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MANDIBOLA

di Giuseppe Solaro - Enciclopedia Italiana (1934)
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MANDIBOLA (lat. scient. mandibula)

Giuseppe Solaro

È un osso impari, mediano, simmetrico situato nella parte inferiore della faccia. È descritto nella voce cranio (v. XI, p. 778 seg.).

Può la mandibola, per difetto di accrescimento, rimanere abnormemente piccola (micrognatia), per modo che, mancando la sporgenza del mento, il viso assume una caratteristica rassomiglianza con una testa di uccello. La deformità opposta s'osserva nell'acromegalia, in cui, unitamente all'abnorme ingrossamento delle estremità, la mandibola si presenta voluminosa, con mento fortemente sporgente.

Le fratture avvengono con la massima frequenza in corrispondenza del corpo della mandibola, e sono di regola complicate in quanto il focolaio di frattura comunica con l'esterno, se non attraverso a ferite cutanee, attraverso soluzioni di continuo della mucosa, circostanza questa che ne pregiudica il decorso, per la possibilità dell'insorgenza di processi settici nel focolaio di frattura.

Può esistere una sola linea di frattura, decorrente per lo più in senso verticale, o può trattarsi d'una frattura comminuta, e anche di fratture multiple. Lo spostamento dei frammenti è determinato parte dalla violenza traumatica, parte dall'azione dei muscoli che s'inseriscono sulla mandibola. Per la correzione e contenzione si può ricorrere a legature metalliche fra i denti, ad apparecchi varî di prostesi e talora è necessaria la sutura ossea.

Più rare sono le fratture della branca montante e quelle della porzione articolare, localizzate queste ultime per lo più in corrispondenza del collo della mandibola e determinate, come è ovvio, da violenze indirette.

Le lussazioni, più frequenti nel sesso femminile, sono la conseguenza di un'esagerazione del movimento di apertura della bocca, per modo che il condilo della mandibola scivola al davanti del tubercolo articolare del temporale e ne resta uncinato. Tale spostamento può verificarsi da uno solo o dai due lati, e ne risulta l'impossibilità alla chiusura della bocca. Per la riduzione, ad ammalato seduto, l'operatore appoggia il polpastrello dei due pollici, rivolti verso il basso, sopra i molari inferiori, ed esercita con essi una pressione verso il basso, mentre, con le rimanenti dita delle due mani, afferrando la mandibola dall'esterno e sollevando il mento, effettua un'azione di leva mirando a riportare il capitello dietro al tubercolo articolare e a farlo rientrare nella cavità articolare.

La lussazione è spesso favorita da un'anormale lassezza della capsula e dei legamenti articolari, per cui in certi individui la lussazione si riproduce in modo abituale.

Processi infiammatorî hanno frequentemente origine da denti cariati e possono rimanere limitati al rivestimento della radice (periodontite) oppure, attraverso il tessuto spugnoso del processo alveolare, propagarsi al periostio esterno (periostite alveolare), con carattere di semplice edema ora infiammatorio, ora suppurativo. In quest'ultimo caso all'apertura chirurgica o spontanea dell'ascesso può residuare una fistola gengivale. La suppurazione può anche propagarsi alle parti molli del viso e lasciare come postumo un tragitto fistoloso (fistola dentaria esterna).

L'osteomielite acuta della mandibola può verificarsi per diffusione al midollo osseo di sepsi d'origine dentaria (particolarmente dopo otturazioni di denti ancora settici), o per infezione di un focolaio di frattura, o, infine, per via ematogena, come localizzazione di un processo di osteomielite infettiva degli adolescenti. Si tratta d'una affezione molto grave, che decorre con imponenti sintomi di tossiemia e termina, in un'alta percentuale di casi, con esito letale per setticemia. Può interessare una sola metà della mandibola o l'intero osso e, nei casi a decorso favorevole, determina la sequestrazione di tratti più o meno estesi della mandibola, talora di tutto l'osso.

Le forme infiammatorie specifiche più importanti sono: 1. la sifilide (nelle sue manifestazioni terziarie di noduli gommosi periostei disseminati o di alterazione gommosa diffusa); 2. la tubercolosi, che si localizza principalmente al processo alveolare, ma può interessare il corpo dell'osso e dare origine a fistole; 3. l'actinomicosi, la quale può insediarsi nella mandibola in modo primitivo o secondario per propagazione dai tessuti vicini, e tende a diffondersi, lungo la branca montante della mandibola, alla base del cranio, donde la possibilità di meningite.

Vanno ricordate anche due importanti affezioni professionali della mandibola: 1. la necrosi fosforica, che colpisce i lavoratori addetti a industrie in cui s'impiega il fosforo giallo (particolarmente fabbriche di fiammiferi) e porta alla sequestrazione di tratti di osso più o meno estesi, talora di tutta la mandibola, con suppurazione fetida, diffusa alle parti molli, e grave risentimento dello stato generale; 2. la malattia dei tornitori di madreperla, che colpisce i giovani addetti a questa lavorazione e si manifesta con un ingrossamento doloroso della mandibola, il quale comincia in corrispondenza della branca montante per diffondersi al corpo dell'osso.

Processi infiammatorî acuti (poliartrite reumatica, infezione gonococcica, sepsi) o cronici (a carattere essudativo o deformante) possono insediarsi nell'articolazione temporo-mandibolare, e lasciare talora come postumo l'anchilosi, o serramento della mandibola, condizione che può altresì essere l'esito di gravi fratture, di contratture muscolari, di una miosite ossificante, e compromette gravemente l'alimentazione e la parola.

Nella mandibola si possono riscontrare due sorta di cisti: 1. le cisti radicolari che traggono origine da un processo infiammatorio cronico dentario; 2. le cisti dentarie follicolari derivanti da una anomalia di sviluppo (ritenzione di un follicolo dentario nell'interno del mascellare) e consecutiva degenerazione cistica del follicolo.

Vi sono tumori che si sviluppano in corrispondenza del processo alveolare di forma tondeggiante, talora peduncolati, del volume di una nocciuola a una noce, che sporgono dalla gengiva tra due denti o nell'interstizio lasciato libero da un dente mancante. Sono comunemente denominati epulidi, e possono avere la struttura di un fibroma oppure di un sarcoma gigantocellulare. In quest'ultimo caso il tumore, pur appartenendo per le caratteristiche istopatologiche alla categoria delle neoformazioni maligne, ha un andamento relativamente benigno, in quanto asportato non si riproduce o, se si riproduce localmente, non dà metastasi.

Il corpo della mandibola può essere sede di varî tipi di tumori benigni: 1. l'odontoma, tumore circoscritto, a lento accrescimento, che si sviluppa nell'interno dell'osso; 2. l'adamantinoma, caratterizzato da zaffi di cellule cilindriche o cubiche originate dal germe dello smalto; 3. il cistoma (detto anche adamantinoma cistico), varietà del precedente, in cui si sono formate, nel contesto del tumore, delle cisti confluenti, di varie, anche cospicue dimensioni, le quali assottigliano l'osso, e quando ancora sono rivestite da una sottile buccia ossea, presentano alla pressione una caratteristica crepitazione pergamenacea.

Il tumore maligno più importante è il sarcoma, che può avere origine tanto dal periostio quanto dal midollo, e rispondere a tutti i tipi istopatologici: rotondo o fuso-cellulare, a cellule giganti, sarcoma osteoibe, fibro-mixo-condrosarcoma. Dall'osso si diffonde alle parti molli formando tumescenze voluminose, spesso ulcerate attraverso la cute o la mucosa, con suppurazione fetida, emorragie, facili metastasi.

Il carcinoma della mandibola è naturalmente quasi sempre secondario per diffusione all'osso di carcinomi della mucosa boccale. Si dànno tuttavia rari casi di carcinomi primitivi, originati da inclusioni epiteliali avvenute nel periodo dello sviluppo dentario.

Tanto i sarcomi quanto i carcinomi della mandibola sono dotati di grande malignità: l'exeresi chimrgica può avere probabilità di successo soltanto negli stadî iniziali della malattia, mentre in stadî più avanzati facili e precoci sono le recidive.

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