Figura simbolica, di solito accompagnata da un motto e da una dichiarazione in versi, talvolta anche da un commento in prosa.
Il primo a usare la parola in questa accezione fu Andrea Alciato, nel suo Emblematum [...] liber, pubblicato ad Augusta nel 1531. La parola, significante in greco e in latino (Cicerone) "ornamento accessorio" (cfr. fr. applique), e in lat. anche "opera musiva" e "ornamento del discorso" (Quintiliano), fu presa dall'Alciato dalle ...
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Figlio di Diore, amico ed auriga di Achille, compagno di Patroclo nel suo attacco contro i Troiani. Secondo la leggenda postomerica, dopo la morte di Achille sarebbe divenuto auriga di Neottolemo; la sua [...] passaggio del nome di A. a significare per antonomasia "auriga, cocchiere" risale già all'antichità (Giovenale, I, 61; Cicerone, Pro Roscio Am., 98). La figura di A. compare spesso in rappresentazioni vascolari, come nel celebre Vaso François.
Fonti ...
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Francesco Petrarca: Prose - Introduzione
Guido Martellotti
Sul finire del secolo XVIII il signor Jean-Baptiste Lefebvre de Villebrune, filologo avventato e caparbio, in un codice miscellaneo della biblioteca [...] Magane che in punto di morte contemplava per naturale impulso la labilità della vita e la vanità delle trascorse vicende; uomo Cicerone il cui dire sembra talvolta non quello d'un filosofo pagano ma d'un apostolo (cfr. De ignorantia, p. 729); uomo ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
L'educazione a Roma
Roberto Nicolai
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
A differenza dei Greci, i Romani non hanno avuto una poesia epica [...] d’Alicarnasso, giunto a Roma intorno al 30 a.C., la precoce influenza greca è presente anche in autori latini. Ecco come Cicerone, nel De re publica (2, 19) introduce la figura di Tarquinio Prisco, figlio del corinzio Demarato: “E qui, per la prima ...
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fato
Nozione solitamente definita in correlazione o in contrapposizione a quelle di provvidenza, destino, libertà, determinismo; tuttavia, il precisarsi del concetto di f. come preordinamento irrevocabile [...] ma a un principio interno alla realtà. La resa latina con il termine providentia, presente, per es., negli scritti di Cicerone o di Seneca, va intesa come «pre-vedere», piuttosto che come «pro-(v)vedere»; lo slittamento verso questa seconda accezione ...
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KANACHOS (Χάναχος, Canachus)
G. Carettoni
1°. - Scultore del tardo arcaismo greco, nativo di Sicione nel Peloponneso, la cui attività si svolse nella seconda metà del VI sec. a. C. È la figura più rappresentativa [...] scuola sicionia nel periodo in cui fioriva Hageladas in quella di Argo. Scarne notizie sulle sue opere ed un giudizio di Cicerone (Brut., 18, 70) che definisce le sue sculture "troppo rigide per esser naturali" è quanto si può raccogliere dalle fonti ...
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Policleto
Matilde Luberti
Scultore greco del sec. V a.C. (in varianti di codici antichi Policreto, così nella '21), nativo di Argo, detto il Vecchio per distinguerlo dallo scultore omonimo e concittadino [...] vissuto nel sec. IV. Fu operoso tra il 460 e il 420 a.C. circa. Le fonti antiche (da Aristotele Etic. VI 7 e da Cicerone Brutus LXXXVI 296, a Plinio Nat. Hist. XXXIV 50 e 55, a Quintiliano, a Valerio Massimo, ecc.) lo pongono accanto a Mirone e a ...
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I filosofi, a cominciare dal tardo stoicismo, designano col termine di consensus gentium il criterio di verità per il quale una tesi appare come vera in quanto in essa convengono, al di là delle singole [...] di tutti gli uomini o della maggior parte di essi. Questa idea del consenso appare per es., tra gli altri, in Cicerone e in Seneca, specialmente in rapporto con dottrine religiose. Più tardi, nella prima fase della storia del pensiero moderno, essa ...
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accuse e calunnie
Carlo Varotti
Di a. e c., in quanto fattori rilevanti sul piano pubblico e politico, trattano due capitoli contigui e strettamente correlati dei Discorsi (I vii-viii). La distinzione [...] , secondo la quale a caratterizzare la accusatio (rispetto alla maledictio) è la sua pertinenza processuale (cfr. almeno Cicerone, Pro Caelio 6: Accusatio crimen desiderat, rem ut definiat, hominem ut notet, argumentum probet, teste confirmet ...
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Generale romano (m. 43 a. C.); fu con Cesare in Gallia e durante la guerra civile; nel 46, come pretore, propose la legge che escludeva i pompeiani dalle cariche pubbliche; nel 45 fu pretore in Gallia, [...] per il 43; dopo l'uccisione di Cesare, si oppose ai violenti propositi di Antonio e mantenne rapporti di amicizia con Cicerone. Assunto il consolato, per mandato del senato, liberò Decimo Bruto cinto d'assedio in Modena, ma morì poco dopo nell ...
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cicerone
ciceróne s. m. [dal nome del filosofo e oratore romano Cicerone (106-43 a. C.), simbolo dell’eloquenza romana]. – 1. Chi, dietro pagamento, guida i visitatori di un museo, di una città, di scavi archeologici, ecc., illustrando loro...
ciceroniano
agg. e s. m. [der. del nome di Cicerone]. – 1. Dell’oratore Cicerone, o relativo al suo stile, alle sue opere, alle sue teorie: le orazioni c., le lettere c.; la teoria c. dello stile. 2. Sostenitore delle idee o imitatore dello...