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FOÀ, Pio

di Chiara Ambrosoli - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 48 (1997)
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FOÀ, Pio

Chiara Ambrosoli

Nacque a Sabbioneta il 26 genn. 1848 da Cesare e da Enrichetta Rabbeno. Dopo aver frequentato il liceo "Beccaria" a Milano, nel 1866 seguì volontario Garibaldi nei cacciatori delle Alpi, partecipando alla battaglia di Bezzecca.

Iscrittosi alla facoltà di medicina e chirurgia dell'università di Pavia, si formò a quell'eccellente scuola scientifica e sperimentale di derivazione tedesca rapppresentata dal patologo G. Bizzozero e dall'anatornopatologo G. Sangalli. Conseguita la laurea nel 1872, intraprese, sotto la guida del Bizzozero, una ricerca sull'anatomia patologica del midollo osseo, che doveva rappresentare il punto di inizio di una serie di lavori sulla patologia del sangue e degli organi emopoietici di rilevante importanza dottrinale e pratica (Studio sull'anatomia patologica del midollo delle ossa, Bologna 1872, in coll. con G. Salvioli). Dopo aver seguito il Bizzozero all'università di Torino, fu per alcuni mesi nel laboratorio di fisiologia di Firenze, diretto da M. Schiff, ove condusse una ricerca sulle pupille; quindi, nel 1874, soggiornò nuovamente a Pavia, ospite del laboratorio di psichiatria di C. Lombroso - il quale utilizzò i risultati delle sue osservazioni come base anatomopatologica di alcuni studi -, dove eseguì numerose autopsie (Osservazioni cliniche ed anatomiche raccolte nel manicomiodi Pavia, in Il Morgagni, XVI [1874], pp. 481-505).

Nel 1875, vinta una borsa di studio, si recò a Strasburgo, presso l'istituto patologico di F.D. von Recklinghausen, il grande patologo allievo di R. Wirchow, ove seguì un corso di tecnica e diagnostica anatomo-patologica.

Gli interessi e l'attività del F. si andavano così decisamente orientando verso l'anatomia patologica, la disciplina divenuta pienamente autonoma nel secolo XIX (le prime cattedre in Italia erano state istituite nel 1859) sotto l'impulso del metodo tedesco e con l'affermarsi della microbiologia e dell'istopatologia.

L'incarico dell'insegnamento dell'anatomia patologica presso l'università di Modena segnò l'inizio della carriera universitaria del K; nel 1881ebbe la nomina a professore ordinario; nel 1884fu chiamato alla cattedra di anatomia patologica dell'università di Torino, che resse fino alla conclusione della sua attività.

Di grande rilievo, per la novità del settore di indagine e per l'importanza dei reperti macro e microscopici che poté illustrare in gran copia, furono i suoi studi sulla fisiopatologia e sull'anatomia patologica del sangue e degli organi emopoietici: dimostrò i rapporti esistenti tra alterazioni del midollo osseo e malattie generali dell'organismo, studiò la struttura e l'origine dei globuli rossi impiegando, un personale metodo di colorazione, descrisse struttura e funzione dei megacariociti mettendone in evidenza i rapporti con le pareti dei vasi sanguigni e la supposta azione fagocitaria nei confronti dei globuli bianchi alterati, dimostrò la presenza delle piastrine nella milza (Sull'origine dei globuli rossi del sangue, Modena 1879, in collab. con G. Salvioli; Sull'ematopoiesi, in Archivio per le scienze mediche, V [1882], pp. 366-383; Sui globuli rossi del sangue, in Giornale della R. Acc. di medicina di Torino, XLVIII [1885], pp. 532-534; Beitrag zum Studium der Structur des roten Blutkörperchen des Säugethiere, in Beiträge zur pathologischen Anatomie und zur allgemein Pathologie, V [1889], pp. 253-263; Sulla produzione degli elementi colorati del sangue, in Giorn. della R. Acc. di medicina di Torino, LIV [1891], pp. 41-44; Neue Untersuchungen über die Bildung der Elemente des Blutes, in Festschrift. Rudoy Virchow gewidmet zur Voltendung seines 70. Lebensjahres. [Internationale Beitrage zur wissenschafflichen Medizin], I, Berlin 1891, pp. 479-533; Sur les plaquettes du sang, in Archives italiennes de bìologie, XXXIII [1900], pp. 83-86; Sulla produzione delle piastrine del sangue e sulla trasformazione fibroadenoidea della milza, in Archivio per le scienze mediche, XXXIX [1915-16], pp. 317-361); esegui rilievi citometrici ematici e studiò il significato della presenza del ferro nel sangue e negli organi emopoietici (Studi citometrici sul sangue, in Lo Spallanzani, IX [1880], pp. 16-23, in collab. con P. Pellacani; Contribuzione allo studio dell'azione del ferro sul sangue e sugli organi ematopoietici, in Lo Sperimentale, XLVIII [1881], pp. 561-580); dimostrò la presenza nei globuli rossi di recente formazione di una sostanza granulofilamentosa, sicuro indice di giovinezza di tali cellule, evidenziabile con i metodi di colorazione vitale (Sui granuli eritroffli dei globuli rossi del sangue, in Giorn. della R. Acc. di medicina di Torino, XII [1899], pp. 723-728, in collab. con A. Cesaris-Demel); studiò la struttura degli organi ematopoietici normali e in condizioni patologiche anche indotte sperimentalmente (Contribuzione allo studio della fisiopatologia della milza, in Lo Sperimentale, LII [1883], pp. 241-264; Beiträge zur Histologie und Physiopathologie der Milz der Säugethiere, in Beiträge zur pathologischen Anatomie und zur afigemein Pathologie, V [1889], pp. 227-252, in collab. con T. Carbone; Dell'azione di alcuni sieri citotossici sugli organi ematopoietici, in Arch. per le scienze mediche, XXX [1906], pp. 1-49; Contributo alla conoscenza degli elementi costitutivi della polpa splenica, ibid., pp. 559-590).

Nel campo dell'anatomia patologica dei vari organi e apparati una particolare menzione mentano anche gli studi del F. sull'infarto del rene, condotti anche con metodo sperimentale (Ueber Niereninfarcte, in Beiträge zur pathologischen Anatomie und zur allgemein Pathologie, V [1889], pp. 275-290), e quelli sulle alterazioni epatiche provocate sperimentalmente e sui rapporti di dipendenza in condizioni patologiche di fegato e milza (Sulle alterazioni del fegato di origine splenica e sulle alterazioni della milza di origine epatica, in Archivio per le scienze mediche, XXXII [1908], pp. 199-208; Effetti sul fegato della splenectomia e della legatura della vena splenica, in Giorn. della R. Acc. di medicina di Torino, LXXII [1909], pp. 240-243).

Di grande interesse furono le ricerche del F. nel settore della microbiologia: studiò l'azione patogena del diplococco lanceolato e i connessi fenomeni immunitari, intuendo l'esistenza di stipiti del genne a carattere prevalentemente tossico ed edematogeno e di altri a carattere prevalentemente settico e fibrinogeno, e operando i primi tentativi sperimentali di vaccinazione (Osservazione ed esperimenti sul pneumococco, in Giorn. della R. Acc. di medicina di Torino, XLVIII [1885], pp. 79-84, in collab. con G. Rattone; Observations et expériences sur le pneumocoque et sur une complication grave de la pneumonite, in Archives italiennes de biologie, VI [1884-85], pp. 366-371, in collab. con G. Rattone; Sulla natura delprocesso pneumonico, in Giorn. della R. Acc. di medicina di Torino, LIV [1891], pp. 251-261, in collab. con T. Carbone; Sur l'infection par le diplococcus lanceolatus, in Archives italiennes de biologie, XX [1893], pp. 1425; Ueber die Infektion durch den Diplococcus lanceolatus, in Zeitschriftfür Hygiene und Infektionskrankheiten, XV [1893], pp. 369-404; Sulla infezione da diplococco lanceolato. Ricerche, in Arch. per le scienze mediche, XVII [1893], pp. 381-421); studiò l'etiologia della meningite cerebrospinale epidemica (Sulla eziologia della meningite cerebro-spinale epidemica, ibid., XI [1887], pp. 385-421, in collab. con G. Bordoni-Uffreduzzi; Ueber die Aetiologie der Meningitis cerebro-spinalis epidemica, in Zeitschriftffir Hygiene, IV [1888], pp. 67-93, in collab. con G. Bordoni-Uffreduzzi); studiò il bacillo del tifo e le alterazioni spleniche nel corso della malattia causata da tale microrganismo (Sopra la colorazione dei bacilli del tifo nei tessuti e sulla rigenerazione della polpa splenica nei tifosi, in Giorn. della R. Acc. di medicina di Torino, LXVIII [1905], pp. 502-504).

Numerosissimi furono i casi studiati e descritti dal F., frutto del suo continuo e appassionato lavoro al tavolo anatomico (che, tra l'altro, lo espose anche a non lievi pericoli: nel 1895e nel 1911, infatti, contrasse due gravi infezioni streptococciche). Indagò praticamente tutti i campi della patologia generale e dell'anatomia e dell'istologia patologica. A coronamento dei suoi studi pubblicò, con l'aiuto di vari altri autori tra i quali molti suoi allievi, il Trattato di anatomia patologica per medici e studenti, una delle prime trattazioni organiche della materia apparse in Italia, diviso in una parte generale e una parte speciale, in due volumi editi a Milano-Napoli-Roma tra il 1920e il 1930; della parte speciale il F. fu autore di Anatomia patologica del sangue e degli organi ematopoietici, vol. I, parte I, e di Anatomia patologica dell'apparato respiratorio, vol. I, parte VII.

Il F. fondò una scuola di grande prestigio ed ebbe validi allievi, tra i quali A. Cesaris-Demel, T. Carbone e F. Vanzetti. Membro dell'Accademia delle scienze di Torino, collaborò, insieme con C. Golgi e A. Perroncito, alla rivista Archivio Per le scienze mediche, fondata a Torino dal Bizzozero nel 1876.

Accanto a quello scientifico e didattico, fu rilevante nella vita del F. l'impegno civile e politico. Nominato senatore del Regno nel 1908, partecipò alle discussioni apertesi sui grandi temi sociali di interesse sanitario. In particolare intervenne nel dibattito, ripetutamente sviluppatosi alla Camera e al Senato fra il 1914e il 1922, sulla profilassi e cura della tubercolosi, anche in veste di esperto del Comitato centrale antitubercolare, e ricoprì la carica di presidente della Federazione italiana delle opere antitubercolari. Inoltre propugnò la divulgazione scientifica, anche tra i ceti meno abbienti, per diffondere le conoscenze delle norme. Nel marzo 1913intervenne al congresso della Federazione nazionale insegnanti scuole medie, tenutosi a Parma, sostenendo le rivendicazioni degli insegnanti di educazione fisica; nello stesso anno, aderendo all'invito rivoltogli da F. Turati, accettò la presidenza dell'Unione dell'educazione popolare.

Nel 1917fu relatore del progetto di legge di riforma della scuola normale ed espresse il suo consenso al programma di politica scolastica di Benedetto Croce. Fu anche assertore della necessità di impartire ai giovani una corretta educazione sessuale: nel 1908all'università popolare di Milano tenne una conferenza sui problemi di pedagogia sessuale e fu autore di interessanti scritti sull'argomento, tra cui L'igiene fisica e morale dei giovani, Firenze 1910, e Igiene sessuale, Varese 1914.

Per anni il F. fu assessore al Comune di Torino. Durante il conflitto mondiale si recò più volte al fronte in visita ai combattenti e nel dopoguerra fu presidente della casa per la rieducazione dei mutilati di guerra aperta dai padri rosminiani di Torino.

Il F. morì a Torino il 6 ott. 1923.

Fonti e Bibl.: Necrologi: C. Gamma, P. F. 26 genn. 1848-6 ott. 1923, in La riforma medica, XXXIX (1923), pp. 1182 s.; Atti della R. Accademia di medicina di Torino, XXXII (1923), 2, pp. 439-448; E. Medea, Come, quando, dove li ho conosciuti. Profili di grandi medici, Torino 1966, pp. 81-85; L. Bulferetti, Lombroso, Torino 1975, pp. 248, 444; M.G. Rosada, Le università popolari, Roma 1975, pp. 69 s., 115 A. Gramsci, Cronache torinesi 1913-1917, a cura di S. Caprioglio, Torino 1980, pp. 209 s.; I. Fischer, Biogr. Lexikon der hervorragenden Ärzte [1880-1930], I, p. 422; Enc. Ital, XV, p. 574. Sull'impegno del F. nella campagna antitubercolare: T. Detti, Stato, guerra e tubercolosi, in Storia d'Italia (Einaudi), Annali, VII, Torino 1984, pp. 877-951. Sullo sviluppo dell'anatomia patologica in Italia: Anatomia patologica, in Encicl. medica ital., I, coll. 1662-1702.

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