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ERODE Attico

di Camillo Cessi - Enciclopedia Italiana (1932)
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ERODE Attico (‛Ηρώδης 'Αττικός, Herodes Atticus)

Camillo Cessi

È una delle più notevoli e interessanti figure che presenti la storia letteraria del sec. II d. C. Nato a Maratona nel 101 da Tib. Claudio Attico Erode, che lo lasciò erede d'una vistosa sostanza, fu nei primi anni educato in Atene da Favorino, Polemone, ecc. Ben presto occupò cariche pubbliche in Atene (nel 127 agoranomo, nel 138-9 celebra con fasto principesco le Panatenee), e passò quindi a Roma. Antonino Pio lo nomina maestro di M. Aurelio e di Vero: nel 143 è console. Acquistò presto grande autorità, ma si procurò anche inimicizie, in particolare per il suo carattere irascibile e violento. Egli innalzò sontuose costruzioni, riattò edifici, prodigò in ogni modo le sue fortune acquistandosi benemerenze in Atene, in Olimpia, a Delfi, a Corinto, in Alessandria, a Troia, a Canusio. Ritiratosi in Atene a causa d'un processo, vi tenne scuola di retorica, e di quei conviti di letterati si crede che Ateneo abbia lasciato il quadro nei suoi Deipnosofisti. Alla sua scuola si formarono tutti i più illustri sofisti del tempo, benché trovasse anche opposizione, come provano i suoi contrasti con Frontone. Poco prima del 161 tornò a Roma, accolto onorevolmente da Antonino Pio. Ma ben presto ritornò in Grecia a continuare l'opera sua di maestro. Tra i suoi scolari fu Claudio Adriano da Tiro che recitò l'elogio funebre del maestro (177). E. era seguace del più puro atticismo, e non seguì tanto i modelli maggiori quanto scrittori secondarî, quali soprattutto Crizia: amava la semplicità, la dolcezza del linguaggio: filosofia e filologia erano per lui in stretto rapporto con la retorica. Di tutti gli scritti di E. a noi è pervenuto col suo nome solo una declamazione, Περὶ πολιτείας, che ha grande importanza per la storia della Tessaglia al tempo della fine della guerra del Peloponneso: fingendosi che uno di Larissa, in occasione di un'offerta fatta dagli Spartani, parli al popolo per eccitare alla guerra contro Archelao (413-399), s'illustrano le condizioni poco note di quella regione.

Parve strano che un sofista del sec. II d. C. potesse essere così al corrente delle cose tessaliche e si credette che l'attribuzione al sofista fosse falsa e poiché si sapeva che Trasimaco di Calcedonia aveva scritto un'orazione per i Larissei si credette di ravvisare nell'orazione erodea appunto quella di Trasimaco (Nestle), spiegandosi il contrasto che si nota fra le condizioni dichiarate dall'oratore e quelle reali attestateci dagli storici, col fatto che l'oratore non fu presente direttamente ai fatti, ma ebbe solo generale conoscenza e dei fatti stessi e delle condizioni del paese. Si riconobbe nel discorso il metodo dei vecchi retori e sofisti; anche il colorito del discorso sembrava confermare tale ipotesi, che fu dai più accettata per quanto riguardava, se non l'autore, almeno l'età dell'orazione. Si ammise che se non Trasimaco almeno un sofista vivente in Tessaglia l'avesse scritta fra il sec. V e IV a. C. (Beloch, Meyer, Pohlman, Drerup, Costanzi). Però l'antica attribuzione trova sostegno nel carattere retorico del discorso (Schmid, Norden), e nella tecnica retorica che risponde allo spirito di Erode (Christ); se si notano concordanze con l'arte di Trasimaco, non va dimenticato che a questi primi sofisti e retori rivolsero l'attenzione la nuova sofistica ed E. e che l'orazione stessa di Trasimaco può essergli stata modello diretto.

Le più importanti notizie su E., oltre le numerose iscrizioni, si ritrovano presso Aulo Gellio e particolarmente nella lunga biografia che ne scrisse Filostrato. L'orazione fu edita dapprima da Aldo Manuzio (Oratores, Venezia 1513); l'edizione più recente è quella curata dal Drerup.

Bibl.: Fülles, De Tib. Cl. Att. vita, Bonn 1864; P. Vidal-Leblache, Hérode-Atticus, parigi 1872; Dittenberger, Die Familie des Her. Att., in Hermes, XIII (1878); De Her. Att. monum. Olymp., Halle 1892; Schultess, Her., Att., Amburgo 1904; Münscher, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VIII, coll. 921-954; W. Schmid, Der Atticismus, I, p. 192 seg.; E. Norden, Die Antike Kunstprosa, I, 3ª ed., Lipsia 1915, p. 388; H. Hass, De Her. Att. orat. π. πολ., Lipsia 1880; V. Costanzi, De Orat. π. πολ. quae Her. Att. nomine circumf., in Stud. it. di fil. cl., VII (1899), p. 137 seg.; Drerup, [Ηρώδου] π. πολ., ein polit. Pamphlet aus Athen 404, v. Chr., Paderborn 1908; Köhler, Makedonien unter König Archelaos, Sitzber. d. Berl. Ak., II (1893), p. 489; E. Meyer, Theopomps Hellenika, Hella 1909, p. 199; U; v. Wilamowitz, Marcellus von Side, in Sitzber. der Berl. Ak., Phil. Kl., 1928, p. 3 segg.

Vedi anche
Favorino Sofista e filosofo eclettico (n. Arles, circa 85 d. C. - m. tra il 143 e il 176). Educato nella cultura greca a Marsiglia, visse a Roma sotto Traiano e Adriano; caduto in disgrazia di quest'ultimo, fu relegato nel 131 circa nell'isola di Chio, donde tornò a Roma nel 138. La sua maggiore attività fu nel ... sofistica Movimento filosofico, e più ampiamente etico e culturale, affermatosi nella Grecia antica, e soprattutto in Atene, tra il 5° e il 4° sec. a.C. Il nome di σοϕιστής ha, nella grecità più antica, un significato simile a quello di σοϕός «sapiente, esperto». Tra la metà del 5° e la fine del 4° sec. a.C. il ... Aulo Gèllio Scrittore ed erudito latino (sec. 2º d. C.). Fu da giovane ad Atene, dove tornò in età matura, e dove compose l'opera detta Noctes Atticae, perché ebbe origine da appunti presi nelle lunghe sere d'inverno in una rustica dimora dell'Attica; è un'opera miscellanea (in 20 libri) giuntaci quasi completa ... retorica L’arte del parlare e dello scrivere in modo ornato ed efficace. Le origini e l’età antica La Grecia. L’arte retorica (➔ oratoria) nasce in Sicilia, a Siracusa, con Corace e l’allievo Tisia (5° sec. a.C.), sotto lo stimolo della necessità oratoria, incrementata dalla lotta politica e dalle controversie ...
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  • GUERRA DEL PELOPONNESO
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    Letterato e sofista ateniese (n. Maratona 101 - m. 177). Ricchissimo e mecenate, visse a Roma, dove fu console (143) sotto Antonino Pio, e ad Atene dove tenne scuola di retorica e fece costruire lo stadio dell’Ilisso e l’Odeon. Educato alla scuola di Favorino e di Polemone, fu seguace del più puro atticismo ...
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Vocabolario
àttico¹
attico1 àttico1 agg. [dal lat. Attĭcus, gr. ᾿Αττικός «abitante dell’Attica»] (pl. m. -ci). – Dell’Attica, regione storica della Grecia: gli scrittori a.; le coste a.; ceramica a.; vasi a., prodotti della ceramica greca antica, attraverso...
àttico²
attico2 àttico2 s. m. [uso sostantivato dell’agg.] (pl. -ci). – 1. a. In architettura, parte di un edificio la cui fronte esterna si presenta, al di sopra del cornicione, come la prosecuzione della facciata sottostante; può consistere in...
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