MENTORE
Paolino Mingazzini
. Toreuta assai famoso, anzi, per i Romani, il più famoso dell'antichità. Non sappiamo con precisione l'epoca in cui visse: sembra prima della metà del sec. IV a. C., poiché, [...] nel 356 nell'incendio dell'Artemisio di Efeso; altri suoi vasi perirono in un incendio del tempio di Giove Capitolino. Cicerone, Properzio, Plinio, Luciano ricordano con grande onore le opere sue, le quali erano assai rare, specie quelle autentiche ...
Leggi Tutto
Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Dal Rubicone ad Azio
Luca Fezzi
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Agli inizi del 49 a.C., Cesare oltrepassa il Rubicone, entrando nell’Italia [...] e usa una certa prudenza, finisce in seguito per spingersi al di là delle volontà di Cesare. A tale proposito, Cicerone lo accusa a più riprese, nelle orazioni Filippiche, feroci invettive politiche, di avere prodotto falsi di ogni genere.
È in ...
Leggi Tutto
De Officiis
Officiis trattato ciceroniano, espressamente ricordato o citato nei seguenti luoghi, ovviamente sotto il titolo latino nella Monarchia (in secundis Officiis, in tertiis Oficiis: II V 7 e [...] 17, VII 12; IX 3), sotto quello volgarizzato de li offici nel Convivio (IV VIII 2-3, XV 12, XXIV 9, XXVII 12 e 15). per la presenza del De Officiis nell'opera di D., v. Cicerone. ...
Leggi Tutto
Linguista italiano (Alatri 1859 - ivi 1927), prof. dal 1892 all'univ. di Roma, socio nazionale dei Lincei (1920). Profondo conoscitore del latino, delle lingue italiche e delle antichità romane, dette [...] , basata sulla tradizione liviana, della quale fu in genere acerrimo difensore contro la critica moderna, del Cippo del Foro Romano (1899). Studiò inoltre Le etimologie dei giureconsulti romani (1892) e il Ritmo delle orazioni di Cicerone (1905). ...
Leggi Tutto
RIGUTINI, Giuseppe
Guido Mazzoni
Nato a Lucignano in Valdichiana il 31 agosto 1829, morto a Firenze il 23 maggio 1903. Educato in seminario alla latinità, se ne occupò sempre con ardore; cui può e deve [...] si sentono pur tra curiosi errori gli effetti felici anche nelle versioni, in versi e in prosa, da Plauto, Cicerone, Svetonio, Fedro, Catullo. Ingegno acuto, seppe, pur non conoscendo i metodi filologici severi, capire e dimostrare la fallacia delle ...
Leggi Tutto
TIPOGRAFIA
Luigi PAMPALONI
Tammaro DE MARINIS
Francesco VATIELLI
*
. È l'arte di comporre e stampare libri o altri lavori per mezzo di tipi, cioè di caratteri mobili. Con tale nome si indica anche [...] .
A Colonia non meno di 33 tipografi produssero un migliaio di opere. Cominciò Ulrich Zell intorno al 1465 col De Officiis di Cicerone e le opere di Giovanni Crisostomo e di S. Agostino, datate 1466 e 1467. Altra città tedesca in cui la stampa ebbe ...
Leggi Tutto
USO (XXXIV, p. 843)
Vincenzo ARANGIO-RUIZ
Usus auctoritas. - Il binomio si trova in un passo delle XII tavole, riprodotto, piuttosto ad sensum che nel dettato originario, in Cicer., Top., 4, 23: "usus [...] est usus". Certo le due parole che c'interessano si trovavano così unite nella legge; e già i classici, compreso Cicerone stesso (pro Caec., 19, 54), consideravano giustamente l'espressione come un asindeto, che per la migliore intelligenza dei loro ...
Leggi Tutto
VAUVENARGUES, Luc de Clapiers, marchese di
Leonardo VITETTI
Scrittore francese, nato il 6 agosto 1715 a Aix-en-Provence, morto il 28 maggio 1747 a Parigi. Di cagionevole salute, formò il suo spirito [...] (che frequentò poco), fra la solitudine, la meditazione, i libri. Le Vite di Plutarco, Seneca, le lettere di Bruto a Cicerone lo esaltarono, fra i quindici e i diciassette anni. Entrato nel reggimento del re, vi fu nominato luogotenente in seconda il ...
Leggi Tutto
. Dal latino calcúlus, che, come diminutivo di calx, vuol dire "sassolino" (significato che calcolo conserva in medicina: v. calcolosi). Poiché gli antichi si servivano talvolta di sassolini per effettuare [...] in forma concreta le più semplici operazioni dell'aritmetica, la parola calcolo fu usata, fin da Cicerone e Livio, in senso figurato per indicare un qualsiasi insieme di operazioni aritmetiche. Più tardi la parola fu estesa al caso di operazioni ...
Leggi Tutto
Filologo, nato a Leida nel 1787, professore di letteratura greca e latina in quell'università dal 1817 al 1854, morto il 26 marzo 1864.
Delle sue opere filologiche (Posidonii Rhodii reliquae doctrinae, [...] notevole Scholica Hypomnemata (1837-1862) raccolta di saggi su argomenti varî di letterature classiche, in particolar modo Cicerone e gli oratori attici.
Bibl.: L. Müller, Geschichte der klassischen Philologie in den Niederlanden, Lipsia 1869, pp ...
Leggi Tutto
cicerone
ciceróne s. m. [dal nome del filosofo e oratore romano Cicerone (106-43 a. C.), simbolo dell’eloquenza romana]. – 1. Chi, dietro pagamento, guida i visitatori di un museo, di una città, di scavi archeologici, ecc., illustrando loro...
ciceroniano
agg. e s. m. [der. del nome di Cicerone]. – 1. Dell’oratore Cicerone, o relativo al suo stile, alle sue opere, alle sue teorie: le orazioni c., le lettere c.; la teoria c. dello stile. 2. Sostenitore delle idee o imitatore dello...