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VARICELLA

di Luigi Spolverini - Enciclopedia Italiana (1937)
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VARICELLA (fr. vérolette; sp. varicela; ted. Wasserpocken; ingl. chicken-pox)

Luigi Spolverini

È un esantema acuto contagioso, che si manifesta con un'eruzione, a tappe successive, di vescicole a contenuto chiaro, le quali di regola s'essiccano senza suppurazione intensa, e guariscono senza lasciare cicatrici. Per i suoi caratteri morfologici assomiglia molto alla vaioloide e al vaiolo lieve, dal quale spesso riesce difficilissimo differenziarla. È tra le affezioni che provocano immunità duratura, per cui è rarissimo osservarla negli adulti in considerazione del fatto che in via ordinaria il soggetto è rimasto già colpito nell'infanzia - a preferenza tra 1 e 10 anni - età in cui la predisposizione ad ammalarsi è assai grande: da qui la notevole diffusione.

Essa è endemica in Europa, e nelle città ogni tanto si presenta in forma epidemica, specie durante l'inverno e il principio della primavera. Non si conosce l'agente patogeno; peraltro la trasmissione della malattia oltre che per via diretta (anche dopo molti giorni dall'inizio per mezzo delle croste), si verifica anche per via indiretta (individui sani, oggetti e anche correnti d'aria). Il periodo d'incubazione oscilla fra i 13 e i 19 giorni, quello prodromico in genere o manca o è insignificante. A seconda dell'intensità dell'affezione lo stato generale può essere o non compromesso, e la temperatura oscillare tra 37°,5-38° fino a 40°; in taluni casi la febbre può passare del tutto inosservata. La malattia inizia sul viso e sul cuoio capelluto e rapidamente si diffonde al tronco e alle braccia (quando non compare nello stesso tempo in tutti i punti) con la comparsa di roseola, come lenticchia, leggermente rilevata e nella grandissima maggioranza delle quali entro poche ore si forma una bollicina emisferica con contenuto di regola limpido, e che ben presto diviene leggermente torbido. Entro 48 ore la bolla comincia a essiccarsi e allora presenta una depressione centrale e al 4°-5° giorno d'eruzione s'è già formata la crosta più o meno bruna, che si distacca spontaneamente tra i 12-16-18 giorni. Nella maggior parte dei casi durante la prima settimana continuano a comparire nuove macule e nuove bolle in mezzo alle croste (sintomo importante per la diagnosi differenziale col vaiolo). Il grado di eruzione cutanea è variabilissimo, da pochissime bolle a un numero assai rilevante. Anche sulle mucose (boccale, congiuntivale, vulvare, ecc.) si notano in grado più o meno accentuato identiche manifestazioni. Nelle forme intense o nei bambini atrofici, deperiti, tubercolosi o eczematosi il contenuto delle vescicole facilmente diviene purulento per infezioni secondarie donde, oltre al fatto delle cicatrici residuali, il pericolo d'infezioni generali e anche di cancrena della pelle. Di regola la malattia decorre sempre in modo benigno: al 3°-4° giorno la febbre è scomparsa, e al 6°-7° giorno il bambino può considerarsi guarito, salvo la persistenza delle croste e del pericolo di contagio per i terzi, ciò che obbliga l'isolamento del paziente per tutto il tempo della persistenza di esse, tanto più che si deve tenere presente anche la possibilità di un decorso grave. La varicella, com'è logico, non preserva da una possibile infezione vaiolosa anche lieve, né la vaccinazione abituale dalla varicella. Nei casi ordinarî la guarigione si verifica senza alcun sussidio terapeutico; basta evitare che il piccino si gratti con le unghie, e occorre sospendere il bagno, pur continuando ad arieggiare l'ambiente. Nei casi di media gravità si rende necessario l'intervento del medico.

Vedi anche
esantema Eruzione cutanea a seguito di talune malattie infettive (varicella, morbillo ecc.; v. fig.). A seconda della lesione cutanea elementare l’esantema può essere papuloso, vescicolare o pustoloso. ● Per l’ esantema critico (o esantema subitaneo) ➔ sesta malattia. rosolia Malattia infettiva acuta esantematica, generalmente epidemica (detta anche rubeola), provocata da un virus specifico appartenente alla famiglia Togaviridae, a RNA, caratterizzato da un solo tipo antigenico. La contagiosità è limitata al breve periodo (3 o 4 giorni) di presenza del virus nelle vie aeree ... scarlattina Malattia infettiva acuta e contagiosa, causata da uno streptococco emolitico appartenente al gruppo A di Lancefield e caratterizzata da un esantema, tipico per morfologia e distribuzione (maschera scarlattinosa del volto). È malattia endemica con ricorrenze epidemiche, più frequenti nel periodo primaverile; ... aciclovir Agente virale analogo dei nucleotidi purinici, di formula 9-(2-idrossietossimetil)guanina, dotato di attività antivirale nei confronti dei virus erpetici, tra cui il V-Z (varicella zoster). È di particolare utilità nei pazienti immuno-depressi.
Altri risultati per VARICELLA
  • varicella
    Enciclopedia on line
    Malattia infettiva da virus, acuta ed epidemica, caratterizzata da un esantema vescicoloso. L’agente eziologico è Herpesvirus varicellae (o virus v.-zoster). La v., il cui periodo di incubazione è per lo più di circa 14 giorni, ha contagiosità molto elevata e conferisce immunità permanente. Talora, ...
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    Dizionario di Medicina (2010)
    Malattia infettiva da virus, acuta ed epidemica, caratterizzata da un esantema vescicolare. L’agente eziologico è un herpes virus (varicella-zoster virus, VZV). La v., il cui periodo di incubazione è di ca. 14 giorni, ha contagiosità molto elevata e conferisce immunità permanente. Talora, però, il virus ...
Vocabolario
varicèlla
varicella varicèlla s. f. [dal fr. varicelle, dim. arbitrario di variole «vaiolo»]. – Malattia esantematica contagiosa, espressione di infezione primaria da virus (Herpesvirus varicellae o virus varicella-zoster), acuta ed epidemica, caratterizzata...
ravanèlle
ravanelle ravanèlle s. f. pl. [affine a ravaglione]. – Nome pop., region., della varicella.
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