ZANI
Fausto Nicolini
. Secondo un'opinione, accennata già dal Perrucci (1699), svolta ampiamente dal Riccoboni (1723) e rincalzata ai giorni nostri da parecchi eruditi (De Amicis, Dieterich, Reich, [...] italiana, "zanni") si sarebbero perpetuati, con ininterrotto processo storico, i quasi preistorici sanniones delle Atellanae, ricordati da Cicerone. È una fantasticheria, della quale già nel sec. XVII, prima che venisse in mente ad alcuno, Carlo Dati ...
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ipotiposi
Francesco Tateo
Col termine di ὑποτύπωσις si designava, nella retorica classica, la figura retorica consistente nel presentare al lettore o all'ascoltatore un'immagine, in tal modo da rendergliela [...] quasi visibile (cfr. Quintiliano Instit. Orat. IX II 40). Detta anche ἐνάργεια e resa col termine latino di evidentia (Cicerone Acad. II VI 17), di demonstratio (Rhet. Her. IV 55 68) e di energia (Isidoro Etym. II XXI 33 " est rerum gestarum aut ...
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Umanista (Roma 1465 - ivi 1510), fratello di Alessandro. Scrittore apostolico (dal 1481). A una lettera del Poliziano che prendeva posizione contro il ciceronianismo (Ep., VIII, 16), rispose (Ep., VIII, [...] chi vuole avventurarsi in "alienas regiones", ma dichiarando anche di voler essere piuttosto "figlio" che "scimmia" di Cicerone. Giudicò con acume latinisti moderni, a partire da Dante, nel De hominibus doctis, libro di critica letteraria, composto ...
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iperbato
Francesco Tateo
Il termine hyperbaton designava nella retorica greca il mutamento dell'ordine normale delle parole: distinguendo questa figura dall'anastrofe (v.), e rendendola col termine [...] intendeva con essa la dislocazione (traiectio) di una parola dalla sua sede normale. Nella Rhetorica ad Herennium di Cicerone la transgressio comprende in senso lato l'anastrofe e l'i. propriamente detto (transiectio). Non particolarmente contemplato ...
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VASCULARIUS
I. Calabi Limentani
V. era chiamato in Roma l'artigiano dei vasa e vascula, scyphi, cioè vasi, coppe e tazze soprattutto d'argento, ma anche d'oro o con ornamenti d'oro, che facevano parte [...] della suppellettile pregiata, dell'instrumentum e dell'ornamentum aedium.
La parola, già usata da Cicerone, ove dice di Verre, che artifices omnes, caelatores ac vascularios convocari iubet (Verr., ii, iv, 24), è anche nel Digesto (xix, 5, 20; 2; ...
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Eacidi
Clara Krau
Nome attribuito ai discendenti mitici di Eaco, tra cui Peleo, Achille, Neottolemo; in epoca storica si vantavano di appartenere alla stirpe degli
E. i re dell'Epiro. L'appellativo [...] in Mn II IX 7 con riferimento a Pirro: Pirrus ille, tam moribus Aeacidarum quam sanguine generosus.
Presumibile fonte è Cicerone Divin. II LVI 116, che riporta due versi degli Annali di Ennio, contenenti rispettivamente un vocativo " Aeacida " come ...
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Di padre a noi ignoto, nato prima dell'85 a. C. da famiglia patrizio-plebea. Sembra che la sua carriera politica si sia iniziata nel 54 a. C., anno in cui fu questore con Crasso nella guerra contro i Parti. [...] cesaricidi, e massime di Bruto e C., con Antonio, diveniva sempre più acuto; d'altronde soltanto l'abilità di Cicerone doveva riuscire a evitare i gravissimi contrasti politici e giuridici che dovevano derivare per un lato dalla questione relativa ...
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ANICIA GIULIANA (᾿Ανικία ᾿Ιουλιάνα, Anicia Iuliana)
C. Bertelli
Figlia di Fl. Anicio Olibrio, sposa di Fl. Areobindo (v.) Dagalaifo (anti imperatore nel 512), nata dopo il 462, morta tra il 527 e il [...] 528.
Discendente di una antica famiglia romana il primo degli Anicii a noi noto è ricordato da Cicerone nelle sue lettere - di cui alcuni membri erano da tempo assurti alla dignità consolare. Il padre si era trasferito a Costantinopoli dopo il sacco ...
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De Senectute
Trattato ciceroniano, espressamente ricordato o citato, di solito sotto il titolo latino, una volta sotto quello volgarizzato de la Vegliezza, nei seguenti luoghi: Cv II VIII 9, IV XXI 9, [...] XXIV 6 e 8, XXVII 16, XXVIII 3 e 6, XXIX 7. Per la presenza del De Senectute nell'opera di D., v. CICERONE. ...
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Filosofo greco (214-129 a. C.). Scolarco dell'Accademia, fu uno dei maggiori filosofi del suo tempo. Con Critolao e con Diogene di Seleucia partecipò nel 156 all'ambasceria inviata da Atene a Roma. Essendosi [...] ἀληϑές) tanto più probabile quanto più capace di produrre in noi persuasione (πιϑανότης: probabilitas, nella versione di Cicerone). Sulla base di questi criterî Carneade procedette a una critica profonda della teologia e della provvidenza, e, in ...
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cicerone
ciceróne s. m. [dal nome del filosofo e oratore romano Cicerone (106-43 a. C.), simbolo dell’eloquenza romana]. – 1. Chi, dietro pagamento, guida i visitatori di un museo, di una città, di scavi archeologici, ecc., illustrando loro...
ciceroniano
agg. e s. m. [der. del nome di Cicerone]. – 1. Dell’oratore Cicerone, o relativo al suo stile, alle sue opere, alle sue teorie: le orazioni c., le lettere c.; la teoria c. dello stile. 2. Sostenitore delle idee o imitatore dello...