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BRANCALEONI, Brancaleone

di Gino Franceschini - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 13 (1971)
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BRANCALEONI, Brancaleone

Gino Franceschini

Figlio di Ermanno, il B. apparteneva a una famiglia della piccola nobiltà rurale che già nel 1211 aveva giurato il cittadinatico di Città di Castello. Legato alle tradizioni guelfe della sua famiglia che si era distinta nella lotta contro i Montefeltro, fautori dell'imperatore Federico II (nel 1228 tanto Rimini che Città di Castello avevano assunto la difesa degli uomini e dei castelli dei Brancaleoni in Val Metauro), il B., trasse grande profitto dall'indebolimento delle forze ghibelline dopo la morte dell'imperatore. Partecipò alla lotta che Martino IV condusse contro Guido da Montefeltro e fu uno dei maggiori beneficiari dello smembramento del contado di Urbino, sancito dallo stesso pontefice, gettando così le basi di una signoria che doveva durare duecento anni. Sembra infatti che nel 1284 il legato pontificio Guglielmo Durand investisse il B. del vicariato di Castel Durante, di recente sorto sulle rovine di Castel delle Ripe, distrutto dal conte Galasso da Montefeltro e dai ghibellini urbinati.

Il 1º luglio 1284, insieme col cugino Monaldo di Oddone, il B. emanava un lodo per la cessione da parte dell'abbazia di San Cristoforo "de Castro Riparum", di patronato dei Brancaleoni, delle terre sulle quali era stato ricostruito il nuovo borgo fortificato di Castel Durante, l'odierna Urbania: e il 18 maggio dello stesso anno il B. era in Sassocorvaro presente all'atto col quale Malatesta da Verucchio richiamava all'osservanza dei patti il conte Taddeo da Montefeltro. Il 29 marzo 1296 il B. s'impegnò a dare "causa mutui" una certa somma per indennizzare l'abbazia di San Cristoforo delle terre cedute alla nuova comunità. Nel 1309 prese parte insieme con il cugino Monaldo a un compromesso inteso ancora a regolare i rapporti fra l'abbazia e la nuova comunità.

Questo è l'ultimo documento che lo ricordi. Dalla moglie Scamirra ebbe una figlia, Bianca, che sposò Niccolò Guelfucci, nobile di città di Castello.

Bibl.: P. P. Torelli, Sulle antiche mem. di Castel Durante oggi Urbania, in Antichità picene, XIII, Fermo 1791, pp. 165 s.; G. Muzi, Memorie civili di Città di Castello, Città di Castello 1844, I, p. 32, 533; L. Tonini, Rimini nel sec. XIII, Rimini 1862, pp. 706 s.; A. Tarducci, Piobbico e i Brancaleoni, Cagli 1897, pp. 36 s.; V. Lanciarini, Il Tiferno Mataurense e la provincia di Massa Trabaria, Roma 1890, pp. 229, 391; E. Rossi, Memorie ecclesiastiche di Urbania, Urbania 1936, pp. 15, 19, 46; G. Franceschini, I Brancaleoni di Castel Durante..., in Atti e memorie della Dep. di stor. patr. per la Marche, s. 7, IV (1949), p. 90.

Vedi anche
Ghibellini Sostenitori della fazione tedesca capeggiata dagli Hohenstaufen, signori di Waibling (da cui il nome) e duchi di Svevia, in contrapposizione ai Guelfi. Cagli Comune della prov. di Pesaro e Urbino (226,2 km2 con 8963 ab. nel 2007).  ● Il sito preistorico umbro, ad Cale (o Callium), fu vicus romano; conquistato dai Goti (554) e dai Longobardi (751), passò (774) nel dominio della Chiesa. Costituitosi in libero comune nel 13° sec. ed entrato nella sfera d’influenza ... Fermo Comune delle Marche (124,4 km2 con 37.760 ab. nel 2008; detti Fermani); capoluogo dell’omonima provincia. È situato a 319 m s.l.m. su un colle tra le basse valli dei fiumi Tenna e Ete Vivo. Attivo mercato di prodotti agricoli (cereali, ortaggi, frutta, barbabietole da zucchero) e di bestiame, possiede ... vicario foraneo Il parroco preposto a uno dei distretti ( vicariati foraneo, vicario), comprendenti più parrocchie, in cui si può dividere una diocesi; ha un diritto di vigilanza sulle parrocchie a lui sottoposte e sui loro sacerdoti.
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