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autismo

Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)
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autismo


Termine coniato dallo psichiatra svizzero Eugen Bleuler per designare la perdita del contatto con la realtà esterna con conseguente chiusura in un proprio mondo radicalmente irrelato agli altri e in opposizione al mondo esterno. Con la denominazione specifica di autismo infantile precoce si intende un disturbo pervasivo dello sviluppo infantile diagnosticabile attendibilmente tra i 2 e i 3 anni di età. L’autismo comporta l’alterazione di alcune capacità fondamentali di tipo cognitivo, sociale e linguistico: il bambino autistico si dimostra incapace di stabilire relazioni sociali adeguate con genitori e coetanei; non riesce ad accedere alla funzione simbolica del pensiero; non sviluppa affatto il linguaggio o, se lo fa, parla in modo peculiare e incomprensibile senza interessarsi alle reazioni dell’interlocutore; e, infine, si limita rigidamente a pochi interessi e giochi, per altro bizzarri e non funzionali come, per es., far girare vorticosamente oggetti rotondi o collezionare pezzi di giocattoli. A ciò si accompagnano, spesso, disturbi neuropsicologici e del comportamento come ritardo mentale, iperattività e crisi emotive incontrollabili. Le cause precise dell’autismo infantile sono tuttora sconosciute. In passato, teorie discutibili di stampo psicoanalitico attribuivano il disturbo a un atteggiamento freddo e scostante della madre, che indurrebbe il bambino piccolo spaventato a ritirarsi in sé stesso. Al contrario, recenti indagini riconducono la patologia a disfunzioni neurobiologiche non disgiunte da componenti genetiche, sebbene siano necessari maggiori studi per individuare i geni e i cromosomi direttamente implicati nell’eziopatogenesi del disturbo. Non esiste una cura risolutiva dell’autismo, sebbene i sintomi possano essere ben controllati utilizzando sia psicofarmaci sia specifici interventi comportamentali e psicopedagogici. (*)

→ Genetica. Screening genetico

Vedi anche
psichiatria Settore della medicina che ha per oggetto lo studio clinico e la terapia dei disturbi mentali e dei comportamenti patologici, distinti per origine, qualità, entità e durata delle manifestazioni. La delimitazione nosografica delle singole forme morbose è di difficile realizzazione. Accanto a tale labilità ... oligofrenia Stato d’insufficienza mentale, congenito o acquisito nei primi anni di vita. Fra le condizioni lesionali responsabili di oligofrenia, vanno citati gli stati tossici e infettivi capaci di danneggiare il germe o il prodotto del concepimento, le endocrinopatie, e fra queste principalmente le malattie della ... schizofrenia Termine, coniato da E. Bleuler, che fa riferimento alla caratteristica essenziale di un vasto gruppo di psicosi il cui fenomeno psicopatologico fondamentale è costituito da un processo di disgregazione (dissociazione) della personalità psichica; questo processo si traduce in gravi disturbi della strutturazione ... psicosi Termine che designa la malattia mentale propriamente detta; spesso è usato con un aggettivo che ne specifica la natura, l’eziologia o l’elemento dominante: per es., psicosi sintomatica, psicosi luetica, psicosi maniaco-depressiva ecc. ● Dal punto di vista psichiatrico la psicosi è una condizione patologica ...
Categorie
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    Termine coniato da E. Bleuler per designare la perdita del contatto con la realtà, con conseguente chiusura in un mondo radicalmente irrelato agli altri. I primi studi hanno presentato l’a. come un sintomo fondamentale delle schizofrenie, mentre i successivi lo hanno definito come il loro elemento caratteristico. ...
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Vocabolario
autismo
autismo s. m. [dal ted. Autismus, der. del gr. αὐτός «stesso» (termine coniato dallo psichiatra svizz. E. Bleuler)]. – In psichiatria, la perdita del contatto con la realtà e la costruzione di una vita interiore propria, che alla realtà...
autista¹
autista1 autista1 s. m. e f. [der. di autismo] (pl. m. -i). – In psichiatria, chi è affetto da autismo.
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