venti
vénti agg. num. card. [lat. pop. tardo vĭnti, per il lat. class. vīgĭnti]. – Due volte dieci, numero composto di due decine, e il segno che lo rappresenta (in cifre arabe 20, in numeri romani XX): [...] d’età); ci vediamo stasera alle v. (alle ore 20, cioè alle otto). Sostantivato al sing., per indicare il numero (io vado per il v., nel gioco della tombola; abita al v., al numero 20), o il giorno del mese (è il v., oggi?), o l’anno di un secolo (la ...
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ventiquattro
agg. num. card. [comp. di vénti e quattro], invar. – Numero composto di due decine e quattro unità (in cifre arabe 24, in numeri romani XXIV): ecco qui, sono v. banconote da dieci euro; [...] : oggi è il v.; l’anno 24 di un secolo: è nato nel v., o è del ventiquattro. In partic., essendo 24 il numero delle ore di cui è formato il giorno, l’espressione ventiquattr’ore (sempre con l’apostrofo) si usa spesso per indicare appunto lo spazio di ...
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ventitre
ventitré agg. num. card. [comp. di vénti e tre]. – Numero composto di due decine e tre unità (in cifre arabe 23, in numeri romani XXIII): si è laureato a v. anni; il giorno v., e come s. m. [...] v. del mese; l’aereo è decollato alle ore v., o assol. alle v., alle ore 11 di sera; il numero v., o come s. m. il v., numero che nella cabala e nelle credenze popolari è ritenuto fausto, portatore di fortuna (e quindi, nell’uso fam., è spesso sinon ...
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conservazione
conservazióne s. f. [dal lat. conservatio -onis]. – 1. a. Il conservare: commissione preposta alla c. dei monumenti; metodi di c. degli alimenti (essiccazione, affumicatura, salatura); [...] ; c. della carica elettrica; c. della quantità di moto. Analogam., in matematica, con riferimento a una proprietà, un numero e sim., il rimanere invariato quando si eseguano determinate operazioni, trasformazioni, ecc.; in molti casi è più proprio il ...
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plurale
agg. e s. m. [dal lat. pluralis, der. di plus pluris «più»]. – Che si riferisce a più persone o cose, che indica o esprime il concetto della molteplicità. È termine usato esclusivam. in linguistica [...] che le persone o le cose sono più di una (e rispettivam. più di due, tre, quattro): numero singolare e p.; sostantivo, aggettivo, pronome p. o di numero plurale; come sost.: la formazione del p.; sostantivi che non hanno il p., o usati soltanto al p ...
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maggiorare
v. tr. [der. di maggiore] (io maggióro, ecc.). – 1. Rendere maggiore, aumentare, soprattutto con riferimento a prezzi e sim. 2. In matematica, costruire un numero o un’espressione che sia [...] o rispettivam. di un’espressione data; per es., il numero π è maggiorato da 3,15, e l’espressione x(x + 2) è maggiorata da (x + 1)2. Analogamente, più in generale, m. una successione (o una serie), costruire una nuova successione (o una nuova serie ...
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minoranza
s. f. [der. di minore]. – 1. ant. L’essere minore: per m. d’etade ... merita perdono (Dante). 2. a. In contrapp. diretta a maggioranza, inferiorità numerica, numero minore (di persone o di [...] m. rivelò gli umori dell’opposizione), sia, in senso più concr. e collettivo, il gruppo di persone che, disponendo di un minor numero di voti, non può imporre la propria volontà in un’assemblea, in un collegio, e sim.: relazione di m., quella nella ...
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numerale
agg. [dal lat. tardo numeralis, der. di numĕrus «numero»]. – Di numero, dei numeri, che ha rapporto con i numeri: sistema n., o di numerazione (v. numerazione); in musica, notazione n., eseguita [...] dell’ordinale), ma per lo più solo nei casi in cui nella serie di riferimento essa sia contraddistinta con il numero arabo: il capitolo 12, nel fascicolo 19 della rivista; nell’uso corrente e meno controllato, è anche posposto, talvolta, assumendo ...
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numerosita
numerosità s. f. [dal lat. tardo numerosĭtas -atis, der. di numerosus: v. numeroso]. – 1. non com. a. Il fatto d’essere numeroso, cioè costituito di molti elementi: la n. delle classi scolastiche. [...] b. L’essere in numero più o meno grande: n. delle misure in un esperimento, n. di un campione statistico. 2. letter. raro. Armonia della prosa dovuta all’uso del numero oratorio (v. numero, nel sign. 9): la n. della prosa d’arte greca e latina. ...
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mutazione
mutazióne (ant. mutagióne) s. f. [lat. mutatio -onis; l’introduzione del termine nel sign. 4 è dovuta al biologo oland. H. de Vries (1901): v. mutazionismo]. – Atto, effetto del mutare, del [...] della canzone, ciascuno dei due gruppi di versi, uguali per numero (2 o 3), disposizione e rime, che nella ballata precedono mutazioni per un particolare gene; è espressa generalm. come numero di mutazioni per gamete e per generazione. Per la m ...
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Ciascuno degli enti astratti che costituiscono una successione ordinata e che, fatti corrispondere ciascuno a ciascun oggetto preso in considerazione, servono a indicare la quantità degli oggetti costituenti un insieme.
Matematica
Nell’uso...
Il numero è la categoria grammaticale che serve a codificare la quantità dei referenti di diversi elementi linguistici. Le principali definizioni di numero presenti nelle grammatiche e nei dizionari tuttavia tracciano spesso un quadro parziale...