annebbiare
v. tr. e intr. [der. di nebbia] (io annébbio, ecc.). – 1. tr. Offuscare, velare di nebbia: l’umidità annebbiava il cielo. Più spesso fig., rendere fosco, confuso: il fumo mi annebbiava gli [...] , l’aria si annebbia; fig.: mi si annebbiò la vista; il pensiero, che s’era presentato vivo e risoluto alla sua mente, s’annebbiava e svaniva tutt’a un tratto (Manzoni). ◆ Part. pass. annebbiato, anche come agg.: un cielo annebbiato; occhi annebbiati ...
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divagare
v. intr. e tr. [dal lat. divagari, comp. di di(s)-1 e vagari «andar vagando»] (io divago, tu divaghi, ecc.). – 1. intr. (aus. avere) Allontanarsi dalla via dritta vagando senza meta fissa; per [...] pianura (con questa accezione anche il part. pres. divagante, nell’espressione meandri divaganti: v. meandro). 2. tr. Distrarre la mente da un pensiero: basta un nonnulla per divagarlo; cercate un po’ di divagarlo; più com. al rifl., staccarsi dalle ...
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astratto
agg. [dal lat. abstractus, part. pass. di abstrahĕre «astrarre»]. – 1. a. Di persona, che ha la mente rivolta altrove, profondamente assorta in qualche pensiero: camminava a.; mi sembri a.; [...] s. m. con valore neutro, ciò che è ottenuto per astrazione, in opposizione a concreto: perdersi, vagare (con la mente) nell’a.; come locuz. avv., in a., senza nessuna determinazione: ragionare, discutere in astratto. 2. In grammatica, in opposizione ...
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fisso
agg. [lat. fīxus, part. pass. di figĕre «figgere»]. – 1. a. Fissato, fermato stabilmente, detto di oggetti materiali, e in genere di cosa che rimane sempre in un luogo, che non si sposta: una lampada [...] dell’occhio: teneva lo sguardo f. nel vuoto; il suo occhio era f. e senza espressione. Con sign. analogo: avere la mente, il pensiero f. a qualche cosa, intensamente rivolto; e riferito alla persona: Ad ascoltarli er’io del tutto f. (Dante), attento ...
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martellare
v. tr. e intr. [der. di martello] (io martèllo, ecc.). – 1. tr. a. Battere col martello, ripetutamente e ritmicamente, la superficie di un oggetto, di una struttura o la massa di un materiale [...] era un problema che da più giorni gli martellava la mente; quelle parole tornavano continuamente a martellargli le orecchie e il ; Se tu riguardi ben questa sentenza, E rechiti a la mente chi son quelli [gli incontinenti] Che sù di fuor sostegnon ...
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saltare
v. intr. e tr. [lat. saltare, intens. di salire «saltare» (supino saltum)]. – 1. intr. a. (aus. avere) Con riferimento a persona, staccarsi di slancio da terra, rimanendo per un attimo sospeso [...] in bestia, lo stesso, ma meno com., che andare, montare in bestia, cioè andare in collera. e. S. in mente (o per la mente), s. in testa (o per la testa), comparire, manifestarsi improvvisamente, con riferimento a pensieri, desiderî e sim., improvvisi ...
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intènto2 s. m. [dal lat. tardo intentus -us, der. di intendĕre «tendere, dirigere, rivolgere»]. – 1. Il fine che ci si propone di raggiungere e a cui tende l’azione e il desiderio (non differisce in genere [...] o dell’animo a qualche oggetto: Cominciava a cantar sì, che con pena Da lei avrei mio i. rivolto (Dante); l’oggetto stesso da cui la mente e l’animo sono attratti: Già eran li occhi miei rifissi al volto De la mia donna, e l’animo con essi, E da ogne ...
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ségno s. m. [lat. sĭgnum «segno visibile o sensibile di qualche cosa; insegna militare; immagine scolpita o dipinta; astro», forse affine a secare «tagliare, incidere»]. – 1. a. Qualsiasi fatto, manifestazione, [...] breve sponda, Segno d’immensa invidia E di pietà profonda (Manzoni). b. Scopo a cui si mira, oggetto a cui è rivolta la mente o la volontà: I’ rivolsi i pensier’ tutti ad un s. (Petrarca); Buon cittadino, al segno Dove natura e i primi Casi ordinar ...
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ìdolo s. m. [dal gr. εἴδωλον «simulacro» poi «idolo», der. di εἶδος «aspetto, figura»; lat. idōlum]. – 1. a. Ogni oggetto, o immagine di oggetto, che sia adorato e venerato in quanto ritenuto una divinità [...] immagine, rappresentazione in genere di un oggetto agli occhi o alla mente: Pensa, lettor, s’io mi maravigliava, Quando vedea la le illusioni o i fantasmi (propriamente i pregiudizî) della mente, che falsano l’esperienza e il concetto della natura. ...
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acuto
1. È ACUTO ciò che termina in una punta sottile, cioè ciò che è appuntito, aguzzo (una spada acuta); l’esempio più noto è quello dell’angolo, che si chiama acuto quando è minore di un angolo retto, [...] : da questa caratteristica derivano i significati figurati dell’aggettivo; è acuto ciò che è perspicace, fine (avere la vista acuta, una mente acuta); è acuta una persona dotata di un ingegno sottile e anche tutto ciò che una persona fa rivelando la ...
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Il complesso delle facoltà umane che più specificamente si riferiscono al pensiero, e in particolare quelle intellettive, percettive, mnemoniche, intuitive e volitive.
Biologia
Lo studio scientifico dei meccanismi biologici che, in tutte le...