o rappresenta il termine ultimo, in senso locale o [...] all’estremo. b. Come termine giudiziario, gli e., gli elementi costitutivi di un reato: non ricorrono gli e. della truffa. c. Nel linguaggio burocr., gli e. (di un decreto, di una legge, di una lettera ufficiale, di un documento e sim.), i dati ...
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assoluto2
assoluto2 agg. [dal lat. absolutus, part. pass. di absolvĕre «sciogliere»]. – 1. Libero da qualsiasi limitazione, restrizione o condizione (contrapp. quindi a relativo): potere a.; libertà [...] a., quelli che possono essere fatti valere contro chiunque, non essendo rivolti, come i relativi, a un soggetto determinato. c. Nel linguaggio del teatro, prima donna, prima ballerina a.; primo tenore a. e sim., per indicare il ruolo preminente dell ...
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volume
s. m. [dal lat. volūmen «cosa avvolta, rotolo (di papiro); giro, spazio occupato da un corpo», der. di volvĕre «volgere»]. – 1. L’estensione di un solido (o di un fluido, e in questo caso il volume [...] v., che occupa molto spazio (cfr. voluminoso); involto di poco v.; c’era un gran v. di roba; i pacchi di maggior v. si lascino nel senso dell’estensione spaziale), spec. in espressioni del linguaggio economico: il v. degli affari, il v. della ...
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messa2
méssa2 s. f. [femm. sostantivato di messo, part. pass. di mettere]. – 1. In genere, l’azione di mettere. Si adopera solo con determinati complementi, formando locuzioni (alcune delle quali modellate [...] a: m. a disposizione di una merce (per ellissi, nel linguaggio econ., la locuz. indica anche l’avviso di messa a disposizione dato alto grado, per diminuire, poi, gradatamente, fino al pianissimo. c. Con sign. concr., non com., la somma che si punta ...
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programma
s. m. [dal lat. tardo programma -mătis, gr. πρόγραμμα -ματος, der. di προγράϕω, propr. «scrivere prima»] (pl. -i). – 1. Enunciazione particolareggiata, verbale o scritta, di ciò che si vuole [...] del mese. Essere un p., essere tutto un p., nel linguaggio colloquiale, essere particolarmente indicativo di ciò che accadrà o di come una lavastoviglie. Per specifiche di p., v. specifica. c. In varie attività, manifestazioni, operazioni è in uso la ...
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linguaggio C++
Mauro Cappelli
Linguaggio di programmazione orientato agli oggetti inventato da Bjarne Stroustrup, ricercatore dei Bell Labs, nei primi anni Ottanta e commercializzato nel 1985 da AT&T. Oggi il linguaggio non è proprietario...
linguàggio di programmazióne In informatica, insieme di parole e di regole, definite in modo formale, per consentire la programmazione di un elaboratore affinché esegua compiti predeterminati. Esistono l. di p. di alto livello e di basso livello:...