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PLEYNET, Marcelin

di Daniele Dottorini - Enciclopedia del Cinema (2004)
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Pleynet, Marcelin

Daniele Dottorini

Poeta e saggista francese, nato a Lione il 23 dicembre 1933. Tra i protagonisti del dibattito intellettuale francese negli anni Sessanta e Settanta, P. ha lavorato in vari modi sul rapporto tra arte, politica e trasgressione e, per quanto riguarda il cinema, dopo il 1968 è stato al centro del dibattito sulle forme del cinema politico.

A Parigi, dove si trasferì giovanissimo, studiò lettere e storia dell'arte, ed entrò in contatto con Ph. Sollers e con gli intellettuali che dalla fine degli anni Cinquanta animarono il movimento post-strutturalista francese. Fece parte del comitato di redazione della rivista d'avanguardia "Tel quel" sin dal primo numero (1960), e ne fu segretario dal 1962 alla chiusura della testata, nel 1982. Autore di libri di poesie e di diversi saggi, dal 1982 è collaboratore di "L'infini", mentre dal 1987 al 1998 è stato titolare della cattedra di estetica all'école nationale supérieure des Beaux-Arts di Parigi.

Pur non occupandosi direttamente di cinema, P. fu al centro del dibattito su questa forma d'arte a partire da un'intervista pubblicata sul nr. 3 (1969) della rivista "Cinéthique", in cui affermava che la macchina da presa restituisce un'immagine del mondo che non è affatto 'naturale', ma direttamente elaborata sul modello della prospettiva quattrocentesca alla base di ogni visione 'scientifica' della realtà. Secondo P. il cinema nasce già dotato di una propria normativa e di una serie di proibizioni e di censure: in altre parole, come modo di guardare è a priori ideologicamente orientato, anche al di là delle opinioni politiche del regista. Le dichiarazioni di P. hanno suscitato negli anni successivi un vasto dibattito sulle forme possibili del cinema politico e d'avanguardia, che ha coinvolto ‒ oltre alla stessa "Cinéthique" ‒ anche riviste come "Cahiers du cinéma", "La nouvelle critique" e "Screen".

Bibliografia

J. Risset, Marcelin Pleynet, Paris 1988; F. Casetti, Teorie del cinema: 1945-1990, Milano 1993, pp. 205-23; Ph. Forest, Histoire de "Tel quel": 1960-1982, Paris 1995, passim.

Vedi anche
Philippe Sollers Sollers ‹solèrs›, Philippe. - Pseudonimo del romanziere e critico francese Philippe Jouyax (n. Talence, Bordeaux, 1936). Dopo aver studiato dai gesuiti, si è laureato in scienze economiche. Alla novella d'esordio Le défi (1957) fecero seguito Une curieuse solitude (1958) e Le parc (1961; trad. it. 1967), ... Cahiers du cinéma Cahiers du cinéma Periodico francese di cinema fondato nel 1951 da A. Bazin e J. Doniol-Valcroze. Negli anni 1950 e 1960 fu espressione della tendenza che ebbe il nome di «nouvelle vague», pubblicando articoli di F. Truffaut, J.-L. Godard, E. Rohmer, R. e C. Chabrol. Dal 1982 la rivista è affiancata ... letteratura In origine, l'arte di leggere e scrivere; poi, la conoscenza di ciò che è stato affidato alla scrittura, quindi in genere cultura, dottrina. Oggi s'intende comunemente per letteratura l'insieme delle opere affidate alla scrittura, che si propongano fini estetici, o, pur non proponendoseli, li raggiungano ... avanguardia arte e letteratura In ambito artistico e letterario si designano avanguardia storiche i movimenti e gruppi sorti alla fine del 19° sec. e affermati nei primi decenni del 20°: simbolismo, fauvismo, cubismo, futurismo, espressionismo, dadaismo, suprematismo, Novembergruppe, imagismo, teatro politico di ...
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Vocabolario
marceline
marceline ‹marsëlìn› s. f., fr. [dal nome proprio Marceline, corrispondente all’ital. Marcellina, dim. femm. di Marcello]. – Tessuto lucido del tipo del taffetà, usato generalmente per fodere (anche in forma ital., marcellina).
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