Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Politeismo e religione
Micol Perfigli
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Gli dèi e le dee non sono concetti astratti: la loro esistenza [...] , vengano soppressi anche la lealtà e i rapporti sociali del genere umano e la giustizia, la virtù per eccellenza” (Cicerone, De natura deorum, 1, 4, trad. Cesare Marco Calcante, BUR, 1998).
La riflessione ciceroniana non è isolata. Il contemporaneo ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
La religione romana
Francesca Prescendi
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
A Roma essere religiosi significa onorare gli dèi con atti di [...] tra loro, cioè “abitare” e “coltivare”. In un certo senso, dunque, colere significa “coltivare gli dèi” con atti che li onorano. Cicerone lo usa spesso nel senso di “onorare”: nel De natura deorum (1, 119) afferma che si è soliti onorare (colere ...
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dissoluto
Bruno Basile
Compare, in funzione aggettivale, solo in due luoghi del Convivio: IV VIII 3 E però esso Tullio nel medesimo luogo dice: " Mettere a negghienza di sapere quello che li altri sentono [...] , nel significato analogo al latino, vale " sciolto da ogni freno morale ", conformemente al termine che troviamo nel passo di Cicerone (Off. I XXVIII 98), che da D. appare letteralmente tradotto: " Nam neglegere quid de se quisque sentiat, non solum ...
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Letterato (Firenze 1498 circa - Venezia 1566). Frequentatore in gioventù degli Orti Oricellari (a questo periodo vanno fatti risalire i suoi Dialoghi della morale filosofia, 1526), nel 1522, accusato di [...] e di nuovo espulso, si rifugiò definitivamente a Venezia. Qui pubblicò tutte le sue opere (traduzioni di Aristotele, Cicerone, Plinio, edizioni di Boccaccio e Petrarca, traduzioni e commenti biblici, ecc.), dal 1541 nella tipografia fondata insieme ...
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Scrittore ascetico (Catignano, Gambassi, 1310 circa - Vallombrosa 1396 circa); figlio del nobile Guido da Catignano, si fece monaco vallombrosano a Firenze in S. Trinita, ove fu abate; fu poi, dopo un [...] e di belle lettere latine e volgari; gli vengono attribuiti anche volgarizzamenti dei Paradoxa e del Somnium Scipionis di Cicerone, ma certa pare solo l'attribuzione del volgarizzamento di Bartolomeo di San Concordio (Summa de casibus conscientiae ...
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Corrente puristica assai diffusa nella letteratura greca ellenistica e consistente nell’imitazione della lingua usata in età classica dai grandi prosatori attici. Iniziatosi già con la filologia alessandrina, [...] attici, specialmente Lisia, che sembravano meglio rappresentare la finezza e l’eleganza attica. Tale tendenza sorse ai tempi di Cicerone, che la combatté, ed ebbe il suo massimo rappresentante latino in M. Giunio Bruto. Echi della polemica sono ...
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Poeta comico latino, morto vecchio a Sinuessa in Campania nel 104 a. C. Ci restano di lui 13 titoli di palliate, derivate specialmente da Menandro, e frammenti per poco più di 200 versi; da alcuni di essi [...] si può ricostruire la trama della Leucadia, che svolge la leggenda di Faone e di Saffo. Volcacio Sedigito assegnava a T. il 7º posto nel suo canone. Le commedie di T. avevano successo ancora ai tempi di Cicerone. ...
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) Tribuno militare (I sec. a.C.). Tribuno militare di Pompeo Magno, combatté contro Giulio Cesare. Suo figlio Lucio, con la stessa carica paterna, al seguito di Druso Germanico passò in Svevia. Alcuni [...] della famiglia Galdi (Agaldi, Gualdo, Agoult). Tale tradizione sulla storicità del personaggio trova conferma sia in una lettera di Cicerone (lib. 2 famil. Epistola 19), diretta a C. Coelio Caldo Questore, figlio di Lucio, nipote di Gajo Galdo, sia ...
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Nell'uso comune dei Greci si disse dogma (δόγμα; lat. placitum) qualsiasi pubblico decreto emanato dall'autorità civile (così anche in Luca, II,1; Atti, XVlI, 7), e parimente si chiamarono dogmi i principî [...] 'interno della scuola medesima per i suoi aderenti godevano autorità assoluta e certezza indiscutibile, quorum nullum - osserva Cicerone (Academ., II, 9) - sine scelere prodi poterit. Anche nell'uso specifico cristiano dapprima dogma significò una ...
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PARADOSSOGRAFIA
Guido Calogero
. Sono designati col nome di "paradossografi" gli scrittori antichi di παράδοξα, cioè di mirabilia, giusta il senso più generale di questo vocabolo greco (v. paradosso), [...] etiche che alla coscienza comune si presentavano, al primo aspetto, come urtanti o assurde (non è perciò un paradossografo Cicerone, benché sia pure autore dei Paradoxa). Col termine παράδοξα si designano pertanto in questo senso, tutte le cose che ...
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cicerone
ciceróne s. m. [dal nome del filosofo e oratore romano Cicerone (106-43 a. C.), simbolo dell’eloquenza romana]. – 1. Chi, dietro pagamento, guida i visitatori di un museo, di una città, di scavi archeologici, ecc., illustrando loro...
ciceroniano
agg. e s. m. [der. del nome di Cicerone]. – 1. Dell’oratore Cicerone, o relativo al suo stile, alle sue opere, alle sue teorie: le orazioni c., le lettere c.; la teoria c. dello stile. 2. Sostenitore delle idee o imitatore dello...