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APRILE, Pietro

di Mario Pepe - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 3 (1961)
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APRILE, Pietro

Mario Pepe

Figlio di Giovanni, fratello maggiore di Antonio Maria e Giovanni Antonio, può presumersi sia nato intorno al 1480; la prima notizia che lo riguarda è, infatti, del 1499, quando lavora a una balaustra per il duomo di Savona (secondo il Guidi, insieme con i fratelli Giovanni Antonio e Antonio Maria).

La sua attività si svolse successivamente tra Genova, Carrara e la Spagna. Nel novembre 1507 appare a Genova, quale testimone in un rogito, ed è ricordato così: "M.o Petro M.i Ioannis de Carona valle Lugani lapicida sive scuIptore habit. Genuae". Due anni più tardi - nel 1509 - promette al rettore di S. Paolo il Vecchio di eseguire un tabernacolo. E' del 1512 la notizia di un suo primo lavoro per committenti spagnoli cioè un "barchile" per il giardino del marchese del Zeneto a Calahorra di Granata. Il 31 Ott. 1514 appare a Carrara quale testimone in un rogito; il 15 marzo 1516, sempre a Carrara, affida allo scultore Girolamo da Compiano l'incarico di pattuire con gli operai del duomo di Pisa il lavoro di una immagine marmorea della Vergine; doveva essere ormai ben noto nell'ambiente carrarese se, come si rileva da un atto notarile del 25 marzo 1517, gli veniva affidato l'incarico di eseguire il monumento sepolcrale di Eleonora Malaspina, figlia di Lucrezia d'Este marchesa di Carrara, morta nel 1515: il monumento, che probabilmente non fu mai eseguito, e per il quale fu fissato un compenso di 100 scudi d'oro, avrebbe dovuto avere una complessa struttura, con numerose statue e una varia decorazione, e si sarebbe dovuto collocare nella chiesa di S. Francesco. Nel 1517 aveva ultimato una fontana, successivamente distrutta, per il castello "La Calahorra", situato nella Sierra Nevada.

Nel 1520 l'A. e Marco de Rossi furono incaricati nel testamento dello scultore Bartolomeo Ordoflez di ultimare i monumenti del card. Jiménez (collocato nella cattedrale di Alcalá), del re Ferdinando e della regina Isabella di Castiglia. Collaborò anche all'esecuzione del monumento sepolcrale del vescovo Francesco de Ruiz, ugualmente lasciato incompiuto dall'Ordoflez, insieme con Pietro Angelo delle Scale e ai fratelli Antonio Maria e Giovanni Antonio. Il 6 sett. del 1524, in un atto stipulato a Barcellona, Pietro A. e Giovanni de, Rossi furono eletti procuratori del tutore del figlio dell'Ordoflez per esigere i crediti a lui spettanti nel territorio di Carrara e soddisfare i suoi debiti; come poi risulta da documenti del 1525 e 1529. Frattanto aveva assunto altri incarichi: nel 1522 risulta a Carrara, quale agente di Michelangelo per l'acquisto di marmi destinati alla facciata della chiesa di S. Lorenzo di Firenze. Il 4 Ott. 1529 un tal Francesco Guidi promette di fornirgli un blocco di marmo. L'ultima notizia a lui relativa è del 17 Ott. 1558, quando è ancora una volta a Carrara, procuratore dello scultore Iacopo Valsolda.

Come risulta dalle numerose notizie che a lui si riferiscono, l'A. divise la sua attività tra l'impegno di scultore e i numerosi incarichi di acquirente, procuratore, esecutore testamentario, che gli vennero affidati e che egli assolse.

Bibl.: G. Campori, Memorie biografiche degli scultori, architetti, pittori.. nativi di Carrara.... Modena, 1873, pp. 269-272, 344, 346, 350 s., 353; F. Alizeri, Notizie dei professori del disegno in Liguria, Genova 1877, V, pp. 70, 73, 78; G. Di Alarzo, I Gagini e la scultura in Sicilia, Palermo 1884, 1, p. 241; M. Caffi, Di alcuni architetti e scultori della Svizzera italiana, in Arch. stor. lombardo, XII (1885), p. 3 (dell'estr.); C. Justi, Miscellaneen aus drei Jahrhunderten spanischen Künstlebens (Die Lombarden in Sevilla), I, Berlin 1908, pp. 149-172; U. Donati, Breve storia di artisti ticinesi, Bellinzona 1936, p. 52; C. Brun, Schweizerisches Künstler Lexikon, I, p.44; M. Guidi, Diz. degli artisti ticinesi, pp. 26 s.; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler, II, pp. 46 s.; Encicl. Ital., III, pp. 774 s.

Vedi anche
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